Bloccati gli immigrati Lampedusa è rinata - QdS

Bloccati gli immigrati Lampedusa è rinata

Carlo Alberto Tregua

Bloccati gli immigrati Lampedusa è rinata

giovedì 02 Luglio 2009

Bravo Maroni, la fermezza paga

Sarà un caso, ma dal 15 maggio di quest’anno sono cessati, come per incanto, gli sbarchi degli immigrati a Lampedusa. Evidentemente, l’accordo di Berlusconi con Gheddafi è stato eseguito a puntino dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni, cui vogliamo in questa occasione mostrare apprezzamento.
La situazione, a Lampedusa, era diventata insostenibile, seppure sappiamo che molti operatori locali hanno tratto vantaggio economico sia dai servizi di alloggiamento degli stessi immigrati che di tutti gli operatori di stanza nell’isola per l’assistenza.
L’azione è stata tempestiva in quanto effettuata prima dell’inizio della stagione turistica. Cosicché, senza l’assillo degli sbarchi e senza la pressione mediatica nazionale ed europea, gli operatori dell’isola possono ricominciare a fare il loro mestiere in tranquillità. E possono prepararsi a rilanciare l’isola in campo internazionale per tentare di aumentare il numero di mesi della stagione turistica. In quest’ottica, è salutare la costruzione della nuova aerostazione.

L’ex vice sindaco Angela Maraventano, alle ultime europee ha raggranellato ben il 30 per cento di consensi per la Lega Nord. La senatrice dello stesso partito, eletta in Emilia Romagna, ha dimostrato che la popolazione è sensibile alla parte politica che tiene conto dei suoi bisogni. Peraltro, in tempi non sospetti, Lampedusa ha chiesto di staccarsi dalla provincia di Agrigento per essere aggregata alla provincia di Bergamo.
Quanto precede dimostra la sempre maggiore insofferenza per l’inutilità di azioni inconcludenti che svolgono la Regione e gli Enti locali. I siciliani hanno ormai aperto gli occhi e le orecchie e sono sempre meno ricettivi ad inutili e mendaci promesse e sempre più sensibili a persone fuori dal coro, credibili e autorevoli. Purtroppo in giro non ve ne sono tante, ma ve ne è un numero sufficiente per ribaltare la situazione di arretratezza della nostra Isola.

 
La questione rimbalza immediatamente ai diversi teatrini dentro ciascun partito. In Sicilia, per fortuna, ne sono rimasti solo quattro: PdL e MpA in maggioranza, PD e UdC all’opposizione. Se non altro, il quadro si è chiarito con una maggioranza più contenuta ma più compatta (almeno così dovrebbe essere) e un’opposizione eterogenea ma unita nel contrastare il Governo Lombardo.
La Sicilia ha la fortuna di essere contornata da 15 meravigliose isole (sette Eolie, Ustica, tre Pelagie, Pantelleria e tre Egadi) possiede un brand mondiale che è Taormina e un altro importante che è Cefalù. Il Parco archeologico di Agrigento è unico in Europa, la Villa del casale di Piazza Armerina è conosciuta in tutto il mondo. Vi sono poi 829 borghi catalogati dall’assessorato regionale ai Beni culturali ma che si trovano in condizioni pietose, almeno tre teatri greci (Taormina, Siracusa e Tindari) e tante altre meraviglie della storia e della natura. Solo dei caproni politici che si sono succeduti in questi sessant’anni non hanno messo a reddito le citate meraviglie e per questo meriterebbero di essere catapultati nei gironi dell’inferno.
Ma, tant’è, non è mai troppo tardi.

La risurrezione di Lampedusa deve essere un forte segnale per l’amministrazione regionale nella direzione dell’elaborazione di un progetto che affondi le sue peculiarità nella rapida costruzione di strutture logistiche, di trasporto e informatiche.
È urgente che sul portale della Regione vengano inseriti i dati di tutta la mercanzia di cui disponiamo in modo da attrarre l’interesse della popolazione del mondo e, in maggior misura, dei nuovi ricchi, che sono milioni, quali cinesi, indiani, russi e perché no, anche quelli dell’Est europeo.
Vi è poi un capitolo dolente, che l’assessorato regionale al Turismo deve riportare in prima linea. Riguarda il controllo sulla qualità dei servizi turistici (alberghieri, di ristorazione, di trasporto, delle guide e interpreti, ecc.) in modo che vi sia sempre una competitività nel rapporto prezzi-qualità fra i servizi erogati in Sicilia e quelli di altre parti del mondo, ove la qualità prevale sull’inettitudine.

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