Dop, Igp e Stg, come ottenere il riconoscimento di qualità - QdS

Dop, Igp e Stg, come ottenere il riconoscimento di qualità

Liliana Rosano

Dop, Igp e Stg, come ottenere il riconoscimento di qualità

mercoledì 20 Aprile 2011

Accertare la storicità del prodotto e in seguito valutazione del Mipaaf

PALERMO – Il limone di Siracusa, l’arancia di Ribera e il Formaggio Piacentinu Ennese, non saranno solo buoni ma anche Dop (denominazione di origine protetta). Tre dei tanti famosi prodotti siciliani fanno ora parte dell’Olimpo del cibo rigorosamente autentico, con tanto di marchio, insieme al Carciofo spinoso di Sardegna, ai fagioli bianchi di Rotonda e ai mieli delle Dolomiti.
A promuovere una presentazione ufficiale al pubblico dei nuovi prodotti Dop, al Vinitaly tenutosi dal 7 all’11 Aprile,  è stata la fondazione Qualivita – nata per la protezione e valorizzazione dei prodotti agroalimentari – in collaborazione col Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. L’iniziativa si chiama “Anteprima DOP”  e ha voluto essere un momento di contatto tra i nuovi consorzi, la distribuzione e la stampa specializzata.
Nessun altro paese vanta tante indicazioni geografiche e denominazioni di origine protette come l’Italia: su un totale di 1012 registrazioni Eu , quelle italiane sono ben 225, di cui 140 dop, 83 igp e 2 stg – specialità tradizionali garantite – che sono la mozzarella e la pizza. 
Ma che cosa occorre per ottenere una Dop, una Igp o Stg? Prima di tutto bisogna che i produttori siano d’accordo per l’obiettivo comune. Poi è necessario accertare la storicità di un prodotto, con un comparto economico e con una filiera sviluppata. E poi deve esserci la volontà convergente di tutti gli individui ed enti di un territorio. Perché un prodotto tipico non è solo di chi lo produce, ma appartiene alla cultura di una comunità”.  
L’iter prevede infatti la valutazione da parte del Mipaaf (Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali) di tutti i requisiti e un dossier (fatto di relazioni storiche, economiche, audizioni pubbliche per ascoltare tutti quanti vogliano dire qualcosa) la cui sintesi è di fatto il disciplinare di produzione. Quindi il dossier passa a Bruxelles per un’istruttoria (in cui si esamina per esempio l’effettivo legame di quel prodotto solo con quel territorio e non con ‘doppioni’ in altri paesi). 
Tutti i vantaggi che ne hanno i produttori in termini di contribuzione e promozione regionale sono ancora maggiori dal punto di vista del consumatore. Che ha una doppia tutela: la tracciabilità di ogni singola parte della filiera e un sistema di controlli che parte dall’inizio alla fine del processo produttivo.  Per i prodotti siciliani Dop, un marchio di garanzia e di qualità che non può che aiutare nell’attività di promozione delle eccellenze enogastronomiche.

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