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Catania – Commercianti sul piede di guerra, dall’amministrazione solo silenzio

Melania Tanteri

Catania – Commercianti sul piede di guerra, dall’amministrazione solo silenzio

mercoledì 25 Maggio 2011

Totale assenza di programmazione: del Piano del commercio non si hanno notizie dal 2008. Chiesti provvedimenti concreti contro il “costante declino” del centro storico

CATANIA – Il centro storico sta morendo e l’amministrazione comunale sembra non accorgersene o, addirittura, infischiarsene.
Questo il grido di allarme delle associazioni di categoria etnee relativamente alla moria del piccolo commercio nella zona sud del centro di Catania, precisamente nell’area commerciale circostante piazza Duomo, oggi in fase di costante declino, come dimostra la quantità di botteghe sfitte o che hanno serrato i battenti.
I clienti starebbero diminuendo a vista d’occhio, secondo quanto affermato dai rappresentanti di Confcommercio e Confesercenti, che indicano come causa principale della depressione della zona l’assenza di politiche mirate, in particolare per la mobilità, da parte dell’amministrazione guidata da Raffaele Stancanelli. Lamentano, in particolare, l’assenza del Piano della viabilità nella zona, che riporti gli autobus e il trasporto pubblico nei pressi della via Garibaldi e della via Vittorio Emanuele, dopo che quest’ultima è stata interdetta ai mezzi pesanti per motivi di sicurezza.
Per questo hanno scelto piazza Mazzini per dare vita alla protesta e annunciare lo stato di agitazione della categoria se non arriveranno risposte certe e immediate.
“Il sindaco e l’assessore alla viabilità, Alberto Pasqua – ha spiegato Francesco Sorbello, rappresentante della Confcommercio etnea – ci avevano assicurato che il Piano della mobilità sarebbe stato pronto a breve e invece, dopo tre mesi, non se ne sa nulla, e l’assessore non ha dato alcuna notizia sullo stato della progettualità, nonostante i nostri solleciti”.
“La città sta morendo – ha aggiunto – le imprese e le aziende chiudono e, mentre il cuore di Catania si spegne a poco a poco, la politica continua a non occuparsene, a disinteressarsi. Bisogna collegare quest’area al resto della città”.
Il metro con cui misurare il disinteresse nei confronti della zona, secondo Sorbello, sarebbe il grado di insicurezza, di degrado e di svalutazione del patrimonio architettonico di quella parte della città, a due passi dal salotto di piazza Duomo.
E di inaccessibilità starebbe lentamente morendo anche il mercato storico della Pescheria, in cui l’utenza starebbe diminuendo a vista d’occhio proprio per le difficoltà nel raggiungere la zona, sia in macchina che con il mezzo pubblico.
“Di questo passo – ha spiegato Nino Bonaccorso, rappresentante degli operatori del mercato – si rischia di chiudere e il danno economico che ne deriverà sarà enorme dal momento che la Pescheria rappresenta, oltre che una delle caratteristiche della città, anche una delle mete favorite dei turisti”.
Un problema di programmazione, secondo Enza Lombardo, presidente di Confesercenti Catania, che sottolinea come la città sia ancora priva di un Piano del commercio, lo strumento di programmazione dello sviluppo sul territorio finalizzato a orientare in senso equilibrato e sostenibile la diffusione delle strutture commerciali.
“La legge che lo vuole è del 1971 – sottolinea la Lombardo – ma Catania non lo ha mai avuto. Nel 2008 ci è stata presentata una bozza di Piano commerciale, inserito all’interno del Piano urbanistico ma oggi non si sa niente e, nel frattempo, si procede a tentoni”.
Le associazioni di categoria, con una lettera, hanno messo al corrente il sindaco Stancanelli sullo stato di agitazione dei commercianti chiedendo con urgenza un incontro al fine di stabilire un cronoprogramma degli interventi da realizzare per “salvare” il centro storico.

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