Il caso “Priolo” finalmente arriva anche alla Camera - QdS

Il caso “Priolo” finalmente arriva anche alla Camera

Rosario Battiato

Il caso “Priolo” finalmente arriva anche alla Camera

giovedì 08 Settembre 2011

Tra le proposte suggerite l’utilizzo delle competenze dell’Enea e l’istituzione di un gruppo di lavoro di esperti in materia di progettazione antisismica. L’isolamento sismico è una priorità soprattutto per i serbatoi di stoccaggio sferici che sono particolarmente vulnerabili

ROMA – Gli effetti derivanti dal rischio sismico connesso alle aree petrolchimiche siciliane non possono più essere taciuti. Le preoccupazioni espresse nell’inchiesta dello scorso 13 luglio, e approfondite con l’illustre parere di Alessandro Martelli, responsabile del centro Enea di Bologna, sono arrivate anche alla Camera tramite un’interrogazione a risposta scritta, annunciata due giorni fa, e il cui primo firmatario è Angelo Alessandri della Lega Nord. Sotto osservazione i serbatoi di stoccaggio sferici che “si sono rivelati particolarmente vulnerabili dal punto di vista Sismico”.
“Questa interrogazione ha un obiettivo di tipo propositivo, e ha già riscontrato interesse a livello politico ed istituzionale”. Le parole di Alessandro Martelli illustrano una proposta, che attende nei fatti delle risposte di tipo concreto. Il responsabile del centro Enea di Bologna, che è stato uno dei consulenti tecnici nella stesura dell’interrogazione, già da diverso tempo lavora per sensibilizzare opinione pubblica e Istituzioni sui rischi connessi alle catastrofi naturali nelle aree industriali italiane. “Gli impianti a rischio di incidente rilevante (RIR) – si legge nel testo dell’interrogazione – devono essere adeguatamente protetti anche dalle catastrofi naturali, tra cui gli eventi sismici e gli altri fenomeni incidentali che possono essere da essi innescati (in particolare i maremoti, per terremoti violenti con epicentro in mare od anche, se questo è in prossimità della costa, in terra); tali impianti includono non solo quelli nucleari, ma anche numerose tipologie di installazioni e componenti chimici, in particolare i cosiddetti serbatoi di gas naturale liquefatto (Liquefied Natural Gas o LNG), che sono di grandi dimensioni (con volumi fino a 150.000 m3 ed oltre)”. In Sicilia l’esempio più eclatante è quello del polo petrolchimico siracusano, che viene, appunto, riportato nel testo dell’interrogazione. “Alcuni di tali impianti sono situati in aree ad elevata pericolosità sismica, come, ad esempio, in Sicilia, in quella di Milazzo od in quella di Priolo-Gargallo (dove è anche prevista la realizzazione di un importante rigassificatore)”.
 
Lavorare sulla messa in sicurezza dell’area, dove  procede anche l’iter autorizzativo per la costruzione del rigassificatore della Ionio Gas, appare fattore prioritario, dal momento che, tra le prescrizioni previste nell’ultima conferenza dei servizi, rientrava anche l’interramento dei serbatoi. Ma l’industria chimica procede e tace  sebbene da tempo in Italia siano disponibili mappe riguardanti sia il rischio sismico (Priolo è tra le aree più instabili) sia quello da maremoto per gli impianti chimici. Eppure l’Italia è ancora senza una normativa organica ed adeguata per proteggere la popolazione dai rischi connessi al sisma o agli tsunami.
Il vento deve cambiare. L’isolamento sismico deve diventare una priorità dell’agenda politica italiana e siciliana. “I serbatoi di stoccaggio sferici – si legge nell’interrogazione – si sono rivelati particolarmente vulnerabili dal punto di vist sismico, a causa della grande massa del fluido in essi disposta ad una notevole altezza dal suolo e della scarsa resistenza ai carichi orizzontali offerta dal sistema dei controventi in essi presente; per il loro retrofit, è risultato che, quando il valore di progetto dell’accelerazione massima orizzontale del terreno in caso di sisma”.
Le coordinate per cominciare a lavorare esistono. L’Enea, ad esempio, dispone “di notevoli altre competenze nel settore impiantistico, sviluppate in ambito nucleare, che potrebbero essere molto utilmente impiegate a supporto della progettazione strutturale e realizzazione di nuovi impianti e componenti chimici RIR e di interventi di retrofit su quelli esistenti”. L’interrogazione propone inoltre anche l’istituzione di “un gruppo di lavoro italiano, integrato, se ritenuto opportuno, da alcuni esperti di fama internazionale, con lo scopo di scrivere la guida tecnica (GT) per la progettazione antisismica degli stabilimenti RIR”.

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