“Per arginare la crisi istituire tavolo tecnico” - QdS

“Per arginare la crisi istituire tavolo tecnico”

Lucia Russo

“Per arginare la crisi istituire tavolo tecnico”

venerdì 25 Novembre 2011

Lettera di Cascio presidente Ars al presidente della Regione, Lombardo. In discussione la quota di compartecipazione alla Sanità

PALERMO – “Arginare l’onda d’urto della crisi” è l’appello del presidente dell’Assemblea regionale, Francesco Cascio, che suggerisce anche come: promuovendo un tavolo tecnico con imprenditori, dirigenti bancari e con i responsabili di ogni ordine e grado dell’organigramma regionale. Trattasi del contenuto di una lettera inviata al governatore Raffaele Lombardo.
 
“Il perdurare della grave crisi finanziaria e sociale che attanaglia ormai da diversi anni l’intera economia mondiale e quindi, quella già per altro debole della nostra Regione, – sostiene Cascio – ci impone, una ulteriore e più attenta riflessione”. “A tal proposito, ciò che temo in particolar modo, è che la ‘politica dei sacrifici’, che il nuovo Governo nazionale sarà costretto – sottolinea – ad approntare, possa gravare ulteriormente su questa già assai critica situazione complessiva, implementando, nello specifico, le insolvenze e le difficoltà delle imprese e, determinando, così, il collasso del sistema e dei livelli occupazionali già fortemente compromessi”.
E a proposito di sacrifici, dopo la strigliata della Corte dei Conti, la Regione, nella persona del ragioniere generale, Vincenzo Emanuele, ha reso noto che intende insistere sul riportare al 42,50% la quota di compartecipazione della Regione alla spesa sanitaria, che dagli anni ‘90 è bruscamente aumentata, passando in ultimo al 49,11%, con una maggiore spesa di 635 milioni di euro. Un salto dettato da un accordo ben preciso con lo Stato, oggi disatteso, in quanto, tale quota di compartecipazione doveva essere limitata al triennio 2007/10.
A proposito di Sanità, le Regioni – rende noto l’Ansa – si apprestano a discutere del riparto del Fondo sanitario 2012, pari quest’anno a 108,779,684 milioni di euro, e già si profilano aspre polemiche all’orizzonte, in particolare tra Regioni del Nord e del Sud.  Il riparto del ministero della Salute prevede il 5% dei fondi per la prevenzione, il 51% per la medicina distrettuale e il 44% per la ospedaliera.  Ma non appena è arrivato all’attenzione delle Regioni, il nuovo riparto ha scatenato un mare di polemiche. “Non soltanto vengono confermati i criteri dello scorso anno – osserva Tommaso Fiore, assessore alla Sanità in Puglia – ma per la prima volta un ministro fa il ‘lapis’ – si riferisce a Ferruccio Fazio – a quelle che dovrebbero essere le decisioni prese dai presidenti delle Regioni, pretendendo di sostituirsi, in qualche modo, a loro. Chiediamo che il neo ministro della Salute Balduzzi ritiri questo decreto e ne formuli un altro, d’intesa con le Regioni, che preveda nuovi criteri”.
 
Torna dunque in ballo la questione della ‘deprivazione’ – ovvero il concetto per cui il riparto dei fondi sanitari avviene anche in base alle condizioni socio-economiche della Regione – che tanto aveva diviso, lo scorso anno, le Regioni: quelle del sud chiedevano che tra si tenesse conto delle condizioni socio-economiche delle popolazioni, notoriamente più critiche al Mezzogiorno, le seconde insistevano sui criteri tradizionali, ovvero il conteggio della popolazione e il ‘peso’ degli anziani.
Ieri, intanto, è stata convocata una prima riunione di un gruppo di lavoro di tecnici delle Regioni per tentare di districare la ‘matassa’. Occorre trovare un accordo entro gennaio, altrimenti si applicherà il riparto decretato dall’ex ministro Fazio.

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