“La misura introdotta dal decreto Monti sulla tassazione indiscriminata del transito e dello stazionamento dei natanti da diporto, così come formulata, – sostiene il senatore siciliano Antonio D’Alì – crea delle pericolose distorsioni su un settore volano dello sviluppo turistico del Paese e del Mezzogiorno in particolare”.
Oltretutto D’Alì da tempo segue molto da vicino le situazioni collegate ai diportisti essendo presidente della Commissione Territorio, Ambiente e Beni Ambientali del Senato: “È indubbio – continua D’Alì – che non si possano utilizzare gratuitamente strutture demaniali e di proprietà statale, ma la logica della manovra avrebbe dovuto essere meglio tarata su una valutazione delle realtà reddituali, alle volte anche speculative, nel possesso e nella gestione delle strutture diportistiche. Ma si deve anche adeguatamente considerare che una generalizzazione ed un’estensione a tappeto della tassa potrebbe generare preoccupanti effetti depressivi e di delocalizzazione in un settore che in un momento di forte crisi economica si è invece dimostrato anticiclico e foriero di sviluppo economico ed occupazionale anche e soprattutto nel Sud del Paese e nei territori insulari”.
Sempre secondo il parlamentare la salvaguardia delle economie locali, e quindi la giusta tutela che l’indotto del turismo nautico apporta nei sistemi di fascia costiera, inclusi quelli di aree marine protette, deve suggerire al Governo un’ulteriore riflessione verso l’opportunità di modificare la norma come presente nella manovra. La misura introdotta dal governo Monti prevede una tassa per i “diritti di stazionamento delle imbarcazioni”. Secondo i dati del Rapporto sul Turismo Nautico relativo al 2010 la Sicilia sarà certamente una delle regioni che maggiormente contribuirà agli introiti del governo nazionale per ciò che concerne la tassa sulle barche.
Infatti soltanto lo scorso anno in Sicilia sono state costruite altre 7 infrastrutture portuali, che si aggiungono a quelle esistenti, e rappresenta il numero più alto di investimenti. Secondo Assomarinas, l’Associazione italiana dei porti turistici, ogni posto barca genera un posto di lavoro fisso e questo si spera che in Sicilia corrisponda a realtà. Intanto c’è anche da dire che la manovra del governo nazionale prevede anche la nascita di una Autorità per i trasporti.
C’è da sottolineare che già la Regione ha recentemente stangato i possessori di beni di lusso attraverso la finanziaria e il bilancio 2012 con cui si introduce un contributo per la tutela e la sostenibilità ambientale a carico di barche (da 14 a 24 metri), navi (da 24 a 60 metri) o aerei privati che, nel periodo dal primo giugno al 30 settembre, attraccheranno nei porti e negli aeroporti dell’Isola.