Diportisti stangati, è polemica nell’Isola - QdS

Diportisti stangati, è polemica nell’Isola

Michele Giuliano

Diportisti stangati, è polemica nell’Isola

mercoledì 28 Dicembre 2011

L’introduzione della tassa sull’attracco delle barche nei porti fa discutere in Sicilia dove, di recente, sono sorte 7 nuove strutture. Si teme un ritorno negativo d’immagine per i porti siciliani dove già ci sono grandi difficoltà

PALERMO – Dalla Sicilia si solleva un polverone attorno al decreto del governo nazionale che introduce un tassa sullo stazionamento delle barche di privati nei porti. Un balzello che ovviamente inciderà probabilmente in Sicilia più che in ogni altra parte d’Italia dal momento che questa regione ha uno dei più alti numeri di strutture portuali essendo un’isola.
“La misura introdotta dal decreto Monti sulla tassazione indiscriminata del transito e dello stazionamento dei natanti da diporto, così come formulata, – sostiene il senatore siciliano Antonio D’Alì – crea delle pericolose distorsioni su un settore volano dello sviluppo turistico del Paese e del Mezzogiorno in particolare”.
Oltretutto D’Alì da tempo segue molto da vicino le situazioni collegate ai diportisti essendo presidente della Commissione Territorio, Ambiente e Beni Ambientali del Senato: “È indubbio – continua D’Alì – che non si possano utilizzare gratuitamente strutture demaniali e di proprietà statale, ma la logica della manovra avrebbe dovuto essere meglio tarata su una valutazione delle realtà reddituali, alle volte anche speculative, nel possesso e nella gestione delle strutture diportistiche. Ma si deve anche adeguatamente considerare che una generalizzazione ed un’estensione a tappeto della tassa potrebbe generare preoccupanti effetti depressivi e di delocalizzazione in un settore che in un momento di forte crisi economica si è invece dimostrato anticiclico e foriero di sviluppo economico ed occupazionale anche e soprattutto nel Sud del Paese e nei territori insulari”.
Sempre secondo il parlamentare la salvaguardia delle economie locali, e quindi la giusta tutela che l’indotto del turismo nautico apporta nei sistemi di fascia costiera, inclusi quelli di aree marine protette, deve suggerire al Governo un’ulteriore riflessione verso l’opportunità di modificare la norma come presente nella manovra. La misura introdotta dal governo Monti prevede una tassa per i “diritti di stazionamento delle imbarcazioni”. Secondo i dati del Rapporto sul Turismo Nautico relativo al 2010 la Sicilia sarà certamente una delle regioni che maggiormente contribuirà agli introiti del governo nazionale per ciò che concerne la tassa sulle barche.
Infatti soltanto lo scorso anno in Sicilia sono state costruite altre 7 infrastrutture portuali, che si aggiungono a quelle esistenti, e rappresenta il numero più alto di investimenti. Secondo Assomarinas, l’Associazione italiana dei porti turistici, ogni posto barca genera un posto di lavoro fisso e questo si spera che in Sicilia corrisponda a realtà. Intanto c’è anche da dire che la manovra del governo nazionale prevede anche la nascita di una Autorità per i trasporti.
C’è da sottolineare che già la Regione ha recentemente stangato i possessori di beni di lusso attraverso la finanziaria e il bilancio 2012 con cui si introduce un contributo per la tutela e la sostenibilità ambientale a carico di barche (da 14 a 24 metri), navi (da 24 a 60 metri) o aerei privati che, nel periodo dal primo giugno al 30 settembre, attraccheranno nei porti e negli aeroporti dell’Isola.
 

Applicata nella sostanza una tassa sul lusso
La nuova imposta riguarderebbe non il possesso di una imbarcazione ma il suo stazionamento in un porto turistico. Si tratta in sostanza della cosiddetta “tassa sul lusso” che colpirà le auto più potenti, le banche e gli aerei. Secondo quanto prevede la nuova manovra da 30 miliardi di euro varata dal nuovo governo nazionale, il prelievo sarà differenziato: sulle auto si pagherà un bollo più alto a partire da 170 chilowatt (20 euro a chilowatt oltre i 170); per i natanti si applicherà sul posto barca, anche per lo stazionamento di un giorno; per gli aerei varierà in base al peso. In particolare, si legge nella bozza della manovra, dall’1 maggio 2012 "le navi ed imbarcazioni da diporto nazionali ed estere, che stazionino in porti marittimi nazionali, navighino o siano ancorate in acque pubbliche anche se in concessione a privati, sono soggette al pagamento della tassa per ogni giorno o frazione di esso": 7 euro giornalieri per le imbarcazioni da diporto di lunghezza da 10,01 metri a 12 metri; 12 euro per quelle di lunghezza da 12,01 metri a 14 metri; 40 euro per le imbarcazioni da 14,01 a 17 metri; 75 euro per quelle da 17,01 a 24 metri; infine 150 euro al giorno per le navi da diporto di lunghezza da 24,01 metri. (mg)

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