Alla politica si impone l’austerità che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha applicato al Quirinale e che è stata seguita adesso dal premier Monti che, con una direttiva, ha invitato i ministri a risparmiare su consulenze, spese di rappresentanza e convegni. Cosa chiedere innanzitutto ai nostri deputati? Di abrogare con una semplice legge regionale l’equiparazione al Senato per allineare l’Assemblea al Consiglio regionale della Lombardia. Per la giunta Lombardo, invece, è d’obbligo la riduzione delle indennità di presidente e assessori a livello di quelli della giunta della Regione Lombardia, dimezzare viaggi e auto blu e ridurre i consulenti a due per assessore. Vanno tagliati, inoltre, i 49 milioni di euro promessi l’anno scorso a tutte le associazioni, fondazioni e enti amici di questo o quel politico. Niente per nessuno, questo impone l’austerità. è intollerabile, infatti che in tempi di magra pochi continuino a ricevere, perché ben intrecciati con i politici, a discapito di molti. Giustizia ed equità richiedono niente per nessuno.
Il personale della Regione deve rinunciare ai privilegi di cui ha goduto fino ad oggi. Stop a Aran Sicilia e al Fondo pensioni dei regionali. Occorre applicare i contratti dei ministeriali, con stipendi più bassi del 49% e affidare la gestione del sistema pensionistico all’Inpdap, come tutte le altre Regioni d’Italia. Infine per il calcolo delle pensioni va applicata la legge nazionale, per un risparmio pari alla metà del valore delle pensioni fino ad oggi erogate. Se non sarà possibile applicarlo retroattivamente, si potrà, però, fare in modo, per chi è andato in pensione prima del 2012, che la parte eccedente vada versata alla stessa Regione a titolo di contributo di solidarietà. In questo modo la Regione, solo dalle pensioni dei regionali potrebbe recuperare 321 milioni di euro.
La Regione si dovrebbe intestare la battaglia all’illegalità e alla corruzione che comporta ogni anno un danno erariale fino a 130 milioni di euro. Dovrebbe istituire Nuclei investigativi interni in modo da spingere i dirigenti a denunciare gli illeciti perché, altrimenti andrebbero incontro al licenziamento.
La trasformazione delle Province in Consorzi di Comuni, le Province consortili, così come sono state denominate dal” Quotidiano di Sicilia”, farebbe risparmiare 550 milioni sui complessivi attuali costi di 1.100 milioni di euro.
Le società partecipate regionali, il cui fallimento è conclamato anche dalle commissioni di indagine insediate all’Ars, vanno vendute ai privati sia per tagliare le spese del personale che per azzerare le perdite che la Regione ha subito.
Sulla sanità il “Quotidiano di Sicilia” focalizza l’attenzione solo su due voci, ovvero spesa farmaci e mobilità sanitaria passiva (i siciliani che vanno a curarsi fuori). In verità sono molte le voci di spesa che si potrebbero ridurre (personale in esubero, vendere macchinari mai utilizzati), ma abbiamo preso in considerazione quelle per le quali già lo stesso assessorato regionale alla Salute sta lavorando per ridurle. Come? Migliorando la qualità dei servizi sanitari in Sicilia e l’informazione sui farmaci.