Per essere sentito dai magistrati palermitani nell'ambito dell'inchiesta della Dda che ha portato agli arresti del consulente per l'energia della Lega Nord Paolo Arata e dell'imprenditore mafioso Vito Nicastri. Un affare da quindici milioni di euro
L’assessore regionale all’Energia Alberto Pierobon è arrivato in Procura, a Palermo, per essere sentito come persona informata sui fatti dall’aggiunto della Dda Paolo Guido e dal pm Gianluca De Leo nell’ambito dell’inchiesta su un giro di mazzette alla Regione, pagate per facilitare il rilascio di autorizzazioni per la realizzazione di impianti di energie rinnovabili.
Un affare di oltre quindici milioni di euro con al centro l’imprenditore mafioso Vito Nicastri e il faccendiere Paolo Arata, consulente per l’energia della Lega Nord, arrestati insieme ai rispettivi figli e ai due funzionari della Regione che avrebbero preso le tangenti, e accusati, a vario titolo, di corruzione e intestazione fittizia di beni.
Nella stessa indagine, nelle scorse settimane, sono stati sentiti il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè e gli assessori regionali alle Attività produttive e al Territorio Mimmo Turano e Totò Cordaro.
Cordaro ha raccontato ai pm di aver avuto l’impressione che il collega di Giunta Pierobon sollecitasse l’evasione celere di due pratiche riferibili a impianti che dovevano essere realizzati da una società riconducibile ad Arata.