Lavoro. Politiche clientelari e giovani “dimenticati”.
Un esercito. Nell’ultimo biennio, tra bandi partiti o che stanno già partendo, si conta l’immissione sul mercato di 17.000 tirocinanti che costeranno la bellezza di 330 milioni di euro.
Aspettative. Un’operazione che punta ad avere ricadute immediate di tipo politico, creando nuovo precariato e inutili aspettative, invece di dare risposte che possono creare duratura occupazione
Senza diritti e garanzie, spesso vittime del sistema imprenditoriale senza scrupoli che assume quando ci sono gli incentivi, butta fuori quando invece deve cominciare a scucire i soldi. Stiamo parlando dei tirocinanti, giovani disoccupati che aspirano ad un posto di lavoro che però diventa sempre più una chimera. Prima di tutto perché la materia che regola il tirocinio, lo stage o il work experience (che nella sostanza sono quasi la stessa cosa) è lacunosa. Ad esempio, al datore di lavoro che ha usufruito del tirocinante a costo zero per un determinato periodo di tempo, non dà alcun obbligo di assunzione. Nonostante questa lacuna clamorosa, in Sicilia si continua a spendere e spandere senza intaccare questo sistema malato.
(continua)