Cercano di organizzarsi, ma restano sempre pochini. Il paradosso della destra che, durante le manifestazioni, parla di "lasciapassare fascista". Venerdì scaricati quasi sette milioni di certificati
Il popolo del ‘no green pass’ non ferma la sua protesta e ieri è tornato in piazza in molte città, come Milano, Torino, Aosta, Firenze, Roma e Napoli, per dire no all’obbligo di esibire il certificato dell’avvenuta vaccinazione per sedersi all’interno di bar e ristoranti, per entrare in palestra o visitare un museo.
L’obbligo di esibire il green pass secondo i manifestanti, che hanno organizzato le mobilitazioni con un tam tam sull’app di messaggistica Telegram, si tratta di un “lasciapassare fascista”.
Un paradosso, visto che la maggior parte di loro è d’estrema destra e Forza nuova, tra i principali promotori delle proteste, ha reso noto che cancellerà i propri iscritti che scaricheranno il certificato verde.
Ma l’esiguo popolo del “no green pass” – qualche migliaio in tutt’Italia, a fronte dei quasi trecentomila francesi – si ritiene “discriminato” e sfila, come avvenuto a Milano, indossando la stella di David con la scritta “non sono vaccinato”.
Un messaggio osceno, come hanno già sottolineato la senatrice a vita Liliana Segre e le organizzazioni ebraiche, falso e privo di senso: il vaccino serve a salvare vite, con la stella di David venivano contrassegnati gli ebrei che nazisti e fascisti indirizzavano ai campi di sterminio.
La protesta dei “no green pass” è comunque sempre più residuale, visto che il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulle sue pagine social ha informato che “solo nella giornata di venerdì sono stati scaricati oltre 6,7 milioni di certificati verdi”.
Un numero che secondo il ministro “è un segno della grande collaborazione e del senso di responsabilità mostrato dagli italiani. Con Green Pass e vaccini contrastiamo il Covid e viviamo un’estate più sicura”.
Il maggior numero di manifestanti ieri si è registrato a Milano, con un corteo non autorizzato in cui, secondo gli organizzatori, ci sarebbero state cinquemila persone, tra cui, a quanto risulta dai social, esponenti della Lega, di Fratelli d’Italia e di Forza nuova.
Roma il solito migliaio di persone si è radunato in piazza del Popolo per il sit-in, autorizzato, organizzato dal comitato Nonna Maur. Tra i partecipanti anche qui esponenti di Forza Nuova e applausi, come in altre città italiane, per il medico mantovano Giuseppe De Donno, che rilanciò la terapia con plasma autoimmune e da poco suicidatosi.
Micromanifestazioni anche a Napoli, dove meno di duecento aderenti alla galassia dei movimenti no vax e contro il green pass si sono radunati in piazza Dante e poi hanno dato vita a un corteo non autorizzato, a Firenze, dove un gruppuscolo ha manifestato sotto la sede del quotidiano La Nazione, per protestare contro i giornalisti, a Torino, dove il corteo è stato disperso dalla pioggia.
Il decreto che introduce le nuove misure relative al green pass è stato pubblicato intanto sulla Gazzetta ufficiale.
Tra le novità c’è la modifica del limite massimo di capienza per le competizioni sportive e per gli spettacoli aperti al pubblico che sale al 35% mentre nei precedenti provvedimenti era al 25%.
Per quanto riguarda gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerti, cinema, locali di intrattenimento e musica dal vivo, la capienza autorizzata è sempre del 35% ma “con un numero di spettatori non superiore a 2.500”.
Si attendono chiarimenti, invece, sul controllo dei documenti da parte dei ristoratori (e non solo).
I gestori dei locali devono chiedere ai clienti che consumano all’interno il green pass ma il decreto del governo non prevede che debbano verificare anche i documenti di identità, cosa che spetterebbe alle forze dell’ordine.
Sulla app utilizzata dai gestori per controllare la validità del green pass viene specificato però che per “completare la verifica” bisogna verificare i dati anagrafici della persona attraverso un documento di identità valido.