L’azienda ha i conti in regola e non produce debiti: l’unico caso tra le partecipate di Palazzo Zanca. L’acqua costa il 20% in più. La Rosa: “Tutto regolare, in base agli indici Istat”
MESSINA – “Solo regolari aumenti in base agli indici Istat, obbligatori per legge”, assicura l’ing. Luigi La Rosa, direttore generale dell’Amam. Intanto, però, i messinesi anche per quest’anno vedranno le tariffe idriche aumentare in modo esponenziale. Nel giro di soli tre anni, infatti, il costo di 10 mc/mese di acqua per uso domestico è lievitato da 0,302 € a 0,365 €, ovvero un buon 20%.
“Erano 10 anni che non si effettuavano gli adeguamenti, così il precedente Consiglio di Amministrazione della società (Presidente Domenico Battaglia, nda) aveva studiato nel 2007 una strategia di recupero in tre anni, che ha portato anche per l’anno 2009 a dei normalissimi aumenti. E si consideri – aggiunge ancora La Rosa – che in questi anni abbiamo dovuto far fronte agli aumenti di tutti i nostri fornitori, tra tutti l’erogatore di energia elettrica, la nostra spesa principale”.
Sette sono in effetti i milioni annualmente spesi dall’Amam per le forniture elettriche, pari al 30% circa dell’intero bilancio della Spa, comunque in ordine. “Dal 1998 ad oggi non è mai avvenuto alcun trasferimento di somme da parte del Comune, i nostri bilanci sono sempre stati chiusi in attivo o in pareggio, anche se con difficoltà”. La maggiore della quale risulta senza alcun dubbio la presenza di un grandissimo numero di crediti, per un totale di 60 milioni di euro che si sono via via accumulati negli anni senza che l’azienda ne pretendesse i pagamenti forzosi. “Oggi, però, l’attività di recupero crediti è affidata ad un’azienda specializzata nel settore (Fire Spa, nda) e si riescono a recuperare fino a 7 milioni di euro l’anno. Per i morosi che non pagano le utenze degli anni passati, poi – spiega sempre La Rosa, – stiamo procedendo al taglio delle forniture, già effettuato in molti casi”.
60 milioni di euro. Si potrebbe pensare che l’aumento generalizzato delle tariffe sia stata una diretta conseguenza del mancato introito, e che se in passato tutti avessero pagato le bollette, queste oggi sarebbero più leggere, ma è un’ipotesi conti alla mano da scartare. I soldi recuperati in maniera forzosa, infatti, oggi costituiscono una buona fetta dei bilanci della Spa, e senza di essi difficilmente si potrebbe raggiungere il pareggio economico-finanziario.
L’Amam, inoltre, è l’unica società partecipata del Comune a non produrre debiti e a non pesare sulle casse di Palazzo Zanca. A completamento dell’informazione, però, va detto che le società che si occupano della gestione delle reti idriche nel resto di Italia hanno in genere utili considerevoli, piante organiche regolarmente rispettate, possibilità di investire forti cifre nel settore infrastrutturale. E questo l’Amam, oggi, non è in grado di farlo.
Pianta organica. “Non possiamo mantenere ulteriori carichi”
Messina – 145 dipendenti nella pianta organica, 82 gli effettivi. “Purtroppo la nostra struttura è ancora gravemente sottostimata, ma non possiamo prevedere nuove assunzioni perché non siamo in grado di mantenere ulteriori carichi sul bilancio”. Eppure, l’attuale spesa per i dipendenti dell’Amam, che si aggira intorno ai 2,5/3 mln di euro l’anno (meno del 10% dell’intero bilancio), potrebbe forse consentire investimenti in tal senso. Sta di fatto, però, che seppure come ricorda La Rosa la struttura è sottodimensionata, pure la pianta organica potrebbe essere sovradimensionata. “Svolgiamo tranquillamente l’attività ordinaria senza grosse urgenze”, assicura il direttore generale, “e d’altra parte noi ci occupiamo solo di gestione di reti idriche, di cui non siamo proprietari, e quindi su queste abbiamo obblighi esclusivamente di manutenzione, che forse gestiamo un po’ a rilento per la mancanza di personale, ma sempre in modo efficiente e veloce”.