Acqua, preferisce quella del rubinetto il 77% degli italiani - QdS

Acqua, preferisce quella del rubinetto il 77% degli italiani

Marco Carlino

Acqua, preferisce quella del rubinetto il 77% degli italiani

martedì 07 Luglio 2020

Lo studio Open Mind Research: percentuale in crescita del 4% rispetto allo scorso anno. I motivi? Comodità, costi minori e una maggiore attenzione alle tematiche ambientali

MILANO – Gli italiani adesso preferiscono l’acqua del rubinetto. Secondo uno studio condotto da Open Mind Research su un campione di 2000 individui e presentato da Aqua Italia (federata Anima – Confindustria), il 77,6% della popolazione italiana ha dichiarato di aver bevuto acqua del rubinetto (trattata e non) negli ultimi 12 mesi, con un tasso di crescita vicino al 4% rispetto allo stesso dato del 2018. “I motivi sono riconducibili – spiega Aqua Italia – alle nuove abitudini dei consumatori che si allineano al cambiamento del quadro socio-economico soprattutto in tema di ambientalismo”.

Tra tutti coloro che la bevono, il 48,7% dichiara di farlo sempre o quasi sempre. I motivi? “Comodità nel disporne” (per il 25%), “attenzione per l’ambiente” (24,8%), ossia evitare di trasportare e smaltire bottiglie di plastica.

Il dato è significativamente più alto rispetto agli anni precedenti, soprattutto per i più giovani (18-24 anni) con il 43,7% contro il 32,1% della media nazionale, probabilmente per il cosiddetto “effetto Greta Thunberg”. A seguire la consapevolezza che “l’acquedotto comunale fa maggiori controlli sull’acqua rispetto ai produttori dell’acqua in bottiglia” (24%), alla bontà dell’acqua “la bevo perché è buona” (23,2%) ed al “minor costo rispetto all’acqua in bottiglia” (19,7%).

In crescita anche la presenza nelle case di almeno un sistema di affinaggio dell’acqua che permette di trattare l’acqua del rubinetto da bere, per ottenere migliori caratteristiche organolettiche, è infatti il 28% a dichiarare di ricorrere a questi strumenti. Tra questi sistemi, l’8,6% è rappresentato dalle caraffe filtranti, l’11,1% dai sistemi per l’eliminazione del cloro (erano il 6,3% nel 2018) e il 2,8% dagli apparecchi con sistema di osmosi inversa.

La ricerca rileva anche la presenza di almeno un apparecchio soprattutto nelle famiglie più numerose (41,3% nelle famiglie con 4 componenti, 39,2% nelle famiglie con 5 o più componenti) e nelle famiglie con il capofamiglia con età fino a 34 anni (51,8%).

Non solo, tra tutti coloro che hanno un apparecchio di affinaggio dell’acqua domestico, uno su tre ha sottoscritto un abbonamento per la manutenzione periodica. Alla domanda se sia propensi a bere acqua trattata del rubinetto fuori casa, il 27,3% degli intervistati ha dichiarato di berla negli esercizi commerciali (+3,6% rispetto al 2018) mentre il 51% la berrebbe, qualora venisse loro offerta. In generale tra coloro che hanno già un’abitudine al consumo dell’acqua potabile nella propria casa si riscontra una maggiore consuetudine al consumo di acqua trattata negli esercizi commerciali (bar e ristoranti).

L’indagine di Aqua pone l’accento anche sull’approvvigionamento dell’acqua da bere fuori casa: a questo proposito ben il 64,4% ha risposto per l’acquisto di acqua in bottiglia (48% da bar/negozi e 16,4% da distributtoori automatici a pagamento). Un comportamento questo che risulta più accentuato tra chi beve raramente o mai l’acqua del rubinetto (72,4%). Il 41,2% preferisce portarsi l’acqua da casa, soprattutto chi è abituato a consumarla direttamente dal dispositivo di casa.

In ultima battuta, quanto alla preoccupazione degli italiani nei confronti della presenza di sostanze contaminanti nell’acqua del rubinetto, il 26,8% (-8% rispetto al 2018) si è dichiarato estremamente preoccupato e il 62,6% abbastanza preoccupato.

Tra chi ha già un’abitudine al consumo dell’acqua potabile del rubinetto, si riscontra una preoccupazione per i contaminanti chimici più bassa della media della popolazione (appena il 14% contro il 26,8%). Invece, per chi non beve acqua del rubinetto, il livello di preoccupazione, rispetto alla media della popolazione, è decisamente più elevato, attestandosi intorno al 39%.

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