Acquisti bio, in 10 anni +217% nella Gdo - QdS

Acquisti bio, in 10 anni +217% nella Gdo

Liliana Rosano

Acquisti bio, in 10 anni +217% nella Gdo

giovedì 10 Ottobre 2019

Crescita costante dei prodotti biologici e la Sicilia è prima in Italia per superificie così coltivata. Il segmento salutista vale il 3% dell’intero mercato agroalimentare: nel 2018 spesi 2,5 mld

CATANIA – Primato per la Sicilia che conquista il podio come regione italiana con la più grande estensione di superficie biologica. Si tratta di 385,5 mila ettari di superfice destinata interamente all’utilizzo biologico. Un dato contenuto nell’ultimo Rapporto Ismea “Bio in cifre 2019” su dati Nielsen, presentato al recente salone Sana di Bologna dedicato al mondo del biologico.

Sebbene gli ettari siciliani nel 2018 siano in diminuzione del 9,8 per cento rispetto al 2017 (allora erano 427 mila), l’Isola si conferma “regina degli ettari biologici”, seguita da Puglia, Calabria ed Emilia Romagna, con un’incidenza sul totale nazionale pari al 26,8 per cento.

Secondo posto per la Sicilia sul dato degli operatori biologici. Questa volta il primato tocca alla Calabria con 11.030 unità, secondo posto della Sicilia (10.736 unità,) seguita dalla Puglia (9.275 unità).

Gli incrementi a doppia cifra del 2018, rispetto all’anno precedente, si registrano in Campania (43%), Emilia-Romagna (20%), Lombardia (18%), Provincia Autonoma di Bolzano (15%), Friuli-Venezia Giulia (13%) e Abruzzo (11%).

L’elaborazione dei dati nazionali relativi agli operatori biologici evidenzia, rispetto all’anno 2017, un incremento del 4%, con oltre 3 mila operatori in più, per un numero totale di 79.046 unità, inseriti nel sistema di certificazione per l’agricoltura biologica. Nel dettaglio, si hanno 58.954 produttori esclusivi (aziende agricole) 9.257 preparatori esclusivi e 10.363 produttori/preparatori e 472 importatori.

La maggior parte della superficie biologica siciliana è destinata alla coltura foraggera seguita da quella dei cereali, ulivo e vite. Il resto della superfice biologica è destinata agli ortaggi, frutta, agrumi e altre colture seminative.

Una sola è invece l’azienda biologica siciliana specializzata in acquacoltura bio, rispetto al totale di 53 aziende nazionali e di 22 aziende in Emilia Romagna, regione che guida un trend sempre più in crescita.

L’acquisto di alimenti e bevande con l’etichetta “Bio” continua a crescere in Italia: il segmento salutista vale ancora solo il 3% dell’intero mercato agroalimentare, ma ha sfiorato nel 2018 i 2,5 miliardi di euro spesi. E il trend si conferma anche nel 2019, con una ulteriore crescita degli acquisti (seppur in rallentamento rispetto alla media degli ultimi anni) nel canale domestico del +1,5%, nonostante le condizioni meteo avverse abbiamo limitato l’offerta di molte produzioni.

A trainare quello che non può essere definito un boom ma comunque una crescita solida e costante, è soprattutto la Grande distribuzione organizzata (+5,5% in valore sulla prima metà del 2018), che negli ultimi 10 anni ha visto crescere le vendite di prodotti agroalimentari bio del 217% (più che triplicate). Attraverso un ampio assortimento dell’offerta e a prezzi competitivi il canale moderno ha avvicinato il biologico a nuove e ampie fasce di consumatori, di fatto traghettando il comparto fuori dalla dimensione di nicchia delle origini, per trasformarlo in uno stile di vita ampiamente diffuso e consolidato nelle abitudini alimentari delle famiglie italiane.

Nessuna sorpresa neppure sulla ripartizione geografica della spesa bio lungo lo stivale. Le stime per il primo periodo del 2019 confermano la leadership del Nord pur evidenziando una confortante crescita del 7,0% nel Mezzogiorno; il gap da colmare resta comunque evidente se si focalizza l’attenzione sulla quota di consumi del Sud limitata all’11,6% del totale Italia.

In Sicilia e nelle Isole, il comparto delle vendite bio che traina di più è quello del miele (16 %) mentre reggone bene vini e spumanti bio (15,3% sul totale delle vendite) e prodotti ittici (15%).

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