Agrigento, conclusione per il progetto MonumentiAmo - QdS

Agrigento, conclusione per il progetto MonumentiAmo

Irene Milisenda

Agrigento, conclusione per il progetto MonumentiAmo

giovedì 02 Febbraio 2023

La collaborazione tra Arcidiocesi e Ordine degli architetti ha prodotto degli elaborati che hanno certificato le condizioni di stabilità e vulnerabilità sismica dei beni di proprietà ecclesiastica

AGRIGENTO – Chiese e monumenti ecclesiastici, ricadenti nel territorio della Città dei Templi, sono stati oggetto di un’intensa campagna di raccolta dati sulle loro condizioni di stabilità e vulnerabilità sismica.

Il progetto MonumentiAmo, nato a seguito del protocollo di intesa sottoscritto tra l’Arcidiocesi-Ufficio Beni culturali ecclesiastici e l’Ordine degli architetti agrigentino, si è concluso nei giorni scorsi con la consegna delle schede e degli elaborati redatti dai volontari di Protezione civile.

Tra i monumenti che hanno fatto registrare un indice di vulnerabilità sismica più alto, seppur comunque moderato, le chiese di San Nicola, Sant’ Alfonso e di Santa Maria degli Angeli per le quali sono stati suggeriti interventi per il consolidamento di alcuni elementi strutturali.

“Con il progetto MonumentiAmo – ha commentato il presidente dell’Ordine degli architetti, Rino La Mendola – abbiamo alimentato una sorta di banca dati sulla vulnerabilità sismica di gran parte del patrimonio dei beni culturali ecclesiastici, evidenziando la pericolosità di singoli elementi strutturali, quali facciate, navate, coperture, torri campanarie”.

“Dai risultati riportati nelle schede – ha evidenziato La Mendola – è emerso un patrimonio ecclesiastico in discreta salute dal punto di vista strutturale”.

Un percorso che in ogni caso porterà certamente a processi positivi per la salvaguardia del patrimonio architettonico e storico artistico della Diocesi e della provincia.

“Un servizio importante – ha affermato l’arcivescovo Alessandro Damiano – per la prevenzione e la custodia di questo patrimonio, ma anche la promozione del territorio e dei beni culturali che contiene e diventano volano per le altre istituzioni, per il turismo e per la cura dei prospetti, di campanili, cupole e quadri”.

“Tutta l’Italia – ha concluso – ha un patrimonio immenso, con un Museo che comincia dalle Alpi e finisce in Sicilia”.

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