Alimenti bio e senza lattosio, quasi un salasso - QdS

Alimenti bio e senza lattosio, quasi un salasso

Serena Giovanna Grasso

Alimenti bio e senza lattosio, quasi un salasso

venerdì 24 Maggio 2019

Federconsumatori: mangiare cibi biologico costa il 60% in più, il +82% per i prodotti senza lieviti. Cresce l’attenzione verso gli aspetti nutrizionali, ma aumentano anche le allergie alimentari

PALERMO – È in continua crescita il numero di italiani che sceglie prodotti senza lattosio, senza olio di palma, light, arricchiti con Omega3 o fibre, integrali e biologici.

La sensibilità al tema della corretta alimentazione si sta diffondendo rapidamente e sempre più spesso gli acquisti si orientano verso prodotti che si ritiene possano apportare benefici alla salute. Le vendite sono trainate da una maggiore attenzione verso gli aspetti etici e nutrizionali ma anche dalle necessità di chi soffre di allergie e intolleranze: stando ai dati del ministero della Salute, sono circa 1,8 milioni gli italiani con allergie alimentari.

Purtroppo però questa scelta si paga a caro prezzo. L’osservatorio nazionale di Federconsumatori ha realizzato un’indagine sui prezzi degli alimenti light, biologici, senza lattosio e senza lievito, analizzando alcuni elementi di largo consumo e ha rilevato notevoli differenze.

Partiamo dai prodotti light. Le maggiori differenze di prezzo si osservano nel prezzo dei wurstel: infatti, secondo Federconsumatori, se una confezione di prodotto ordinario da 250 grammi costa mediamente 1,99, quando il prodotto è light si sale a 3,05 euro (ben il 53% in più). Differenze considerevoli si osservano anche in riferimento alle patatine in busta (un euro per un pacco da 80 grammi, contro 1,25 euro per il prodotto light, ovvero il 25% in più) e per i biscotti (in media il 23% in più). Solo il prezzo della mozzarella dovrebbe rimanere invariato nelle due categorie considerate. In generale, la media dei rincari è pari al +18%.

Nei prodotti senza lattosio, i rincari maggiormente considerevoli riguardano le brioches confezionate (+59%) e la panna da cucina (+59%): nel primo caso, considerando una confezione da 240 grammi, si pagherà in media 1,85 per il prodotto ordinario, contro i 2,95 euro per il prodotto senza lattosio; nel secondo caso si spenderà 1,25 euro per una confezione da 200 grammi, contro 1,99 euro per lo stesso prodotto ma senza lattosio. Differenze considerevoli naturalmente riguardano anche l’acquisto del latte (+39%) e dello yogurt (+32%). Mentre meno marcato è il rincaro sull’acquisto della robiola (+4%). Complessivamente, il valore medio della differenza ammonta al +29%.

Se si sceglie di consumare prodotto biologici, si dovrà accettare di sostenere una differenza ben più considerevole rispetto a quella osservata finora. Infatti, basti pensare che in media i prodotti biologici sono più cari del 60% rispetto agli ordinari. Addirittura, se si scegli di acquistare la polpa di pomodoro biologica si deve sopportare un rincaro pari al +116% (infatti, si spenderebbero 0,95 euro per 500 ml di prodotto ordinario, contro i 2,05 euro di prodotto biologico). Costi altrettanto considerevoli riguardano anche l’acquisto di farina (+96%), spaghetti (+87%), biscotti (+58%), latte (+47%), marmellata (+33%), succo di frutta (+23%) e mozzarella (+22%).

Infine, sono proprio i prodotti senza lievito i più costosi. Infatti, in questo caso, le differenze di prezzo sono mediamente pari al +82%. Basti pensare che per una confezione di brioches da 240 grammi senza lievito si spendono mediamente 4,45 euro, ovvero il 141% in più di quanto non si spenderebbe per i prodotti ordinari (1,85 euro). A seguire troviamo la differenza del costo dei biscotti (+135%), merendine (+77%), crackers (+73%) e pane in cassetta (+67%).

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