Allarme obesità, in 30 anni boom +30% in Italia - QdS

Allarme obesità, in 30 anni boom +30% in Italia

redazione

Allarme obesità, in 30 anni boom +30% in Italia

martedì 13 Ottobre 2020

ROMA – In Italia, la prevalenza di persone in sovrappeso e con obesità cresce al crescere dell’età, tanto che se l’eccesso di peso riguarda 1 minore su 4, la quota quasi raddoppia tra gli adulti, raggiungendo il 46,1 per cento tra le persone di 18 anni e oltre. La prevalenza maggiore si riscontra in entrambi i generi nella classe 65-74 anni (61,1 per cento) e, mentre la maggioranza degli uomini presenta un eccesso ponderale già a partire dai 45 anni, per le donne ciò si verifica dopo i 65 anni. Negli ultimi 30 anni, inoltre, è stato registrato un aumento di incidenza dell’eccesso di peso pari al 30 per cento ed emerge prepotentemente il ruolo del territorio di origine. Questi sono alcuni degli aspetti evidenziati dal rapporto Istat realizzato per il secondo ItalianObesityBarometer Report.

Il Rapporto mostra come l’Italia, pur presentando livelli di obesità e sovrappeso meno allarmanti rispetto agli altri paesi europei, registri un aumento dell’incidenza di sovrappeso e obesità del 30 per cento negli ultimi 30 anni, di cui solo un terzo possa essere attribuito all’invecchiamento della popolazione. “I confronti temporali, analizzati per genere e classe di età tra gli adulti hanno evidenziato degli incrementi specifici, in particolare tra le donne dai 18 ai 45 anni (in media +15 per cento) e per le persone dai 75 anni in entrambi i generi, dove per gli uomini si riscontra addirittura un aumento del 20 per cento. Per l’obesità le differenze di genere si sono leggermente acuite nel tempo, in quanto l’aumento ha riguardato in misura maggiore gli uomini, soprattutto a partire dai 55 anni”, ha spiegatyo Roberta Crialesi, di Istat.

L’obesità è una patologia cronica multifattoriale che richiede una gestione di lungo termine che pero’ spesso viene considerata come responsabilità del singolo, una scelta di stile di vita dovuta a una scarsa auto-disciplina e a una mancanza di motivazione. Questa convinzione, fortemente presente nell’opinione pubblica, persino osservata negli operatori sanitari che sono stati individuati come la seconda fonte piu’ frequente di stigma nei confronti del peso dopo i familiari.

Il pregiudizio sul peso tra gli operatori sanitari impedisce il rapporto emozionale con i pazienti, aspetto che puo’ portare alla mancanza di diagnosi e di sostegno e, di conseguenza, a un efficace intervento per la gestione del peso. La barriera a una cura efficace non è solo conseguenza dello stigma. Per le persone con eccesso di peso, la stigmatizzazione è associata ad una maggiore sofferenza psicologica e a un’obesità piu’ grave”, ha sottolineato Paolo Sbraccia, vice presidente Ibdo Foundation e professore Ordinario di Medicina Interna dell’Università di Roma “Tor Vergata” che ha coordinato l’ItalianObesityBarometer.

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