Amap Palermo, bilancio positivo, dubbi sui progetti legati al Pnrr - QdS

Amap Palermo, bilancio positivo, dubbi sui progetti legati al Pnrr

Gaspare Ingargiola

Amap Palermo, bilancio positivo, dubbi sui progetti legati al Pnrr

giovedì 30 Dicembre 2021

L’azienda che gestisce il servizio idrico ha chiuso il 2020 con un utile netto di 13 milioni di euro, confermando all’unanimità l’amministratore unico Di Martino: “Guardiamo già al futuro”

PALERMO – L’assemblea dei soci dell’Amap ha approvato il bilancio 2020 con un utile netto di 13 milioni di euro (contro i 4,8 del 2019, +170%) e ha confermato all’unanimità l’amministratore unico Alessandro Di Martino per il prossimo triennio. I soci hanno anche votato un Piano d’investimenti trentennale da oltre 630 milioni, di cui 174 “in avanzato stato di progettazione”, come si legge in una nota dell’azienda che gestisce il servizio idrico integrato nell’area metropolitana di Palermo.

La conferma di Di Martino “era stata richiesta da 44 sindaci – prosegue l’Amap – che in una nota inviata al socio di maggioranza (il Comune di Palermo, nda) avevano sottolineato ‘i risultati ottenuti, le ottime relazioni istituzionali con tutti i Comuni che fanno parte della società e avevano ricordato ‘le nuove sfide da affrontare con il Pnrr e il delicato passaggio normativo che si sta perfezionando a livello regionale’”.

A proposito di Pnrr, però, è giallo sui progetti presentati all’Arera (l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) e alla Regione Siciliana per avere accesso ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’Amap ha elaborato un piano da 80 milioni che prevede la costruzione di un nuovo potabilizzatore a Cefalù e una “rifunzionalizzazione” di quelli dello Jato a Partinico e di Risalaimi a Marineo. Il piano, però, “inspiegabilmente è stato trasmesso solo in parte a Roma e rischia quindi di non essere pienamente efficace. Per due progetti, infatti, relativi al nuovo potabilizzatore Presidiana a Cefalù e all’ammodernamento dell’impianto Cicala di Partinico, il Governo nazionale ha già dato la propria approvazione e sta predisponendo i decreti di finanziamento”.

“Per il terzo, l’impianto Risalaimi a Marineo, invece – ha rivelato Di Martino – sono ancora in corso le interlocuzioni con la parte politica e con i tecnici della Regione per capire quale sia la situazione. Quel che è certo è che tutti i progetti sono stati ritenuti validi sotto il profilo tecnico e amministrativo e utili nel loro complesso per risolvere i problemi del nostro territorio”.

Proprio quello di Risalaimi è il progetto più rilevante, come evidenziato dalla società di via Volturno, “sia per il suo importo (vale da solo circa 31 milioni) sia perché andrebbe a migliorare la gestione del sistema di acquedotti e potenzierebbe le capacità di potabilizzazione delle acque che raggiungono Palermo dagli invasi di Scanzano, Rosamarina e Piana degli Albanesi, dai quali arriva oltre il 30% dell’intera disponibilità idrica della provincia. Il nuovo progetto affronta anche il problema della presenza di alluminio nelle acque potabilizzate, che la scorsa estate ha creato notevoli disagi in città, e inoltre permetterebbe di trattare le acque del fiume Eleuterio, oggi non utilizzate. Il piano presentato da Amap ha una sua valenza se affrontato nella propria interezza perché l’azienda ha immaginato degli interventi strategici per il rinnovo delle infrastrutture esistenti che hanno superato la vita tecnica; interventi che assicurino la funzionalità per i prossimi trent’anni e realizzabili con le risorse finanziarie che lo Stato ha stanziato per il settore, così da poter rispondere a tutti gli scenari possibili, anche di crisi”.

I due progetti approvati, “pur positivi – ha sottolineato Di Martino – rischiano di produrre un sistema monco che non interviene sul punto più importante costituito dalla rete che unisce le dighe Rosamarina, Piana degli Albanesi e Scanzano a Palermo attraverso il potabilizzatore Risalaimi e che è la vera spina dorsale dell’intero sistema idrico palermitano, garantendo da solo oltre un terzo dell’acqua potabile per tutto il nostro territorio”.

Tornando ai numeri, nel 2020, per non farsi travolgere dagli effetti della pandemia, l’Amap ha puntato tutto su smart working, formazione online e attività digitali e a distanza: i contatti con il call center aziendale sono più che raddoppiati (da 73 mila nel 2019 a 156 mila nel 2020) così come il ricorso, da parte degli utenti, al sito internet e all’app aziendale MyAmap, senza dimenticare il telerilevamento che permette il controllo a distanza di centinaia di utenze e il Gis per la geolocalizzazione delle reti.

“Ma più che a quanto fatto – ha concluso Di Martino – per noi è fondamentale guardare al futuro, come testimoniato dall’impulso che, su indicazione dei soci, è stato dato agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e alla progettazione in tutti gli ambiti di intervento del sistema idrico integrato: la distribuzione idropotabile, i servizi fognari e la depurazione. Sia rispetto al capoluogo sia rispetto a molti Comuni della provincia sono in corso corpose progettazioni, come quella, appunto, per il Pnrr o come quella per l’adeguamento e il potenziamento del sistema fognario in molti comuni, che vale oltre 150 milioni”.

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