ROMA – “L’idea di programmare tempi rigidi” per la durata dei processi “è utopistico, per noi sarebbe il paradiso e lo sarebbe per i cittadini che sono coloro che nei processi rischiano di stare ma detto così è totalmente fuori dalla realtà”.
Lo ha detto il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Luca Poniz, commentando quanto circolato sulle norme contenute nella bozza del ddl di riforma del processo penale discussa nel vertice di maggioranza sulla giustizia.
è un testo che circola ufficiosamente, è difficile pronunciarsi senza averlo potuto studiare, è la premessa di Poniz, che definisce poi “stravagante” il fatto che siano “discussioni calate dall’alto. Non sento analisi quantitativa, non sento parlare di dati”, ha aggiunto.
“In Italia i magistrati sono la metà della media europea, undici per 100mila abitanti contro 20 per 100mila, con il doppio di carico di lavoro”, ha ricordato Poniz. E riguardo al carico di lavoro il presidente dell’Anm ha osservato che “rimanda a una caratteristica sociale del nostro paese ma anche all’ipertrofia del sistema penale alla quale nessuno decide di mettere mano” con “migliaia di fattispecie penali che rendono il sistema ingovernabile”.
Poniz è intervenuto nello specifico anche sul “lodo Conte”, definendo quella del Presidente del Consiglio “una proposta saggissima”.
“Non capisco – ha detto – perchè dovrebbe essere incostituzionale, sono polemiche pretestuose”. “Distinguere la posizione del condannato e dell’assolto è saggissimo e non capisco perchè dovrebbe essere incostituzionale”, ha spiegato ancora Poniz.