Appello alla responsabilità degli insegnanti - QdS

Appello alla responsabilità degli insegnanti

Lucia Russo

Appello alla responsabilità degli insegnanti

mercoledì 18 Marzo 2020

Sono già trascorsi quattordici giorni da quando tutte le scuole d’Italia sono state chiuse per provvedimento del Governo, allo scopo di contenere il contagio da Coronavirus, e molto è cambiato nella vita dei nostri ragazzi. Innanzitutto il cellulare, che spesso è stato causa di note disciplinari in classe, è diventato lo strumento che li mantiene in contatto non solo con i loro amici, ma anche con la Scuola. Sì, perché è partita la didattica a distanza, ma nella gran parte dei casi in via sperimentale e quindi con molti limiti.

I ragazzi più fortunati dispongono non solo di uno smartphone, ma anche di tablet e computer con collegamento wifi ad alta velocità. I meno fortunati, invece, hanno solo uno smartphone e pochi giga. Per questi ultimi, però, ci sono iniziative di solidarietà digitale, anche in termini di servizi di collegamento a internet gratuiti, ma noi docenti dovremmo aiutare a scoprire tali mezzi, perché spesso a casa i genitori non hanno la possibilità di aiutare i loro figli.

La Scuola, dunque, continua pur rimanendo a casa. Ma, attenzione, fare Scuola non significa per quanto riguarda gli insegnanti, caricare sulla Bacheca del Registro elettronico compiti e materiali, messi insieme in modo disordinato con la tecnica del “copia-incolla”, perché sarebbe da irresponsabili. I nostri ragazzi hanno bisogno di attenzione maggiore che in classe, dove semplicemente con uno sguardo possiamo capire se quello che abbiamo appena spiegato è chiaro per tutti.

Noi insegnanti abbiamo il privilegio di poterci dedicare a preparare le lezioni con più tempo, studiando tecniche di interazione con la video-lezione, sfruttando la piattaforma messa a disposizione dalla scuola o attrezzandoci noi stessi, ma stando attenti a non complicare la vita ai nostri ragazzi, anzi coinvolgendoli, facendoli sentire parte attiva, perché ai ragazzi piace poter essere collaborativi. Spetta a noi stimolarli. E se il contenuto che riusciremo a trasmettere attraverso la didattica a distanza non sarà così approfondito, come avrebbe potuto essere in classe, dobbiamo riflettere sul fatto che i nostri ragazzi stanno apprendendo in una situazione di stress, per cui le competenze che riusciranno ad acquisire avranno un peso maggiore. Sono sicura che, se il nostro lavoro sarà responsabile, riusciremo ad aiutare gli alunni italiani a vivere positivamente questo periodo difficile, in funzione di un futuro migliore.

Twitter: @LRussoQdS

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