Archeologia subacquea, tre giorni per Tusa a Naxos e Taormina - QdS

Archeologia subacquea, tre giorni per Tusa a Naxos e Taormina

redazione

Archeologia subacquea, tre giorni per Tusa a Naxos e Taormina

giovedì 10 Ottobre 2019

Per il VI Convegno nazionale, centinaia di studiosi e ricercatori da Italia, Germania, Malta e Spagna. Il decano Fozzati, "Indirizzare i giovani studiosi verso l’approccio multidisciplinare, naturalistico e del paesaggio"

Nella prima giornata, un minuto di silenzio, in piedi, per ricordare Sebastiano Tusa, in occasione del VI Convegno di Archeologia Subacquea e della Rassegna Internazionale di Giardini Naxos, alla presenza della moglie dell’assessore alla Cultura scomparso qualche mese fa in un incidente aereo, l’antropologa Valeria Li Vigni, suo successore alla guida della Soprintendenza del Mare.

Sebastiano Tusa non c’è, ma il suo carisma, il lascito dell’intellettuale visionario, infaticabile e generoso di idee e voglia di fare, è presente e tangibile fra tutti.

Ad aprire i lavori il direttore del Parco Archeologico Naxos Taormina, Gabriella Tigano, che ha organizzato il convegno insieme con la Soprintendenza del Mare. Quindi l’intervento di Sergio Alessandro, Direttore Generale del Dipartimento Beni Culturali della Regione Siciliana che ha ricordato la figura dell’illustre archeologo e assessore.

Dopo l’introduzione di Luigi Fozzati, decano degli archeologi subacquei, sono cominciate le numerosissime relazioni.

Settanta, nei tre giorni del meeting, quelle in programma. Fra gli interventi anche professionisti di altre discipline – storici, geologi, antropologi – nel solco dell’idea-guida di Tusa quella di una “ricerca
multidisciplinare, naturalistica e del paesaggio”.

I lavori si concluderanno sabato 12.

Al convegno sono abbinate tre mostre, visitabili a Palazzo Ciampoli, centro polifunzionale sul Corso Umberto e da poco fra i beni del Parco Naxos Taormina, fino al 1° dicembre. Dalle 9 alle 19, tutti i giorni con ingresso gratuito.

Luigi Fozzati è uno dei componenti della triade di studiosi italiani che negli ultimi decenni ha dato forte impulso a questa disciplina nel nostro Paese, anche sulla scia dell’attività di Tusa con la Soprintendenza del Mare.

Gli altri erano Claudio Mocchegiani Càrpano (scomparso nell’ottobre 2018) e lo stesso Tusa.

“Il convegno a Taormina – ha spiegato Fozzati – era già stato prenotato a Udine da Tusa. Aveva già predisposto tutto sotto il profilo amministrativo e logistico. Per Giardini Naxos è importante perche rilancia la storica rassegna assente da 18 anni (dopo 15 edizioni). Quindi anche il prossimo anno ci sarà la rassegna con il comitato scientifico che inviterà alcuni relatori a parlare senza distinzione di paese. Il carattere internazionale è assicurato, sia per far conoscere i maggiori archeo sub del mondo sia per presentare le ultime novità in fase di ricerca nelle acque italiane e internazionali. Incontri su attività attuale”.

“La Sicilia – ha aggiunto Fozzati – ha un contesto archeologico eccezionale. E lo dico io, serenamente, non mi si potrà certo accusare di campanilismo. Grazie anche all’attività di Tusa, si è aperta a tutto il mondo scientifico, con la presenza di Università e Centri di ricerca internazionali (Stanford a Marzamemi, Marbourgh a Mothia, Udine a Camarina) in molti siti. Qui in Sicilia sono state combattute battaglie navali che hanno segnato la storia: come quella tra Roma e Cartagine . Se i romani avessero perso la battaglia, sarebbe cambiata la storia dell’antichità. Con Tusa si è cominciato a parlare di ‘Archeologia della guerra’, che è lo studio non solo dei reperti, ma di moltissimi altri elementi – incluso il paesaggio costiero e le dinamiche migratorie di villaggi e città – che confluiscono nella ricostruzione della storia: per la battaglia delle Egadi, ad esempio, ricostruire le fasi preparatori e determinare le strategie degli eserciti, basandosi sullo studio del fondale marino che ha conservato i resti”.

“Con Tusa – ha concluso Fozzati – eravamo legati da antica amicizia. Ci conoscevamo dai tempi dell’università. Tutti e tre avevamo deciso di alimentare la formazione dei giovani, aiutarli a crescere e a credere in questa professione e a credere in una dimensione scientifica nuova della Archeologia Subacquea. Direttamente collegata a quella che è oggi la migliore archeo, quella multidisciplinare, naturalistica e del paesaggio, e non centrata unicamente sull’uomo e suoi manufatti”.

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