Assegno Unico, Inps dice che va restituito: chi rischia e perché

Perché l’Inps chiede la restituzione dell’assegno unico: quali sono le famiglie a rischio

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Perché l’Inps chiede la restituzione dell’assegno unico: quali sono le famiglie a rischio

Redazione  |
lunedì 30 Gennaio 2023

L’Inps si trova ora costretta a sanare la situazione delle 7 mensilità con maggiorazione erogate erroneamente, ovvero quelle da marzo a settembre.

L’Inps, l’Istituto nazionale di prevenzione sociale, potrebbe chiedere la restituzione di alcune somme erroneamente erogate nel 2022. Quali sono i nuclei familiari a rischio.

Le somme dell’assegno unico 2022 vanno restituite secondo l’Inps

Da marzo 2022 l’assegno unico familiare ha unito in un’unica agevolazione una serie di interventi a sostegno delle famiglie con figli. Tuttavia c’è un cavillo sul quale non è stata posta adeguata attenzione: le famiglie composte da un solo genitore.

I beneficiari dell’assegno unico appartenenti a questa categoria, da novembre 2022 si sono visti iniziare a sottrarre dalla quota mensile la maggiorazione, fino a 30 euro, riconosciuta nel caso in cui entrambi i genitori abbiano un reddito da lavoro.

Ora potrebbero essere chiamati a dover restituire un importo che può arrivare fino a 210 euro per figlio.

Cosa dice la legge, chi rischia di restituire l’assegno unico

Il motivo è che il legislatore ha voluto riconoscere un sostegno aggiuntivo a quelle famiglie che molto probabilmente, visto che entrambi i genitori sono impegnati in un’attività lavorativa, devono ricorrere ai servizi di baby sitter, o comunque ad altre forme di assistenza, nelle ore in cui non possono occuparsi dei figli.

L’articolo 4, comma 8, del decreto legislativo n. 230/2021, riconosce, nel caso in cui “entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro”, una maggiorazione per ciascun figlio minore pari a 30 euro mensili per chi ha un Isee inferiore a 15.000 euro. Il valore della maggiorazione si riduce progressivamente sopra i 15.000 euro, fino ad arrivare a zero con Isee di 40.000 euro.

L’Inps, applicando alla lettera quanto stabilito dal decreto che istituisce l’assegno unico, ha deciso di riconoscere la maggiorazione in oggetto solamente ai nuclei in cui sono presenti entrambi i genitori. Per questo motivo alle famiglie monogenitoriali che nei primi mesi del 2022 hanno beneficiato della maggiorazione, potrebbe arrivare la richiesta di restituzione delle somme precedentemente erogate.

Nuclei familiari con un solo genitore

Nel decreto non viene fatta menzione dei nuclei costituiti da un solo genitore, per questo quando l’assegno unico è partito, molte famiglie monogenitoriali hanno comunque richiesto la maggiorazione in oggetto anche perché nel modulo di domanda Inps non erano ben specificati i requisiti.

Di fatto la norma non viene rispettata in quanto non è vero che “entrambi” i genitori lavorano visto che di fatto ne è presente uno solo. La confusione ha fatto sì che l’Inps, in un primo periodo, abbia erogato la maggiorazione richiesta in sede di domanda di assegno unico, salvo poi interromperla dal mese di ottobre.

Da allora le famiglie composte da un solo genitore hanno smesso di percepire la maggiorazione sperando però in una correzione della norma con la legge di Bilancio 2023. Tuttavia, su questo ambito il governo Meloni non è intervenuto per cambiare quanto deciso dal governo Draghi.

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