Assolto il dovere soddisfatto il diritto - QdS

Assolto il dovere soddisfatto il diritto

Carlo Alberto Tregua

Assolto il dovere soddisfatto il diritto

mercoledì 08 Febbraio 2023

I morti non hanno fretta, hanno l’eternità davanti a loro. I vivi, invece, sono tallonati dal tempo, ma spesso non hanno coscienza della loro precarietà perché fanno trascorrere i minuti, spesso come se non avessero importanza. Ogni minuto sprecato è un pezzetto di vita sprecato: peccato perderlo.
Le persone tendono a dimenticare perché non hanno memoria. Hitler dimenticò la disfatta di Napoleone in Russia e la ripeté pari pari con lo stesso risultato.

Se ci pensate, l’orecchio è un condotto dentro il quale non c’è niente che vi rimanga. I rumori sono onde sonore che vi transitano; spesso non comprendiamo il senso di quei rumori.
Perché queste riflessioni? Perché è sempre necessario avere consapevolezza di ciò che è il nostro vivere e del tempo che ne scandisce tutti i momenti.
Sarebbe nostro dovere cercare di utilizzarlo bene, proficuamente, in modo da consentirci di ritenere che esso non sia stato sprecato.

Per capire quanto precede occorrono ordine e metodo e avere la consapevolezza di assolvere al nostro dovere con merito e responsabilità.
Ecco, vi abbiamo citato alcuni valori etici, osservando i quali spendiamo meglio tutto il tempo che il Caso ci ha dato, dal momento in cui respiriamo per la prima volta al momento in cui respiriamo per l’ultima.

Questa consapevolezza, quando riusciamo ad averla, ci consente di dormire meglio la notte, perché sappiamo che ciò che dovevamo dare l’abbiamo dato e abbiamo preso quello che ci è stato restituito.
Perché, vedete, il rapporto dovere-diritto è come un circuito, secondo il quale chiunque compia il proprio dovere, soddisfa il diritto altrui. Dal che si potrebbe dedurre sommariamente che non ci sarebbe alcun bisogno di reclamare i diritti, anche fuori luogo, ma basterebbe che si facesse in modo che ciascuno di noi compisse il proprio dovere, con cui il cerchio si chiuderebbe.

Tutti parlano della circolarità dell’economia, che è una questione materiale e tangibile. Significa che niente di ciò che ci serve andrebbe distrutto, secondo la legge di Lavoisier: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Ma pochi parlano della circolarità di doveri-diritti.

Vivere, dunque, con ordine e metodo, cioè mettendo al loro posto ogni cosa, ogni fatto, ogni circostanza, in modo che il quadro sia sempre ragionevole e logico.
Ma allora, qualcuno potrebbe obiettare, non serve la fantasia, la creatività, la capacità di vedere in alto? Tutt’altro: queste qualità servono, eccome. Ma non sono in conflitto con quelle che abbiamo descritto all’inizio, anzi le completano, le rafforzano, le migliorano.

Insomma, per vivere occorre completezza di pensiero e di comportamenti, integrando gli uni e gli altri in un unico modo di vivere che sia anche logico, pratico e che alterni i doveri ai piaceri – nelle opportune proporzioni – e sostenga nei momenti di grave difficoltà o nei dolori che inevitabilmente arrivano, perché la vita è fatta anche di questi.

Quanto precede ci farebbe classificare come realisti, mentre qualcuno preferirebbe vivere nel mondo dei sogni. Non è che questi non debbano esserci, anzi occorre essere sognatori, purché si coniughi l’elevatezza di essi con i piedi sul terreno.

Assolto il dovere, soddisfatti il diritto. Sembra uno slogan, ma se ci pensate bene si tratta di comportamenti consequenziali che farebbero mettere a posto tante cose.
Prendiamo, per esempio, la gerarchia di responsabilità di una Comunità, ove chi governa deve prendere decisioni, cioè deve decidere il futuro di chi l’ha scelto. Ebbene, se non applica i principi di altruismo e di servizio, non compie il proprio dovere e dà luogo all’elevarsi delle voci di protesta di chi reclama i propri diritti. Se chi governa, invece, facesse interamente il proprio dovere, pochi avrebbero il diritto di reclamare il diritto: non è un gioco di parole.

Ma quando chi è ai vertici guarda al proprio interesse e non a quello generale, ecco che si inverte il rapporto dovere-diritto e si innesca quello del reclamo del diritto in quanto tale.
La questione che vi prospettiamo non sembra essere importante, ma, se ci pensate bene, è il pilastro fondamentale del vivere e dello stare in una Comunità, senza cui c’è confusione e persino caos.

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