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Australia in fiamme

redazione

Australia in fiamme

giovedì 06 Febbraio 2020

Ad inizio gennaio sono stati bruciati più di 6,3 milioni di ettari di territorio. Ormai da settimane l’Australia è in fiamme. Almeno 480 milioni di animali, secondo la stima di un ecologo, potrebbero essere morti, l’università ha affermato che la stima include mammiferi, uccelli e rettili, ma non comprende insetti, pipistrelli o rane.

Secondo una statistica la specie dei koala è in forte rischio di estinzione sono 8mila gli esemplari di koala dispersi in Australia: 1 su 10 è morto a causa degli incendi. Ancor meno si è parlato dell’impatto sulla ricca microfauna nativa dell’Australia, che annovera un gran numero di invertebrati straordinari. Tra questi il verme di velluto del Queensland (Euperipatoides rowelli), predatore incredibilmente sociale, il cui studio sta fornendo ai ricercatori indizi sull’evoluzione del comportamento sociale negli artropodi. Buona parte della popolazione di questi animali, che vive all’interno dei tronchi in decomposizione, potrebbe essere stata distrutta dalle fiamme che hanno colpito il Territorio della Capitale Australiana, compromettendo forse il futuro dell’intera specie. Anche la sopravvivenza di una specie di ragno botola, l’Arbanitis longipes, è a rischio. Questi aracnidi sorprendentemente longevi, che vivono nel parco nazionale Stirling Range nell’Australia occidentale, raggiungono infatti la maturità sessuale molto tardi e potrebbero non essere scampati ai vasti incendi che hanno colpito la regione.

Non bisogna dimenticarsi della perdita di almeno 33 persone che a causa delle fiamme sono morte. Gli incendi, come detto, hanno ucciso oltre trenta persone, tra cui quattro vigili del fuoco, ma più della metà della popolazione australiana è stata direttamente colpita dagli effetti di questa catastrofe ambientale.

Secondo un sondaggio condotto dall’Australia Institute, il 26 per cento degli intervistati ha avuto conseguenze negative sulla salute, a causa dell’intenso fumo e dell’inquinamento atmosferico provocato dagli incendi, il 33 per cento ha riferito di aver dovuto modificare le proprie abitudini a causa delle condizioni ambientali, il 15 per cento ha dichiarato di essere stato costretto a modificare o annullare i propri piani di viaggio, mentre il 12 per cento ha affermato che i luoghi di lavoro o di svago abitualmente frequentati sono stati chiusi.

La qualità dell’aria della capitale, Canberra, continua a essere la peggiore di qualsiasi altra grande città del mondo raggiungendo livelli di inquinamento atmosferico 20 volte superiori a quelli stimati come pericolosi per la salute umana. Il fumo degli incendi ha causato la chiusura di diverse attività commerciali, la cancellazione dei voli, la sospensione del servizio postale e di eventi sportivi. È stata incrementata la dotazione di maschere anti-polveri sottili. In tutto il paese più di 1.200 case sono state distrutte, decine di migliaia di abitazioni sono senza corrente elettrica e nelle cittadine costiere si trovano migliaia di persone che sono state evacuate dalle zone interne nell’ultima settimana.

Secondo quanto riferito dalle autorità locali, oltre 1.100 vigili del fuoco stanno attualmente lavorando per rallentare la diffusione degli incendi. Secondo le previsioni, dopo le precipitazioni e il lieve calo delle temperature dei giorni scorsi, molte aree dello stato questa settimana saranno di nuovo sottoposte a condizioni climatiche calde e ventose. Questi accaduti hanno dato vita a quella che si può definire una vera e propria APOCALISSE ECOLOGICA.

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