Autonomia, il ministro Boccia mette d'accordo (quasi) tutti - QdS

Autonomia, il ministro Boccia mette d’accordo (quasi) tutti

redazione web

Autonomia, il ministro Boccia mette d’accordo (quasi) tutti

venerdì 29 Novembre 2019

Mentre i cittadini del Mezzogiorno manifestano, dalle Regioni, in Conferenza, sì alla legge quadro. Commenti positivi dai governatori da Nord a Sud. La perequazione, che potrebbe compensare i funesti effetti del Federalismo fiscale sul Meridione, la chiave di volta della proposta del governo

Nonostante i timori della vigilia, sull’Autonomia il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia ha messo d’accordo (quasi) tutti nella Conferenza Stato-Regioni svoltasi ieri a Roma.

E la perequazione, che potrebbe compensare i funesti effetti del Federalismo fiscale sul Meridione, è stata la chiave di volta della proposta del governo.

Federalismo fiscale, 62 miliardi di euro in meno al Mezzogiorno

La riunione è stata segnata dalla protesta di manifestanti del Movimento 24 Agosto – Equità Territoriale che hanno distribuito volantini per spiegare come, a causa del Federalismo fiscale voluto dalla Lega Nord e varato dall’ultimo governo Berlusconi, ogni anno il Mezzogiorno riceve 62 miliardi in meno rispetto al Nord. Senza i LEP l’autonomia ucciderà definitivamente il Sud.

“Ciascun cittadino del Sud – hanno spiegato i manifestanti – si vede riconoscere dallo Stato 3.500 euro in meno all’anno per i servizi pubblici e ha meno lavoro, meno trasporti, meno sanità, meno scuole, meno tutto, rispetto a un cittadino residente al Nord. Una tale vergogna ammonta alla cifra spaventosa di 62 miliardi di euro in euro sottratti al Meridione ogni anno. Un furto che provoca l’emigrazione dal Mezzogiorno di 120 mila giovani all’anno”.

Boccia, “Ora il Sud avrebbe una cintura di sicurezza”

Eppure anche i governatori del Mezzogiorno hanno mostrato di apprezzare la proposta di Boccia.

“Ora che il Sud – ha sottolineato Boccia – avrebbe una cintura di sicurezza, tutte le Regioni hanno accettato di sedersi al tavolo. Usciamo tutti rinfrancati, è una riforma di tutti, non ha un colore politico, l’autonomia intesa come sussidiarieta, è scolpita nella nostra Costituzione da sempre. Così avremo uno Stato più snello e più forte”.

Favorevoli anche al Sud, grazie alla perequazione

“La bozza – ha spiegato il governatore della Puglia, Michele Emiliano -, ha un elemento fondamentale: senza i Livelli essenziali delle prestazioni non si fa l’autonomia differenziata. Per il Mezzogiorno questa è una garanzia fortissima, il Mezzogiorno nella spesa storica è sempre stato molto pregiudicato. Passare dalla spesa storica ai Livelli essenziali delle prestazioni ci consente di mettere insieme le esigenze del nord di avere più autonomia e competenze con le esigenze del sud di avere più risorse”.

“Questo è il patto – ha sottolineato – siglato dai governatori davanti al ministro Francesco Boccia. E così l’autonomia differenziata non è più solo un sistema per fare correre chi è più forte ma anche per ricucire la questione meridionale. Boccia è intervenuto su una vicenda che era pregiudicata: le risorse verranno riperequate tra tutti laddove c’è bisogno, si prevede anche un fondo di perequazione per le zone più svantaggiate”.

I Lep al centro della “rivoluzione” dell’Autonomia

Un apprezzamento “per il lavoro e l’impostazione politica data dal ministro Boccia al tema dell’Autonomia” è stato espresso anche dal presidente della Campania Vincenzo De Luca, tra coloro i quali aveva sempre frenato sulla riforma che, a suo dire, avrebbe fortemente penalizzato il Sud.

“Ci stiamo scambiando valutazioni – ha aggiunto -, ma credo ci sia un consenso di fondo al metodo scelto da Boccia”.

Un metodo che “prevede il coinvolgimento di tutte le Regioni, che assume come presupposto la definizione dei Lep, i livelli essenziali di prestazione, e che punta in maniera decisa e non reticente sulla perequazione e sull’equilibrio fra Nord e Sud, ma che contemporaneamente obbliga ogni Regione ad accettare la sfida dell’efficienza”.

Per il governatore campano, “si è trattato di un lavoro importante, anche perché ha ‘deideologizzato’ tutto il tema dell’autonomia regionale. L’obiettivo non è penalizzare chi è più avanti, ma aiutare in maniera seria e convinta quelle parti d’Italia che devono recuperare i forti ritardi”.

Anche a causa di quel Federalismo fiscale voluto dalla Lega Nord, che però non viene messo in discussione.

Zaia e Fontana, “Primo assenso, attendiamo aggiustamenti”

“È stata – ha detto il governatore leghista del Veneto Luca Zaia, uno dei principali fautori dell’Autonomia – una riunione approfondita e abbiamo dato un primo assenso a un testo che deve avere alcuni aggiustamenti. Oltre alla cornice della legge quadro noi come regione siamo interessati alla firma dell’intesa, è fondamentale”.

“La legge-quadro – ha aggiunto Zaia – sostanzialmente traccia le linee-macro, dopodiché ogni Regione firmerà l’intesa propria, e il Veneto conferma che chiederà le 23 materie”.

“C’è una condivisione di fondo – ha dichiarato il governatore leghista della Lombardia, Attilio Fontana -, ci sono alcuni dettagli da modificare e migliorare. Non ci può non essere intesa su una legge che esprime i principi già contenuti dall’accordo Bressa e dalla legge n. 42”.

Boccia, adesso il testo in Consiglio dei ministri

“E’ importante – ha sottolineato Boccia – la condivisione del testo con tutte le regioni. Ora porteremo il testo in Consiglio dei ministri e infine lo proporremo al Parlamento che resta sovrano. I lep, i livelli essenziali delle prestazioni, si faranno entro 12 mesi dalla firma dell’intesa e varranno per tutti. Questo allarme che si vada sulla spesa storica è falso. Si fanno i lep e quando si parte lo si fa per le materie non lep”.

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