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Bagheria: partiti e civismo alla prova delle urne

redazione

Bagheria: partiti e civismo alla prova delle urne

Gioacchino D’Amico  |
martedì 23 Aprile 2024

La città si avvicina alle elezioni amministrative: nei giorni scorsi il primo confronto tra i cinque candidati sindaco. Lo scarto tra liste civiche e simboli di partito spacca in due la politica locale

BAGHERIA (PA) – Settimane di ipotesi, conferme e smentite. Giorni interminabili in cui si sono susseguiti rumors, fatidici passi in avanti, prese di posizione e improvvisi dietrofront. Adesso, fatte salve ulteriori sorprese, dovrebbero esser certi gli attori delle imminenti elezioni amministrative bagheresi. Appuntamento elettorale previsto per il prossimo 8 giugno.

Cinque i candidati alla carica di sindaco di Bagheria

Cinque i candidati alla carica di sindaco: Massimo Gargano, Rosario Giammanco, Pina Provino, Ignazio Soresi e Filippo Tripoli. Un evidente squilibrio di genere, vista la presenza di una sola donna tra gli aspiranti alla guida del Comune. E non si tratta nemmeno dell’unica, lampante particolarità di questa competizione elettorale. Altro evidente divario, infatti, è quello tra liste civiche e partiti politici.

Massiccia presenza di liste civiche

Sono diverse, tra le realtà pronte a presentarsi all’elettorato bagherese, quelle afferenti a partiti già strutturati. Scendono in campo, per esempio, i simboli di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Democrazia Cristiana. Salta all’occhio, però, la massiccia presenza di liste civiche: dieci al momento attuale, sette delle quali appartenenti a un’unica coalizione civica.

Un dato, quello di una consistente quota di civismo, che non può senz’altro passare inosservato, soprattutto se riferito a una città come Bagheria, che conta oltre cinquantamila abitanti e che rappresenta, dopo Palermo, il comune più grande della provincia.

L’incontro-scontro tra civismo e partitismo non può essere trascurato con tanta facilità, a quanto pare, nemmeno dagli stessi candidati sindaci. Secondo quanto emerge dai primi dibattiti tra le parti in campo, infatti, sembra che tra i punti destinati ad alimentare la campagna elettorale, possa esserci proprio quello che mira a stabilire quale modello, tra civico e partitico, sia il più adeguato da offrire alla città.

Nei giorni scorsi, nei locali di Palazzo Villarosa, ha avuto luogo il primo confronto ufficiale tra i cinque candidati. Un’occasione in cui ciascuno ha potuto presentarsi ai cittadini ed evidenziare alcuni punti del proprio programma rispetto all’obiettivo di favorire la crescita e lo sviluppo della città, lasciando affiorare quelli che – al netto, naturalmente, delle differenti visioni di ciascun candidato – sembrano i temi più impellenti e ricorrenti in questo particolare frangente: la gestione e il funzionamento dei servizi pubblici, il verde urbano, la sicurezza nelle strade, le politiche giovanili, la legalità, i rapporti con la cittadinanza e con gli imprenditori presenti nel territorio.

Al di là delle specificità e delle idee esposte dai candidati, tuttavia, nel corso del dibattito sono state effettivamente espresse alcune brevi considerazioni proprio sul tema del confronto tra formula civica e di partito. Una consapevolezza che parte dalle stesse “fazioni” presenti sullo scacchiere elettorale e che, dunque, sembra sintomo di una complessiva politica locale la cui direzione futura è forse ancora incerta.

A esprimersi sulla questione è stata, per esempio, la candidata Pina Provino, che ha detto: “La nostra lista è costituita da persone accomunate dall’idea che soltanto i partiti strutturati possono concretamente pianificare e realizzare un programma. Siamo infatti convinti che le liste civiche e il civismo siano realmente al tramonto, per l’incapacità di mantenere quell’unità di ideali anche e soprattutto dopo il confronto elettorale.” E ha citato, a tal proposito, Antonello Cracolici, presidente della Commissione regionale Antimafia che, in un’intervista di qualche giorno fa, ha criticato duramente le liste civiche.

Altro contributo rispetto a questa tematica è giunto dal candidato Massimo Gargano, seppur più cauto, considerando che l’impronta civica non è comunque assente nella sua coalizione: “Non vorrei – ha affermato – che passasse l’idea che confrontarsi con partiti di riferimento nazionale sia un difetto, anzi credo che sia una forma alta di democrazia partecipata.”

Sul punto, invece, non ha cambiato idea il candidato Filippo Tripoli, sindaco uscente, che ha dichiarato: “Stiamo continuando un percorso. Ci siamo già presentati nel 2019 con una coalizione civica, ora abbiamo ricostruito questa coalizione con l’esperienza dei primi cinque anni ma, ovviamente, con un nuovo approccio. Anche all’interno delle coalizioni civiche si creano dissensi ed è giusto che sia così. Il civismo è un valore nella misura in cui chi lo interpreta crede nel civismo.”

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