Banche digitali e anziani “allontanati”, al Sud filiali ormai ridotte al lumicino - QdS

Banche digitali e anziani “allontanati”, al Sud filiali ormai ridotte al lumicino

Roberto Pelos

Banche digitali e anziani “allontanati”, al Sud filiali ormai ridotte al lumicino

giovedì 12 Ottobre 2023

Federconsumatori e Fabi: “Si risparmia sul personale ma non scendono i costi a carico dei cittadini”. La replica di Abi: “Si riduce l'accesso allo sportello ma non l'utilizzo dei servizi offerti”

Una profonda frattura tra Nord e Sud segna il sistema finanziario del Paese. Scarso il presidio fisico e con esso il numero di lavoratori coinvolti di banche e assicurazioni nel Mezzogiorno. Ed è impietoso il paragone con il Nord. Ad affermarlo sono alcuni dei numeri contenuti in una ricerca condotta dall’Ufficio Studi & Ricerche della Fisac Cgil in occasione dell’iniziativa promossa dalla categoria, insieme alla confederazione nazionale, a Napoli dietro le parole “Sud In Credito”.

Concentrandoci sugli istituti di credito, secondo il rapporto, a fronte di 369 banche nel Centro-Nord, se ne contano 79 nel Sud. Di conseguenza, i bancari sono rispettivamente 225 mila contro 38 mila, per un rapporto pari a 6 dipendenti al Centro-Nord contro 1 al Sud.

Ilaria Maria Dalla Riva

Sul tema, il Quotidiano di Sicilia ha intervistato Ilaria Maria Dalla Riva, presidente del Comitato Affari Sindacali e del Lavoro (Casl) dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi).

Presidente, un commento al rapporto Fisac Cgil: cosa ci dicono questi numeri?
“Il settore bancario è tra i segmenti d’impresa tra i più concorrenziali, peraltro alle prese con i profondi cambiamenti apportati dalla tecnologia e dalle nuove abitudini dei consumatori sempre più digitali. Si riduce, insomma, l’accesso alla filiale ma non l’utilizzo dei servizi offerti. La crisi pandemica, ad esempio, ha dimostrato la prontezza del settore su questo fronte senza interruzione alcuna della nostra operatività. Il numero degli sportelli riflette questi cambiamenti che ogni banca decide autonomamente come affrontare in base alle proprie caratteristiche e ai propri modelli, ma si trasforma anche la funzione della filiale stessa sul territorio: sempre meno luogo dove si svolgono operazioni di incasso e pagamento – servizi assicurati dalle procedure on line – e più luogo dove viene offerta consulenza professionale e personalizzata a imprese e famiglie. Ci sono sportelli che chiudono ma anche tanti punti che aprono come nel caso di banche nate come esclusivamente on line che aprono negozi finanziari e punti d’incontro e di relazione”.

Le banche hanno smesso di investire nel capitale umano?
“Le banche considerano centrali le persone che vi lavorano, con un’alta attenzione alla qualità del lavoro: oltre il 99% dei dipendenti hanno un contratto a tempo indeterminato. Anche nei contesti caratterizzati dalla digitalizzazione e dall’innovazione tecnologica, queste non si sostituiscono alle persone e sono fattori abilitanti di nuove modalità di relazione con il cliente – sempre improntate alla fiducia – e di nuove organizzazioni del lavoro. L’investimento nelle persone in questa fase passa anche attraverso l’impegno alla formazione e al mantenimento di elevati standard di competenze, a cui le banche dedicano massima attenzione e significative risorse”.

Raffa: “Sacrificio di risorse umane fatto per risparmiare produce solo disagi”

Carmelo Raffa

La Federazione Autonoma Bancari Italiani ha elaborato i dati Istat e Banca d’Italia. Dalla mappa Fabi emerge come in Sicilia, dove gli abitanti risultano 4.801.468, nel 2023 i comuni senza banche siano 139, gli abitanti dei comuni senza banche risultino 353.490 e gli abitanti sprovvisti di banche siano il 7,4%, quota comunque più bassa rispetto a realtà come Molise (41,1%), Calabria (30,8%), Val d’Aosta (30,4%), Basilicata (14,7%) Piemonte (14,3%), Abruzzo (13,5%), Campania (13,1%).

“La chiusura di migliaia di sportelli si spiega col fatto che le banche probabilmente non vogliono più rappresentare la cinghia di trasmissione tra la finanza e i territori. – afferma il segretario generale Abi Lando Maria Sileoni -. Noi, invece, pensiamo che, accanto al legittimo obiettivo di creare valore per gli azionisti, debba continuare a esistere il ruolo sociale che si è fortemente ridotto. Il ridimensionamento della rete di filiali è un problema particolarmente avvertito al Sud perché le regioni meridionali scontano già molti altri problemi sia di natura sociale sia di carattere economico. E con meno banche sui territori, che rappresentano anche un presidio di legalità, c’è il rischio che imprese e famiglie finiscano nell’abbraccio mortale della criminalità organizzata. La riduzione della rete – prosegue Sileoni – consente alle banche di ridurre i costi e aumentare gli utili e quindi i dividendi da distribuire agli azionisti che sono stati sempre ripagati dei loro investimenti con dividenti in costante crescita: 1,5 miliardi nel 2012, 2,2 miliardi nel 2015; 5,5 miliardi nel 2019, 12,5 miliardi nel 2022. Ecco perché è arrivata l’ora di ripagare anche i lavoratori dei sacrifici e degli sforzi che hanno consentito utili cosi? elevati con il giusto riconoscimento economico”.

Ad intervenire per il Quotidiano di Sicilia è anche il coordinatore regionale Fabi, Carmelo Raffa.

Cosa ci dicono questi numeri? Le banche non credono più nel potenziale delle risorse umane?
“Non è che non credano più nel potenziale delle risorse umane, si avvalgono comunque di sistemi tecnologici avanzati. Si appoggiano sul digitale con l’obiettivo di risparmiare sacrificando le risorse umane e vengono meno così gli sportelli e i posti di lavoro, creando anche disagi alla popolazione soprattutto nei piccoli comuni dove, a questo punto, non rimane nulla al di fuori dell’ufficio postale. Tutto ciò nonostante il fatto che qualche anno fa, su nostra iniziativa, sia il centro-destra che il centro-sinistra abbiano presentato mozioni, approvate all’unanimità dall’Assemblea Regionale Siciliana, contro la chiusura degli sportelli bancari nei piccoli comuni e nonostante il fatto che su questo tema sia intervenuto più volte anche l’ex presidente della Regione, adesso ministro, Nello Musumeci”.

Ma il problema riguarda solo la digitalizzazione o ci sono anche delle concause?
“No, il problema è quello, ormai è tutto improntato sulla digitalizzazione. Già in passato anche nei comuni più grandi sono venute meno tante unità negli sportelli allo scopo di abituare la clientela ad usare i mezzi digitali per evitare le lunghe code presso le filiali. Anche il digitale comporta comunque dei rischi, come il fenomeno dei phishing al quale occorre prestare la massima attenzione”.

Federconsumatori Sicilia: “Anziani hanno ancora bisogno dello sportello”

Alfio La Rosa

Alfio La Rosa è il Presidente di Federconsumatori Sicilia. Il QdS lo ha intervistato.

Sportelli bancari insufficienti al Sud. Quale impatto sul cittadino?
“In linea di massima il fatto che al Nord ci siano molti più sportelli bancari che al Sud non è strano: è la conseguenza di un’economia molto più florida e caratterizzata da un fitto tessuto di microimprese. Basti pensare che al Nord, a differenza del Mezzogiorno, le filiali bancarie dedicate alle sole imprese non sono poi così rare. Quello che preoccupa, invece, è il trend degli sportelli e degli sportellisti, in costante decrescita da anni. Anche in questo caso è un fenomeno normale, vista la digitalizzazione dei conti correnti, ma il fatto che non ci siano sportelli bancari in moltissimi comuni del Sud ha delle conseguenze sulla vita di alcuni utenti. Mi riferisco soprattutto agli utenti più anziani e a quelli meno digitalizzati, cioè coloro che non vogliono o non possono rinunciare allo sportello fisico. Per queste persone non avere sportelli in paese è un disagio, li costringe a spostarsi altrove per accedere al proprio conto bancario e gestire i propri soldi. Oppure, cosa che è già capitata in molti comuni del Sud, queste persone spostano il conto alle Poste, che ormai di fatto è la banca con più filiali in Italia.

Cosa accade ai più digitalizzati?
“Per altri, mediamente più giovani e più digitalizzati, non è affatto un problema: già oggi ci sono moltissimi cittadini che non vanno in banca nemmeno una volta l’anno e persino utenti che hanno stipulato mutui trentennali con banche online, tramite consulenti che non hanno mai visto e con i quali hanno parlato solo al telefono. Ormai da diversi anni le banche stanno cercando di tagliare i costi in modo netto, chiudendo sportelli, intere filiali, togliendo i bancomat, azzerando il turnover delle assunzioni. Purtroppo, però, a costi minori per gli istituti non corrispondo costi minori per i conti correnti, né tassi maggiori per il denaro depositato né, men che meno, tassi inferiori per il credito e i mutui”.

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