Biometano, si ferma il progetto tra Modica e Pozzallo

“Autorizzazione scaduta”, si ferma il progetto dell’impianto di bio-metano tra Modica e Pozzallo

Antonino Lo Re

“Autorizzazione scaduta”, si ferma il progetto dell’impianto di bio-metano tra Modica e Pozzallo

Simone Olivelli  |
giovedì 26 Ottobre 2023

L'ultima novità nella vicenda sulla realizzazione dell'impianto di produzione e bio-metano nel ragusano

Un colpo di scena di quelli che ribaltano la storia e che arriva quando il finale sembrava essere dietro l’angolo. Si potrebbe descrivere così l’ultima novità nella vicenda sulla realizzazione dell’impianto di produzione e bio-metano tra Pozzallo e Modica. Il progetto negli ultimi due anni è stato al centro dell’attenzione non solo per l’opposizione di cittadini e associazioni ambientaliste e per la diatriba tra i due Comuni – Modica favorevole e titolata al rilascio delle autorizzazioni, Pozzallo contraria per la maggiore vicinanza con il proprio territorio – ma anche per il coinvolgimento nella società proponente, la Biometano Ibleo, di soggetti noti sulla scena pubblica.

Una disputa che è passata per due volte dalle aule della giustizia amministrativa, con il Tar prima e il Cga dopo che hanno dato ragione all’impresa, ma che si è improvvisamente riaccesa dopo la scoperta da parte di Rifiuti Zero Sicilia dell’avvenuta scadenza dei termini entro cui la Biometano Ibleo avrebbe dovuto avviare il cantiere.

Nulla osta scaduto da oltre un anno

Otto agosto 2022. È questa la data che rappresenta lo spartiacque nella storia dell’impianto progettato in un’area di 60mila metri quadrati in contrada Bellamagna, ufficialmente nel territorio di Modica ma in realtà molto più vicina all’abitato di Bosco Pisana, che fa parte di Pozzallo. Quel giorno, infatti, era l’ultimo utile per iniziare i lavori di costruzione. A confermarlo di recente all’associazione, che sin dal principio si è battuta per mettere in discussione le modalità con cui sono state concesse le autorizzazioni alla Biometano Ibleo, sono stati gli uffici del Comune di Modica, sottolineando che alla società era stato concesso un primo titolo abilitativo alla costruzione in scadenza l’8 agosto del 2020 e poi una proroga biennale. Dopo la quale, hanno fatto sapere i funzionari, nessun’altra interlocuzione si è registrata con gli imprenditori, con la conseguenza che dal 9 agosto dello scorso anno non esistono titolo abilitativi validi all’avvio dell’impianto. Ciò significa che, quando a ottobre del 2022 il Cga ha preso in mano il ricorso, Biometano Ibleo non avrebbe più potuto iniziare i lavori.

Il punto di vista del Comune di Modica

“All’epoca fui io a chiedere alla ditta di non avviare il cantiere fino a che il Cga non si sarebbe pronunciato sui ricorsi contro le autorizzazioni che avevamo rilasciato”. A parlare al QdS è Ignazio Abbate, attuale deputato regionale della Democrazia Cristiana Nuova e fino a pochi mesi fa sindaco di Modica. Abbate è stato a capo dell’amministrazione comunale negli anni in cui Biometano Ibleo ha avviato l’iter per ottenere i via libera alla realizzazione. “Si è trattato di un impegno che l’impresa prese con il sottoscritto, pur avendo in quella fase la possibilità di decidere di iniziare i lavori perché il Tar, che si era già espresso a favore, non ha mai disposto alcuna sospensiva”, sottolinea l’ex primo cittadino modicano. Cosa accadrà adesso? “Non essendo più in giunta, posso solo dare un parere dall’esterno – commenta Abbate – ma credo che se l’impresa fosse ancora interessata a costruire il sito potrebbe semplicemente far ripartire l’iter e ottenere il nuovo titolo abilitativo”.

La conferma arriva anche da Maria Monisteri, l’attuale sindaca. “Confermo, l’autorizzazione per noi è scaduta ma è possibile riavviarla. Si tratta però di scelte che spettano all’impresa”, chiosa la prima cittadina contattata dal QdS.

Il progetto e il nodo autorizzazioni

All’origine della querelle giudiziaria nata attorno al progetto di Biometano Ibleo c’è stato soprattutto il tipo di autorizzazione ottenuta dall’azienda. A esprimersi sul progetto, infatti, è stato lo Sportello unico attività produttiva (Suap) del Comune di Modica grazie alla possibilità, sfruttata dall’impresa, di seguire un percorso burocratico più snello rispetto a quello che di solito viene attivato in occasione della realizzazione di impianti energetici, come quando a essere chiamata in causa è la Regione nell’ambito della valutazione d’impatto ambientale (Via). A tornare utile alla causa di Biometano Ibleo è stata la portata dichiarata in sede progettuale: 499 metri cubi all’ora di produzione, appena uno in meno rispetto al limite sopra il quale si sarebbe dovuto attivare la procedura di Via. Una stima che è stata confermata anche da uno studio dell’Università di Catania a cui il Tribunale amministrativo regionale ha affidato l’incarico di effettuare una verifica, ma che è stata messa in discussione da Rifiuti Zero Sicilia per via di un possibile conflitto d’interessi tra alcuni soci di Biometano Ibleo e l’ateneo etneo.

I giudizi davanti alla giustizia amministrativa hanno riguardato inoltre il parere, ritenuto tardivo, rilasciato dalla Soprintendenza e l’assenza di uno studio di compatibilità paesaggistico ambientale che, secondo Rifiuti Zero Sicilia, sarebbe stato necessario presentare a fronte di un progetto che avrebbe comportato una profonda modifica del territorio.

Biometano Ibleo, chi sono i proponenti

Con un capitale di 10mila euro, la Biometano Ibleo è una società a responsabilità limitata costituita nel 2018. Le quote sono redistribuite tra quattro società: il 60% è di Sviluppo Biometano Sicilia, il 20% di Gilmac srl, il 15 per cento di Avisp e il restante cinque di Dado srl. Guardando all’interno delle singole compagini sociali, emerge che metà del capitale di Sviluppo Biometano Sicilia è in mano a Giovanni La Via e Biagio Pecorino, professori ordinari del dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente a Unict. La Via, inoltre, fino a qualche settimana fa è stato direttore generale dell’ateneo, incarico da cui si è dimesso entro i termini compatibili per un’eventuale candidature alle elezioni europee della prossima primavera. “L’azienda al momento sta effettuando una serie di valutazioni prima di stabilire se confermare o meno l’interesse alla realizzazione dell’impianto di Bellamagna”, dichiarano al QdS dall’ufficio stampa di Biometano Ibleo. 

La soddisfazione di Rifiuti Zero

“Abbiamo dimostrato che la Biometano Ibleo non ha il titolo autorizzativo per la realizzazione dell’impianto. Si tratta di una circostanza che sarebbe dovuta emergere già prima dell’udienza al Cga, come il nostro legale aveva fatto rilevare prima dell’udienza”. È questo il commento che arriva dagli attivisti di Rifiuti Zero Sicilia, che di recente si era rivolta al Tar chiedendo la declatoria di decadenza del provvedimento autorizzativo rilasciato dal Comune di Modica a Biometano Ibleo. Un nuovo ricorso che poggiava proprio sul sospetto che il titolo fosse già scaduto. “Oggi è quindi dimostrato che ciò che era stato fatto nel 2022 è stato corretto – continuano gli attivisti – Ma non vogliamo fregiarci nei nostri meriti, l’unica cosa che conta è avere impedito che un impianto autorizzato da un Comune senza valutazione di impatto ambientale e cumulativo e senza seguire procedure partecipative sia oggi posto nel nulla. Per questo risultato possiamo solo ringraziare l’avvocato Pappalardo e quei cittadini pozzallesi che hanno scelto di spendersi per il bene comune”.

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Un commento

  1. Santo Armenia ha detto:

    AMORE PER LA RICERCA DELLA VERITÀ PER IL BENE COMUNE: IL MIO CONTRIBUTO.

    Lettera aperta all’ex Sindaco e all’attuale Sindaco di Modica: impianto di biogas in contrada ZIMMARDO BELLAMAGNA.
    ^^^^^^^^
    Fermo restando il mio rispetto per tutti i punti di vista, in particolare il vostro anche per il ruolo pubblico ed istituzionale, richiamando i contenuti espressi con la mia lettera aperta di gennaio 2020, indirizzata all’Arcivescovo di Palermo e al Presidente della Regione Siciliana (oltre a tutti gli altri Enti), ora mi preme evidenziare per la peculiare importanza questi particolari difetti presenti nell’autorizzazione che lo stesso Comune di Modica, dopo tanto tempo, finalmente ha dichiarato decaduta per la decorrenza dei termini di legge di inizio lavori:
    1 – il limite di 499 mc/h non era indicato come limite assoluto, ma come valore CIRCA, con tutto quello che ne consegue, per cui la competenza è regionale;
    2 – l’impianto in oggetto, per essere di natura industriale, non può essere ubicato in zona agricola;
    3 – l’impianto in oggetto è stato dichiarato di pubblica utilità dal funzionario, ma non dal Consiglio Comunale che, invece, è l’organo preposto.

    Pace e Serenità

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