Bollette, per il caro-prezzi servono soluzioni strutturali - QdS

Bollette, per il caro-prezzi servono soluzioni strutturali

Bollette, per il caro-prezzi servono soluzioni strutturali

martedì 28 Dicembre 2021

L’analisi commissionata dal Wwf al think tank Ecco: “Investimenti nelle infrastrutture gas pesano sui consumatori”

ROMA – La struttura della bolletta del gas non include affatto le politiche di decarbonizzazione né una strategia di phase-out del gas fossile dai sistemi energetici, e non tiene conto del fatto che il gas è un combustibile fossile e il suo ruolo andrebbe ridimensionato.

È quanto emerge dall’analisi della bolletta del gas in Italia che il Wwf ha commissionato a Ecco, il think tank indipendente sulle politiche climatiche, secondo la quale è proprio l’incremento degli investimenti nelle infrastrutture per il gas, componente onerosa nella bolletta finale, a rappresentare un aggravio crescente per i consumatori e una perdita di risorse per lo sviluppo di alternative a zero emissioni.

Oggi, la componente infrastrutturale incide per il 32% della tariffa gas (al netto delle imposte). Eppure, sottolinea lo studio, in Italia la domanda gas si mantiene costantemente a livelli inferiori al 2005, e le politiche di decarbonizzazione indicano un’ulteriore diminuzione della domanda, mentre l’infrastruttura di gas esistente in Italia risulta già sovradimensionata rispetto alla domanda attuale ed alla previsione di domanda futura.

Lo studio mette in evidenza che gli approvvigionamenti gas sono solitamente legati a contratti di lungo periodo (in Italia il 60% dei contratti gas ha una durata residua superiore ai 10 anni e circa il 30% dei contratti superiore ai 20 anni) e questo rischia di introdurre un’ulteriore barriera alla decarbonizzazione.

Il rapporto sottolinea che a oggi il gas naturale non paga nei prezzi finali una componente ambientale significativa, soprattutto quando paragonato al settore elettrico. Per un utente domestico tipo, il costo unitario degli oneri ambientali nella bolletta gas è pari solamente a 0,8 euro/GJ (gigajoule), mentre nella bolletta elettrica tale costo è uguale a circa 15,8 euro/GJ. Prendendoa riferimento la somma delle componenti ambientali e fiscali, nell’elettrico si paga 23euro/GJ rispetto a 7,7euro/GJ nel gas naturale. Riportando tali valori alle emissioni di CO2 si evidenzia come gli oneri ambientali nell’elettrico determinano un costo di 208euro/t di CO2, mentre nel gas il costo è stimato in 14,3euro/tCO2.

Includendo nel calcolo tutte le componenti fiscali (inclusa iva ed accisa) ed ambientali, il costo per tonnellata di CO2 emessa è calcolato in 302euro/tCO2 nell’elettrico e 137euro/tCO2 nel gas.

Insomma, dal confronto tra la tariffa gas e quella elettrica emerge come la tariffa elettrica sia maggiormente gravata di oneri fiscali e ambientali rispetto alla tariffa gas. Una struttura tariffaria in forte contraddizione rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione e che rappresenta un forte disincentivo all’elettrificazione dei consumi finali.

Gli scenari italiani su cui si fondano le policy, sottolinea lo studio, non forniscono una visione del ruolo del gas chiara e allineata agli obiettivi net-zero. Gli scenari del Piano Nazionale Integrato Energia Clima (Pniec) e della Long Term Strategy (Lts) non sono allineati tra loro, non sono aggiornati per seguire gli impegni europei e non forniscono una visione chiara del ruolo del gas fossile.

E ancora, secondo il report la volatilità del prezzo del gas sarà amplificata dal ridursi della quota gas sul totale della domanda energetica e gli stanziamenti miliardari per coprire l’aumento delle bollette elettriche e gas, dovuti all’incremento di prezzo del gas fossile, non sono supportati da analisi di impatto convincenti. I potenziali di biogas e idrogeno non sono lontanamente confrontabili con gli attuali volumi di gas: i contributi di idrogeno e biogas negli scenari di decarbonizzazione di lungo periodo non coincidono con le attuali infrastrutture di trasporto e distribuzione di gas fossile.

Oggi siamo costretti ad affrontare il problema dei prezzi dell’energia e del gas, ma non si può pensare di risolvere la situazione solo con misure di emergenza che mantengono in vita una struttura pensata e permeata sui combustibili fossili, o addirittura rischiano di aggravare la situazione in vista della decarbonizzazione – dice Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia – Occorre affrontare i problemi strutturali. Inoltre, il Pniec e la Lts non sono aggiornati e non sono coerenti tra loro”.

Per Matteo Leonardi, Ceo e co-fondatore di Ecco, “chi ha la proprietà e programma lo sviluppo delle reti non sostiene rischi economici legati all’incompatibilità futura degli investimenti con le politiche per la salvaguardia del clima e tali costi saranno sostenuti dai consumatori finali. Chi può decidere se integrare nuove infrastrutture nella tariffa (l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) deve basarsi su una precisa strategia per il clima per validare le richieste delle imprese di distribuzione e trasmissione gas in considerazione della loro compatibilità con uno scenario climatico allineato agli obiettivi ambientali”.

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