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Brasile, Bolsonaro tenta la rimonta ma per i sondaggi Lula è avanti

lamantia

Brasile, Bolsonaro tenta la rimonta ma per i sondaggi Lula è avanti

sabato 15 Ottobre 2022

Le elezioni nazionali del 2022 si avviano verso il secondo turno del 30 ottobre, quando Jair Bolsonaro e Luiz Inacio Lula da Silva si contenderanno la presidenza, che inizierà ufficialmente all’inizio del 2023.

Nello Stato di San Paolo, secondo turno anche per la scelta del governatore. La partita è tra Fernando Haddad del Partido dos Trabalhadores (il Partito dei lavoratori, Pt), sostenuto dall’ex presidente Lula, e Tarcisio de Freitas, che corre coi Republicanos (i Repubblicani), vicino a Bolsonaro. Nonostante ci sia ancora battaglia per l’attribuzione delle cariche di governo, per i prossimi quattro anni i giochi sono fatti per le legislative. Tra i 513 deputati federali eletti alla Camera il 2 ottobre scorso, alcuni partiti predominano come União Brasil, il Partido Progressistas (Pp) e il Partido Liberal (Pl) di Bolsonaro.

Numero di seggi più contenuto invece per gli altri, come il Partido Democrático Trabalhista (Pdt), il Partido dos Trabalhadores (Pt) e Socialismo e Liberdade (PSol). A ricevere più voti è stato il candidato della sezione di Minas Gerais del Partido Liberal (Pl) Nikolas Ferreira, celebre youtuber sostenitore di Bolsonaro che ha ottenuto 1.492.047 voti. A seguire, con uno stacco di quasi mezzo milione di voti, Guilherme Boulos, leader dei movimenti sociali che ha corso con lo PSol per lo Stato di San Paolo, che ha totalizzato poco più di un milione.

Il Partido Liberal di Bolsonaro risulta infatti il più votato tra deputati e senatori – che passano a occupare 129 seggi rispetto ai 43 della legislatura precedente – con un aumento record del 200% delle preferenze rispetto al 2018. La formazione di Lula invece, il Pt, crolla da 118 a 85 deputati. A seguire, União Brasil, Movimento Democrático Brasileiro (Mdb) e Progressistas (Pp) sono quelli che si sono assicurati la maggior parte degli scranni.

Bene “le quote rosa” alla Camera dei deputati dove rispetto al 2018 si registra il 18% delle donne in più. Tra i 513 deputati eletti al Congresso Nacional, le donne sono in totale 91, e nella Camera bassa per la prima volta nella storia siederanno anche due deputate transgender: Erika Hilton (PSol), eletta con più di 256mila voti nel collegio di San Paolo, e Duda Salabert (Pdt) di Minas Gerais, con oltre 208mila voti. Le due candidate avevano già incarichi politici nei rispettivi Stati prima di raggiungere la Camera bassa del parlamento. Anche la rappresentanza indigena ha guadagnato spazio quest’anno: si contano Sônia Guajajara (PSol) con più di 156mila voti, Célia Xakriabá (PSol), con 101mila voti, e la bolsonarista Silvia Waiãpi (Pl), che ha ottenuto più di 5mila voti nel suo statodi Amapa. Al Senato federale, dei 27 neoeletti che vanno a costituire un terzo della Camera alta – composta da 81 seggi – ben 20 hanno un qualche legame o simpatia per l’attuale presidente uscente.

Tra gli altri sette figurano cinque ex ministri e un segretario con stretti legami con il palazzo di Planalto, ossia il vicepresidente dei Repubblicani Hamilton Mourao, che ha vinto uno dei seggi alla Casa dos Estados come rappresentante del Rio Grande do Sul.

Infine, arriva al Senato un’altra figura già nota nel Paese: Sérgio Moro di União Brasil, eletto dal Paraná. Sebbene abbia lasciato il governo Bolsonaro accusando il presidente di interferire nei lavori della Polizia federale, è tornato sulla scena politica con il discorso anti-Lula e in cui ha attaccato anche il Pt, strizzando anche l’occhio a Bolsonaro proprio sul finire della campagna elettorale. Con questi risultati i tre partiti che compongono la base alleata di Bolsonaro – il Partido Liberal, il Partito Progressista e i Republicanos – sono riusciti a far eleggere 187 deputati federali e 23 senatori.

Resta la sfida di União Brasil: Bolsonaro, se verrà rieletto, dovrà ricomporre le divergenze di opinione all’interno dei leader di questo partito di destra se vorrà governare. Avrà infatti bisogno della maggioranza dei parlamentari eletti. Quanto alla sinistra, i partiti possono contare su 125 seggi alla Camera e 13 al Senato. Nel caso di Mdb e Psd, due sigle che solitamente sostengono l’inquilino di Palazzo Planalto, hanno totalizzato 84 deputati federali e 10 senatori.

Resta ora la sfida di domenica 30 ottobre, quando i brasiliani torneranno alle urne per scegliere il nuovo presidente per i prossimi quattro anni tra Luis Inacio Lula da Silva e Jair Bolsonaro. Agli elettori spetterà anche la scelta del governatore in 12 Stati su 26, ossia in Alagoas, Amazonas, Bahia, Espirito Santo, Mato Grosso do Sul, Paraiba, Pernambuco, Rio Grande do Sul, Rondonia, Santa Catarina, San Paolo e Sergipe. Stando ai sondaggi di Datafolha sul secondo turno delle presidenziali, Lula è avanti con sei punti di vantaggio su Bolsonaro. Considerando i voti validi – ossia i voti a cui sono state sottratte le schede bianche o nulle, così come stabilito dalla Corte suprema elettorale (Tse) – il Pt di Lula figura col 53% dei voti contro il 47% dei liberali di Bolsonaro. Nello scenario dei voti totali, Lula potrebbe contare sul 49% dei voti, mentre Bolsonaro sul 44%. Il 2% degli elettori invece si dice indeciso e il 6% dichiara che voterà scheda bianca o annullerà il proprio voto.

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