Calce edilizia nel baccalà: sequestrata la Jonica pesca - QdS

Calce edilizia nel baccalà: sequestrata la Jonica pesca

redazione web

Calce edilizia nel baccalà: sequestrata la Jonica pesca

martedì 14 Gennaio 2020

La società di Acireale, una delle maggiori del settore ittico in Sicilia, avrebbe immesso in commercio ingenti quantitativi di prodotti alimentari adulterati, usando anche l’acqua di un pozzo contaminato. Notificato il divieto di dimora al legale rappresentante Giuseppe Valastro

Guardia Costiera e Carabinieri del Noe hanno eseguito ad Acireale, su disposizione della Procura etnea, un sequestro preventivo dello stabilimento produttivo della “Jonica Pesca snc”, una delle maggiori società del settore ittico in Sicilia, perché avrebbe adulterato, contraffatto e immesso in commercio ingenti quantitativi di prodotti alimentari, in particolare stoccafisso e baccalà, utilizzando illecitamente calce edilizia al posto della calce per uso alimentare.
L’impresa avrebbe anche utilizzato ingenti quantitativi di acqua di un pozzo artesiano nella quale le analisi dell’Asp hanno evidenziato la presenza di un alto tasso di batteri coliformi. La Guardia costiera e i militari del Noe hanno anche notificato un divieto di dimora al suo amministratore e legale rappresentante della società, Valastro Giuseppe, di 68 anni. I militari hanno eseguito una ordinanza di applicazione di misure cautelari reali e personali emessa dal Gip.
Le indagini hanno preso il via alla fine 2018 in seguito ad un controllo effettuato dalla Guardia Costiera sulla verifica da parte della società – che si occupa di stoccaggio, lavorazione e trasformazione di pesci, crostacei e molluschi – del rispetto della normativa nazionale e comunitaria sulla filiera ittica.
Durante le ispezioni dei locali dell’azienda inoltre sono stati accertati altri illeciti, anche di carattere penale, tra i quali reati ambientali e violazioni in materia di norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. Tra questi l’assenza di documentazione di autorizzazione allo scarico e di quella che attestava i campionamenti di monitoraggio delle acque utilizzate per la lavorazione del prodotto ittico.
A differenza di quanto dichiarato, infatti, l’impresa non si sarebbe limitata alla sola conservazione e commercializzazione dei prodotti ittici, ma anche alla lavorazione, trasformazione, affumicatura ed al confezionamento. Infine è stata rilevata la presenza nello stabilimento di telecamere di video-sorveglianza dei luoghi di lavoro senza autorizzazione da parte dell’ Ispettorato del Lavoro.

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