Caltanissetta, la piscina comunale resta ancora chiusa - QdS

Caltanissetta, la piscina comunale resta ancora chiusa

Annalisa Giunta

Caltanissetta, la piscina comunale resta ancora chiusa

giovedì 23 Luglio 2020

Ennesimo capitolo della querelle tra il Comune capoluogo e la ditta aggiudicataria della gestione. Con l’impianto ancora chiuso al pubblico, a farne le spese sono tutti gli appassionati di nuoto

CALTANISSETTA – Resta ancora chiusa la piscina comunale di via Rochester. Una lunga querelle, quella tra il Comune e la ditta Sport Service Srl di Modica (che si è aggiudicata la gestione della struttura) per cui si cerca da tempo una soluzione.

Nei giorni scorsi l’Amministrazione comunale ha infatti pubblicato all’albo pretorio il provvedimento di revoca della determina dirigenziali n.195 del 23 agosto 2018 con cui si aggiudicava alla Sport Service la gestione in regime di concessione della piscina e la determina dirigenziale n.177 del 5 maggio 2019 con cui era stata dichiarata efficace l’aggiudicazione. Una revoca che era stata proposta dal Comune a maggio, ma dopo varie vicissitudini l’Ente ha riavviato la procedura con la notifica alla ditta e l’esplicitazione che contro il provvedimento è ammesso ricorso amministrativo in opposizione entro 30 giorni; ricorso giurisdizionale entro 60 giorni al Tar di Palermo oppure in via alternativa il ricorso straordinario al presidente della Regione entro 120 giorni dalla notifica.

Una determina che ripercorre la vicenda. “Espletate le procedure propedeutiche alla stipula la ditta Sport Service è stata invitata più volte – come si legge – a firmare il contratto. A seguito dell’ultima convocazione nel mese di febbraio la ditta ha ribadito, con nota scritta protocollata al Comune, l’avvenuta risoluzione del contratto per motivi di grave inadempimento da parte dell’Amministrazione come già comunicato nel dicembre del 2019, diffidando l’Ente alla restituzione di quanto già versato a titolo di cauzione”.

La ditta inoltre nel mese di maggio ha contestato con nota scritta all’Amministrazione “enormi discrasie nella manutenzione dei locali rispetto alla situazione riscontrata nel sopralluogo di presa visione dei luoghi avvenuto nell’ottobre del 2018 e di non aver intrapreso alcuna attività utile a porre rimedio a tali mancanze che di fatto non rendono la struttura fruibile”. Da parte sua l’Ente, in una relazione dello scorso 10 giugno a firma del dirigente della direzione lavori pubblici, ha ricostruito la cronologia dei sopralluoghi e delle valutazioni tecniche sulle condizioni dell’impianto.

“Alla ditta Sport Service – si legge – è stato consentito di visionare l’impianto nel suo complesso in data antecedente lo svolgimento della gara. Quanto segnalato in data 16 luglio 2019 è stato analizzato e prontamente è stato evidenziato alla ditta e ai suoi collaboratori tecnici che le condizioni dell’impianto erano sostanzialmente le stesse a quelle rilevate al momento del sopralluogo. Infatti sono stati segnalati quei fenomeni di vetustà tipici di una struttura che ha ormai vent’anni e che non potevano improvvisamente manifestarsi negli ultimi mesi atteso che sono dovute al normale uso dell’impianto”.

“Nel mese di agosto e settembre 2019 – viene evidenziato ancora nel documento – si sono svolti sopralluoghi proprio per individuare quei percorsi tecnico-amministrativi per superare le difficoltà mostrate dalla Sport Service per avviare l’attività sportiva. Ciò ha comportato scambio di valutazioni tecniche alla luce proprio delle previsioni del capitolato d’oneri che permettevano di poter fare effettuare degli interventi di manutenzione straordinaria al gestore con successivo scomputo dal canone di locazione”.

Il Comune da parte sua, per venire incontro alle esigenze manifestate dalla ditta e al fine di poter rendere un servizio pubblico alla cittadinanza, si è assunto l’onere e ha già concluso i lavori di manutenzione necessari per avviare l’utilizzo della struttura. “La mancata sottoscrizione del contratto – si legge nella determina – non è dovuta a motivazioni tecniche ma, si ritiene, a successive valutazioni della ditta circa la convenienza economica nella gestione dell’impianto che inizialmente non aveva considerato”.

A farne le spese nella vicenda i nisseni, privati dell’utilizzo della struttura che rimane ancora chiusa al pubblico.

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