Caltanissetta, servizio idrico da riorganizzare - QdS

Caltanissetta, servizio idrico da riorganizzare

Liliana Blanco

Caltanissetta, servizio idrico da riorganizzare

venerdì 16 Luglio 2021

La recente sentenza del Cga sulle tariffe ha dato vita a profonde riflessioni su una gestione che negli anni non ha mai offerto un livello davvero efficiente. Adesso occorre una svolta decisiva

CALTANISSETTA – I nisseni sospettavano da tempo, ma adesso è arrivata la sentenza del Cga a certificare uno stato di cose che, nel corso degli anni, ha mandato su tutte le furie numerosi cittadini. Il Consiglio di giustizia amministrativa, infatti, ha respinto il ricorso presentato dalla Regione Siciliana e da Siciliacque contro la sentenza del Tar che, in accoglimento del ricorso proposto dall’Amap, gestore del servizio idrico integrato dell’Ato Palermo, aveva riconosciuto l’incompetenza della Regione e la conseguente illegittimità dell’attuale tariffa pretesa da Siciliacque dai gestori del Servizio idrico dell’Isola e, quindi, dagli utenti siciliani.

“Ora – ha commentato Emanuele Gallo, segretario generale della Cisl Agrigento, Caltanissetta, Enna – vanno indennizzati gli utenti che hanno pagato l’acqua più cara d’Italia. La gestione dell’acqua in Sicilia si caratterizza per i costi esosi e per la pessima gestione di gran parte delle società di ambito. Con la sentenza in questione vengono dichiarate illegittime e annullate le tariffe applicate dal Governo regionale che ha tenuto conto più delle esigenze finanziarie di Siciliacque che dei cittadini. Adesso occorrerà restituire agli utenti quanto incassato dal 2016 a oggi”.

“In verità – ha aggiunto – i cittadini nisseni spendono più del dovuto da almeno un decennio, da quando i tripli passaggi di aziende che lavorano sullo stesso territorio, Aqualia, Siciliacque e Caltaqua, hanno fatto lievitare i costi. Per non parlare dell’acqua che si perde in strada a causa delle falle e delle autoclavi che girano a vuoto facendo lievitare i costi. È opportuno fare tesoro della sentenza del Cga e delle sue considerazioni per riorganizzare il sistema di gestione delle risorse idriche della Sicilia, riconducendo il costo dell’acqua al supremo principio di equità e sostenibilità. Siciliacque deve sospendere l’esazione a carico dei cittadini nella misura corrispondente al tentativo di recupero delle somme non pagate da quell’utenza che ha vissuto e continua a vivere momenti di difficoltà economica”.

Un pronunciamento, quello del Consiglio di giustizia amministrativa, che ha provocato forti reazioni anche a livello istituzionali. Tra queste, anche quella di Lucio Greco, sindaco di Gela, città da sempre alle prese con un servizio idrico che non si può certo definire efficiente. “Che a operare sia Siciliacque o Caltaqua – ha detto – poco cambia. Il modo in cui si tassano i cittadini è una cosa scandalosa e preoccupante, nonché una doppia beffa, perché alle bollette esorbitanti non corrisponde un servizio di alto livello”.

Per Greco, è il momento di tornare a pensare a una riorganizzazione complessiva della gestione del bene idrico. “Siciliacque – ha detto – deve restituire quanto incassato indebitamente negli ultimi anni, sulle spalle dei vessati cittadini. Sono pronto a sostenere questa posizione ovunque sarà opportuno e necessario”.

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