Calenda parla a Catania dei "mostri" del Paese e spiega come batterli - QdS

Calenda parla a Catania dei “mostri” del Paese e spiega come batterli

Ivana Zimbone

Calenda parla a Catania dei “mostri” del Paese e spiega come batterli

giovedì 09 Luglio 2020

Come riformare il Paese nel libro dell’ex ministro dello Sviluppo economico e numero uno di “Azione”. La riacquisizione della consapevolezza da parte dei cittadini è la prima e fondamentale tappa di questo processo

CATANIA – Si è tenuta a Palazzo Biscari la presentazione del “libro militante” di Carlo Calenda. “I Mostri- e come sconfiggerli”, edito da Feltrinelli, spiega in che modo sia possibile riformare il Paese secondo l’ex ministro dello Sviluppo economico e numero uno di “Azione”. La riacquisizione della consapevolezza da parte dei cittadini è la prima tappa fondamentale.

“La politica rappresenta etimologicamente l’arte di governo, ma siamo finiti per teorizzare l’opposto. I mostri non sono le persone. Non è Di Maio, che abbiamo mandato noi alla Farnesina, e nemmeno Salvini, Berlusconi, Meloni. Siamo noi che prima li votiamo, poi rimaniamo insoddisfatti del loro operato, anche rispetto alle gigantesche aspettative che abbiamo, e li scarichiamo – ha chiosato Carlo Calenda -. Siamo falsamente convinti che lo Stato debba garantire la felicità del cittadino, ma questa è irrealizzabile utopia. Così ci affidiamo alla rivoluzione liberale, al ‘vaffa’, al ‘prima gli italiani’, non cambiando mai nulla. Perché nulla cambierà in Italia se non c’è una presa di coscienza da parte della cittadinanza”.

Tra i tanti “mostri” che si aggirano per il Paese, due in particolare, rappresentanti metaforicamente dai mulini a vento del Don Chisciotte e dall’Idra di Lerna. Richiami mitologici che dimostrerebbero l’esigenza di coerenza e rinnovamento della classe politica italiana. “Don Chisciotte andava addosso a un mostro finto, ai mulini a vento. Questo accade a tutti noi quando l’essenza della politica non diventa quello che fai, ma cosa sei. Già Berlinguer, in un’intervista a Scalfari, cercava di dimostrare la superiorità morale del partito comunista. La questione morale non ha consentito alla sinistra di affrontare il nodo storico – ha continuato il leader di Azione -. L’Idra di Lerna e il tentativo di Ercole di tagliarle invano una testa, invece, rappresentano la cittadinanza nel momento in cui cerca di sbarazzarsi del politico di turno, offrendo il potere a un altro che porterà ulteriore insoddisfazione”.

Il progetto di Carlo Calenda è ristabilire un’area liberal-democratica al centro dello schieramento politico italiano per far dialogare le parti moderate di destra e sinistra (Pd e Forza Italia), così come avviene in sede europea con i popolari. Soprattutto per impedire a populisti e sovranisti di sottomettere le altre forze politiche: “I motivi di insoddisfazione non vanno ripetuti dalla politica, ma risolti. La Meloni per esempio non propone mai delle soluzioni ai problemi. E la politica non deve nemmeno comunicare che con l’incompetenza e la mancanza di titoli di studio adeguati allo scopo si possa governare un Paese. Noi vogliamo mettere insieme l’Italia che studia, che fatica, che vuole recuperare le proprie capacità di cambiamento per un destino comune. E farlo con coerenza, senza alcuna guerra ideologica, approvando le azioni che riteniamo corrette a prescindere dal colore politico. Funzionerà? Questa è la nostra sfida”, ha detto.

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