Caro energia, in Sicilia i primi aumenti - QdS

Caro energia, in Sicilia i primi aumenti

Michele Giuliano

Caro energia, in Sicilia i primi aumenti

sabato 22 Gennaio 2022

Bollette salate per le famiglie: di questo passo si arriveranno a spendere 700€ in più in un anno. Cgia Mestre: “Brutte notizie anche per le imprese, l’Isola è ottava per peso dei rincari”

PALERMO – Brutte notizie per le famiglie anche siciliane: i costi dei consumi energetici sono destinati ad aumentare. La certezza che ciò avverrà molto presto è ormai nella posta di molti utenti anche siciliani, che proprio in questi giorni si stanno vedendo recapitare i primi avvisi di cambio unilaterale dei contratti.

Le comunicazioni parlano chiaro: “La differenza di spesa annua stimata, escluse imposte e tasse, per un cliente con contratto per abitazione di residente, con una potenza impegnata di 3 kW, ed un consumo di 3.200 Kwh è pari a 323.8 €/anno al netto delle tasse”.

Un aumento non indifferente, per una famiglia media di quattro persone che complessivamente lieviterà attorno alle 700 euro. Il rinnovo dell’offerta è automatico, rendendo la modifica unilaterale del contratto una trappola per chi magari non è molto attento nella lettura delle diverse comunicazioni che vengono inviate dai fornitori di energia. “Sarà un onere davvero insostenibile per le famiglie, onere che ricadrà, inevitabilmente anche sulla produzione e, conseguentemente, sui prodotti di largo consumo – scrivono dall’Adoc, l’associazione dei consumatori -. Quanto posto in essere dal governo per arginare l’aumento delle bollette di luce e gas è davvero poco. Il cambio di passo è più che mai necessario”.

In Italia, secondo l’associazione, si registra la più elevata fiscalità applicata sulle bollette, rispetto agli altri paesi europei e, nonostante abbia ratificato il ‘Protocollo di Kyoto’ e aderito all’accordo di Parigi, l’Italia ha seguito un percorso inverso rispetto agli impegni presi: dal 1990 ad oggi ha incrementato del 3% i consumi energetici, mentre in Europa si è avuta una diminuzione del 10%.

Le richieste dell’Adoc al Governo sono diverse, e tutte puntano ad alleviare il peso degli aumenti sulle famiglie: i costi relativi agli oneri generali di sistema siano spostati dalle bollette alla fiscalità generale; si alzi il limite Isee per allargare la fascia delle famiglie che possono accedere allo sconto in bolletta; venga applicata ad energia elettrica e gas, l’aliquota Iva al 4% che hanno i beni e i servizi di prima necessità; si dia un impulso effettivo alla creazione delle comunità energetiche; si avvii una campagna diffusa per il contenimento dei consumi energetici”.

Il caro bollette, poi, non riguarderà solo le famiglie, ma anche le imprese: un circolo vizioso per cui i costi finiranno per ricadere in buona parte sul consumatore finale. In Sicilia, secondo i dati elaborati dal centro studi della Cgia di Mestre, le imprese spenderanno circa 3 miliardi e mezzo di euro in energia, più del doppio rispetto al 2019, quando si spendevano 1 miliardo e 700 milioni di euro. Un valore che si mantiene in linea con la media nazionale: nel 2022 si prevede che, in tutta Italia, le imprese spenderanno quasi 72 miliardi di euro, contro i quasi 36 miliardi del 2019.

Un incremento spaventoso che, sommato al rincaro del gas, secondo la Cgia, costringerà molte attività, almeno temporaneamente, a chiudere gli impianti produttivi. A livello territoriale il rincaro maggiore graverà sulle imprese ubicate in Lombardia, seguita dal Veneto, l’Emilia Romagna e quindi il Piemonte. La Sicilia si pone all’ottavo posto nella classifica delle regioni italiane. Le regioni in cui l’aumento grava meno sono la Valle d’Aosta, il Molise e la Basilicata, ma in termini percentuali le regioni vivono tutte una sorte avversa, in quanto, a prescindere dal dato di partenza, la spesa per l’anno in corso è il doppio rispetto a quella del 2019.

“Auspicando che questa fiammata si esaurisca entro la prima parte del 2022, la situazione deve essere affrontata immediatamente con misure urgenti – dicono dall’Ufficio studi della Cgia – il Governo dovrebbe incrementare le risorse già messe a disposizione con la legge di Bilancio 2022, mettendo a disposizione delle imprese almeno 1 miliardo di euro al mese fino al prossimo mese di giugno per calmierare gli aumenti tariffari”.

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