Cartelle esattoriali, la riforma: rate in 10 anni per chi è in difficoltà

Cartelle esattoriali, la riforma del Fisco: rate fino a 10 anni per chi è in difficoltà

Daniele D'Alessandro

Cartelle esattoriali, la riforma del Fisco: rate fino a 10 anni per chi è in difficoltà

Redazione  |
martedì 12 Marzo 2024

Cambiamenti radicali nel sistema fiscale: rateizzazione fino a 10 anni delle cartelle esattoriali per chi attesterà di essere in difficoltà

Importanti cambiamenti s’intravedono all’orizzonte in ambito fiscale. “Diventerà un Fisco “amico” ed offrirà la possibilità di pagare tutto ma in tempi congrui”. Questo uno dei due pilastri della riforma della Riscossione, contenuta in un decreto legislativo approvato dal Consiglio dei ministri. L’altro, invece, è rappresentato dalla razionalizzazione del sistema, a partire dal fare pulizia nel magazzino che ammonta, dato al 31 dicembre 2023, a più di 1.200 miliardi di euro, una mole abnorme che si perde negli anni in quanto riferita a persone ormai defunte, o nullatenenti, o per vari motivi non reperibili. Dal 2025 le cartelle non riscosse entro cinque anni saranno “discaricate” automaticamente. Si passa dalle 72 rate mensili attuali a un massimo di 120 rate, dunque su un orizzonte di 10 anni.

Arriva il discarico automatico

Il provvedimento introduce dunque il “discarico automatico” per le quote affidate all’Agenzia delle Entrate “non riscosse entro il 31 dicembre per quinto anno successivo”. Il Fisco può anche procedere al “discarico anticipato” per le quote affidate dal 2025, per cui abbia rilevato “la chiusura del fallimento o della liquidazione giudiziale” o “l’assenza di beni del debitore suscettibili di poter essere aggrediti”. L’obiettivo del Governo è dunque quello di rendere il sistema della riscossione più “veloce ed efficiente” e di snellire la montagna di debiti fiscali.

Il viceministro Maurizio Leo: “Riscossione più veloce ed efficiente col decreto”

“Sono già dieci i decreti di attuazione della riforma fiscale presentati in Cdm, dei quali otto approvati in via definitiva”, ha commentato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo. “In particolare il governo ha approvato in prima lettura il decreto sulla riscossione. Si tratta di un importante intervento su una materia complessa e delicata, che ha tre obiettivi: snellire l’attuale magazzino di debiti fiscali, attualmente a 1.200 miliardi di euro, ed evitare che in futuro se ne crei un altro della medesima entità. Vogliamo anche rendere la riscossione più veloce ed efficiente, in linea con i principali Paesi europei”.

Come funziona il nuovo sistema delle cartelle e delle rate

Oltre i 120mila euro di debito, il contribuente che documenta la temporanea situazione di obiettiva difficoltà, avrà subito la possibilità di dilazionare il pagamento in massimo 120 rate mensili. Sotto quella soglia invece è previsto aumento progressivo delle rate ogni biennio: per chi “documenta” la situazione di difficoltà è previsto un minimo di rate crescente (che aumenta ogni due anni, da 85 a 97 a 109) e un massimo sempre di 120 rate. Per il contribuente che “dichiara” di trovarsi in situazione di difficoltà, l’aumento parte da 84 rate mensili nel 2025-26 aumentando progressivamente fino a un massimo di 108 rate nel 2029. Sarà il ministero dell’Economia a valutare – monitorando gli effetti delle nuove norme sui conti pubblici – se concedere le 120 rate dal 2031.

Notifiche entro 9 mesi al creditore

Dal prossimo anno le cartelle dovranno essere notificate al creditore entro 9 mesi dall’affidamento del carico. Arriva inoltre la possibilità di raggruppare i crediti per codice fiscale, con l’effetto di avere ad esempio in un’unica cartella tasse e multe. Interventi che puntano innanzitutto a “snellire” l’attuale magazzino del non riscosso, una montagna di debiti che ha già sfondato quota 1.200 miliardi di euro (erano 1.206,6 miliardi al 31 dicembre). Ed “evitare che in futuro se ne crei un altro” analogo.

Riforma dei Giochi e del Lotto: cosa cambia

Verrà attuato inoltre un riordino dei Giochi, con il rinnovo della gara del Lotto: la base d’asta passa da 700 milioni a un miliardo di euro, ma si mette anche fine all’utilizzo dei contanti per i giochi online. L’obiettivo è “razionalizzare e aggiornare il sistema dei giochi pubblici a distanza, aumentando il valore delle concessioni da assegnare portandole ai corretti livelli di mercato”, spiegano fonti di governo. Il prossimo passo sarà un intervento sulla rete dei giochi fisici.

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