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Catania alla deriva, Vendemmia: “Non solo sicurezza, manca senso civico”

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Catania alla deriva, Vendemmia: “Non solo sicurezza, manca senso civico”

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domenica 22 Maggio 2022

Il poliziotto e segretario del Siap affronta la questione attraverso l'occhio privilegiato di chi lavora sul campo.

Una deriva civico, etico, morale che sembra inarrestabile. Catania, da qualche tempo, sembra protagonista di un declino generale che coinvolge la società, che si manifesta in atti di sopruso o di incuria. Nota al prefetto, al sindaco facente funzioni Bonaccorsi, rappresentata sui social, la situazione potrebbe potrebbe diventare cronica.

Catania alla deriva: situazione irreversibile?

È uno dei timori di Tommaso Vendemmia, poliziotto e segretario del Siap di Catania, che affronta la questione attraverso l’occhio privilegiato di chi lavora sul campo e conosce anche altri aspetti della realtà urbana. Secondo cui, soprattutto, occorre agire in fretta per evitare che la situazione diventi irreversibile. “La deriva sociale cui noi stiamo andando incontro è un fenomeno di carattere nazionale non è limitato a Catania – afferma. È sotto gli occhi di tutti quel che avviene qui anche perché alcune cose vengono amplificate. È però oggettivo che vi siano una parte della città fuori controllo in diversi ambiti. Il sistema è saltato perché non c’è controllo urbano”.

Tommaso Vendemmia

L’assenza dei vigili urbani

L’assenza dei presidi fissi dei vigili urbani, la cui presenza anche solo percepita potrebbe fare la differenza, sono tra le motivazioni di tale declino, per Vendemmia. “Non si può derogare tutto ciò che parla di sicurezza in generale alla polizia o ai carabinieri – sostiene il sindacalista. Ci sono anche altre città che hanno gli stessi problemi di tutte le realtà metropolitane – prosegue – e che affrontano questi problemi in diversi modi, tutti i giorni con i mezzi a disposizione. Ma qui a Catania non abbiamo i mezzi ordinari con cui affrontare la quotidianità e siamo sempre in emergenza“.

Vendemmia: “Occorre un progetto”

Secondo il sindacalista, le condizioni del corpo dei vigili urbani – sottodimensionato e anagraficamente avanti con l’età – costituisce un esempio dell’assenza di mezzi ordinari con cui affrontare il quotidiano. “I vigili sono il volano del mantenimento di un senso civico cittadino – dice Vendemmia. Se permettiamo che questi vengano presi a colpi di casco in faccia – aggiunge, riferendosi a un episodio accaduto qualche anno fa, sotto la sindacatura di Bianco – non possiamo pretendere che la società civile veda quella parte dello Stato come custode del pubblico vivere. Non si può pensare di mettere una volante o una gazzella a ogni angolo della città ma pretendere che ci sia un programma, un progetto, di rinascita”.

Il ruolo della politica e dell’amministrazione

La, contingenza amministrativa di questi ultimi tempi, aggraverebbe il tutto. “L’assenza di una guida della città dal punto di vista amministrativo penso che sia importante – sostiene ancora Vendemmia. La direzione, la progettualità deve darle la guida della città con il sindaco in testa. In questo periodo storico non mi sembra che vi sia stata questa organizzazione, semmai c’è stata una rappresentazione continua di una città senza regole e dove nessuno si indigna, come nel caso di chi ha pensato fosse naturale lavare una pentola nella fontana di piazza Duomo“.

Il recupero del senso civico

Secondo il sindacalista, per riprendere questa città occorrerebbe un senso civico che dovrebbe essere instillato dalle istituzioni, mentre le forze dell’ordine dovrebbero intervenire in altri contesti. “Non si può solo reprimere – dice. La polizia di Stato e i carabinieri non sono educatori o cuscinetti sociali – insiste il poliziotto. Abbiamo bisogno di soggetti autorevoli che controllino il territorio cittadino in modo costante. Ma vanno anche create le condizioni di legalità. Se non si innesca un circuito virtuoso, la repressione non può bastare”.

Presidi delle forze dell’ordine fatiscenti

Vendemmia, infine, entra nel merito delle strutture in cui operano le forze dell’ordine e le istituzioni per il controllo del territorio. Riprendendo il dibattito sulla cittadella polizia di Librino e sul progetto ancora solo sulla carta. “Il problema di Catania – spiega – è anche che polizia, carabinieri, guardia di finanza, vigili del fuoco, ecc. Stanno in strutture fatiscenti. Librino si prestava a tutta una serie di situazioni. I progetti però sono rimasti sulla carta”.

La cittadella della polizia

“La polizia, in attesa della cittadella, resta dispersa in tanti uffici disseminati per la città diminuendo progressivamente di forza operativa – continua Vendemmia secondo cui la cittadella “non si farà mai. E non perché non vogliamo andare a Librino, noi vogliamo andare a Librino – spiega – ma perché non si potrà realizzare lì. Il problema è strutturale: lì non si può costruire. E io lo dico da tempo”. Impedimenti noti già nel 2006, secondo Vendemmia che ha denunciato nel 2015. “Mi chiedo cosa ci sia che impedisce la progettazione – conclude. Come Siap continuiamo a chiedere chiarezza. Perché le nostre strutture stanno cadendo a pezzi”.

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