Bollette choc, bar chiusi 20 giorni a Catania: ecco chi lo farà

Bollette choc, bar chiusi 20 giorni a Catania: ecco chi lo farà

web-mp

Bollette choc, bar chiusi 20 giorni a Catania: ecco chi lo farà

Giuliano Spina  |
martedì 18 Ottobre 2022

Le risposte alla proposta di lockdown energetico lanciata da Spinella. C'è chi è favorevole e chi è scettico

Stop di 20 giorni nei bar di Catania. La “proposta” shock lanciata dal titolare di “Spinella”, comincia ad avere i suoi effetti ancora prima che sia diventata realtà, sempre se lo diventerà. Si perché la “soluzione finale” al caro energia non piace a tutti, anche se pare una scelta inevitabile, per rispondere ai rincari sulla fornitura di energia elettrica che stanno devastando il comparto commerciale e gli esercizi della ristorazione etnei.

Lockdnown energetico a Catania, cosa significa e perché è stato proposto

La scorsa settimana, dal Quotidiano di Sicilia è partita la “proposta”, poi rimbalzata su tutti gli altri quotidiani di Catania, del bar Spinella di via Etnea con il titolare che propone un lockdown energetico di 20 giorni per affrontare i costi dell’energia elettrica e con i dipendenti che temono e non poco riguardo al loro futuro lavorativo.

Chi è pro e chi è contro la proposta? Siamo andati a chiederlo direttamente ai titolari delle tante realtà della ristorazione a Catania.

Favorevoli e contrari al “lockdown energetico” dei bar a Catania

Ecco cosa hanno risposto i titolari di Quaranta, Caffè Epoca, C&GCioccolato e Gelato, Magrì, Prestipino, Ernesto.

Chi procede con cautela

La catena Magrì, che conta ben tre filiali all’interno del capoluogo etneo, ha sottolineato per bocca dei suoi titolari come la tariffa sia bloccata e come quindi fino al mese di gennaio non ci saranno problemi.

Da parte dei proprietari di Ernesto, uno dei bar del lungomare di Ognina, ci è arrivata la notizia che i rincari seppur presenti non sono stati esorbitanti.

Per questo motivo i titolari hanno definito per il momento inutile ogni forma di protesta e hanno puntualizzato come sia giusto attendere che si insedi il nuovo governo nazionale capitanato da Giorgia Meloni.

“Materie prime e dipendenti in cima alla lista”

Nel video parlano nell’ordine Riccardo Quaranta, titolare dell’omonimo bar di Ognina, Francesco Vittorio del Caffè Epoca di piazza Europa e Gabriella Comis del “C&G” di piazza Abramo Lincoln.

Il primo si esprime riguardo all’importanza delle materie prime, mentre il secondo, oltre a confermare ciò, parla anche del problema della vendita dei prodotti a prezzi più alti.

La titolare del bar di piazza Abramo Lincoln è del tutto d’accordo con la proposta di Spinella e ha già fatto un primo passo verso questo.

Tutti e tre all’unisono non svelano buone novità riguardo al futuro dei loro dipendenti.

Prestipino. “Crescita inarrestabile e non più sostenibile”

Il general manager della catena di bar Prestipino, Ciro Tizzano, ha prima di tutto precisato come sia d’accordo con la decisione di Spinella e come per i dipendenti gli scenari non siano affatto positivi, anche se la presenza all’interno degli ospedali imporrebbe l’apertura nonostante i problemi relativi al collocamento della merce.

Prestipino dice sì a Spinella

“La crescita inarrestabile del costo dell’energia che si sta abbattendo sulle imprese del terziario di mercato – ha detto Tizzano -, con aumenti delle bollette e dei costi di gestione non è più sostenibile. Ci troviamo di fronte a uno scenario che, in assenza di nuove e importanti misure di contrasto e di sostegno, mette seriamente a rischio la prosecuzione dell’attività di tantissime imprese, inclusa la nostra.

Pertanto, l’azienda Prestipino condivide la proposta di Spinella a cui esprime la propria solidarietà e sosterrà ogni iniziativa che possa sensibilizzare le autorità competenti a intraprendere scelte coraggiose e urgenti che possano garantire un futuro alle aziende italiane e a centinaia di famiglie di lavoratori.

Le maggiori difficoltà per il brand “Prestipino” a Catania

La nostra azienda è presente sul territorio di Catania con diversi punti vendita, alcuni di questi sono collocati all’interno di strutture pubbliche, tra cui ospedali e, pertanto, così come previsto da contratto, dovrebbero comunque restare aperti, così come è già successo durante il periodo di lockdown per il Covid, al fine di garantire un servizio di pubblica utilità, ed è proprio in questi punti vendita che ci vedremmo costretti a collocare la merce per garantire la migliore conservazione delle materie prime utilizzate ogni giorno nei nostri laboratori, al fine di salvaguardare la qualità che da anni ci contraddistingue e ridurre al minimo il rischio spreco. Chiaramente tutto questo rappresenterebbe un ulteriore costo per l’azienda.

“Siamo tutti a rischio, non solo i dipendenti”

Purtroppo la situazione attuale mette a rischio tutti, imprenditori e lavoratori, i costi di fornitura energetica sono cresciuti in modo smisurato e stanno mettendo in difficoltà tutti, anche la nostra azienda ha visto crescere i propri costi di gestione in modo spropositato. La nostra azienda attualmente garantisce un lavoro e, quindi, un reddito, a centinaia di famiglie, per questo confidiamo in un rapido intervento di sostegno alle imprese italiane da parte delle Istituzioni, non si può restare indifferenti al grido di dolore di imprenditori e lavoratori che ogni giorno devono lottare per sopravvivere.

“Non si può più aspettare”

Il problema è serio, non si può più aspettare, la crisi energetica assume dimensioni ancora più gravi se si pensa che siamo appena usciti da lunghi periodi di chiusura forzata a causa del Covid con conseguenze pesanti sui risultati aziendali”.

Tag:

Articoli correlati

Un commento

  1. Alberto Maioli de Pazzi di Valguarnera ha detto:

    Prima hanno pianto miseria e sono scesi in piazza… ora minacciano di chiudere. E chissenecatafotte… che chiudano! qualcuno prenderà il loro posto. E allora quei poveri diavoli del mercato in piazza Carlo Alberto…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017