Ospedali dismessi, Pogliese: “Dalla Regione 116 milioni” - QdS

Ospedali dismessi, Pogliese: “Dalla Regione 116 milioni”

redazione

Ospedali dismessi, Pogliese: “Dalla Regione 116 milioni”

mercoledì 17 Febbraio 2021

Il sindaco ha illustrato al Consiglio i piani dell’Amministrazione per riqualificare le ex aree ospedaliere: “Investimenti coerenti con linee guida Prg”. Il Santa Marta? “Progetto rivisto senza le colonne”

CATANIA – Il Consiglio comunale, presieduto da Giuseppe Castiglione, si è riunito in convocazione straordinaria, nell’aula consiliare di Palazzo degli Elefanti e in videoconferenza, su richiesta del sindaco Salvo Pogliese. Il primo cittadino ha illustrato all’Assemblea cittadina un’articolata disamina sul tema della riqualificazione delle aree ospedaliere dismesse.

“Già lo scorso 23 gennaio – ha detto il sindaco Salvo Pogliese – nel palazzo della Regione, durante la presentazione delle ipotesi progettuali di riutilizzo delle aree del vecchio Santa Marta, ebbi modo di annunciare pubblicamente la necessità di un confronto ampio e partecipato per definire costruttivamente il futuro degli ospedali dismessi e della storica zona dell’Antico Corso che è il cuore della nostra città. A cominciare proprio dalla riconsiderazione di quel progetto sul Santa Marta che per quanto rispettabile andava rivisto e sottoposto come base di discussione senza le colonne dell’ipotesi progettuale presentata alla stampa”.

“In realtà – ha aggiunto il primo cittadino- la questione della rigenerazione urbana dell’area Antico Corso, a seguito del trasferimento degli ospedali cittadini Vittorio Emanuele, Santa Marta e Santo Bambino, assume un ruolo rilevante nell’ambito delle scelte urbanistiche della città, orientamento peraltro contenuto nelle direttive già approvate dal Consiglio Comunale. Ricordo che già nel 1993 le linee guida del Piano Cervellati e quelle del 2012, davano questi stessi indirizzi di cui discutiamo oggi per la riqualificazione delle aree dell’Antico Corso”.

“Ringrazio ancora – ha proseguito Pogliese – il presidente della Regione Nello Musumeci e l’assessore Ruggero Razza perché hanno confermato coi fatti un’attenzione senza precedenti verso la città di Catania non con annunci di investimenti, ma con stanziamenti già erogati e progetti in via di definizione. Da oltre un anno – ha continuato Pogliese – abbiamo stabilito che la parte del Vittorio Emanuele che fronteggia via Plebiscito verrà destinata al museo storico della Città con un azione di riqualificazione conservativa. Un’altra grande parte a spazi per studenti e residenze universitarie. Sono 116 milioni le somme che la Regione mette in campo per Catania -ha detto il sindaco – a cui vanno annessi quelli ancora più cospicui per la Sanità che sono molti di più”.

“Agli investimenti che riguardano l’utilizzo dei vecchi ospedali, vanno infatti aggiunti i tre parcheggi scambiatori e il nuovo palazzo di giustizia, ma anche il centro direzionale della Regione e altri dieci milioni per la zona industriale. Sono tutti interventi coerenti con le linee guida del Prg – ha concluso il primo cittadino – che questo Consiglio comunale non solo ha adottato ma ha anche contribuito a scrivere con un lungo approfondimento e dibattito: questi interventi di riqualificazione che la Regione e il Comune stanno promuovendo non fanno altro che eseguire questi indirizzi voluti dal Senato cittadino. Continueremo questo percorso di confronto con il mondo dell’associazionismo e delle professioni, in sintonia alle indicazioni del Consiglio comunale”.

Nel corso della seduta, alla quale ha partecipato la giunta al completo, sono intervenuti i consiglieri Salvo Di Salvo, Sebastiano Anastasi, Graziano Bonaccorsi, Luca Sangiorgio, Lanfranco Zappalà, Giuseppe Gelsomino, Giovanni Grasso, Manfredi Zammataro e Valeria Diana. Ha chiuso l’incontro l’assessore all’Urbanistica Enrico Trantino: “La rigenerazione urbana – ha detto Trantino – deve essere una visione prospettica che prenda in considerazione non solo quello che si farà ma anche quello che è stato fatto in una visione complessiva che, a differenza di quanto affermato da qualcuno, esiste, non è in discussione, ed è la prosecuzione di quello che questo consiglio comunale ha stabilito con le linee guida approvate nell’Ottobre del 2019, e con le quali l’Amministrazione comunale e la Regione si stanno rapportando”.

“Dobbiamo cercare di capire se quello che è stato fatto – ha concluso – è coerente oppure no con quanto stabilito da voi nel Consiglio comunale. Perché il dibattito è proficuo se non è strumentale e pretestuoso e se punta all’interesse esclusivo della città e del suo sviluppo”.

Ma 36 organizzazioni scrivono a Comune e Regione, chiedendo maggiore confronto

CATANIA – La proposta dal basso per l’attivazione immediata di un cantiere di welfare culturale per la gestione degli edifici pubblici dismessi nella città di Catania, che era stata inoltrata nei primi giorni di febbraio al Governo regionale e all’Amministrazione comunale con in calce quindici firme, si rafforza con l’adesione complessiva di ben 36 organizzazioni che operano sul territorio catanese e si rinnova con maggiore determinazione ora che – in occasione del tavolo #RigeneraCatania del 3 febbraio scorso – si è appreso che molte decisioni su quegli spazi – con particolare riferimento ai complessi ospedalieri – sono in realtà già state prese.

“Senza entrare nel merito di queste decisioni riteniamo che debba essere un altro il modo per confrontarsi con una cittadinanza che invece manifesta da tempo bisogni collettivi urgenti, nonché la necessità di essere presa in considerazione e coinvolta nei meccanismi decisionali per la città che verrà”, rilanciano i proponenti in un nuovo documento trasmesso ieri alle istituzioni: “Noi, operatori e organizzazioni parte di quella cittadinanza, grazie a un intenso confronto riteniamo che quei contenitori possano diventare utili alla città se, tra l’altro, si preparino ad ospitare servizi culturali inclusivi e accessibili. I modelli di gestione ci sono (exFadda, Cantieri Culturali alla Zisa, molti altri), le competenze ci sono (ne sono parzialmente rappresentanti i firmatari della proposta), gli strumenti normativi ci sono (co-progettazione con il Terzo Settore, partenariati pubblico-privati, etc.), le risorse pure (e tutti sappiamo che ci si appresta a gestirne tante)”.

Riguardo alla proposta di merito e allo scopo da raggiungere, le idee sono chiare: “Immaginiamo che in un futuro imminente quegli spazi possano rispondere in parte ai bisogni sociali e culturali della città, ospitando tra l’altro sale prova, laboratori tecnici e creativi, palestre, biblioteche, sale registrazione, laboratori fotografici, living lab, co-working, caffetterie, giardini e orti urbani, sale teatrali e musicali, officine artistiche, spazi per l’educazione informale, eventi pubblici e molto altro ancora. Immaginiamo che ogni giorno bambini, ragazzi, adulti e anziani, famiglie e scolaresche, viaggiatori e residenti, possano sciamare da un edificio all’altro partecipando a tante di queste attività. Immaginiamo anche che queste funzioni non si traducano in una mera sommatoria, ma siano parte di un progetto organico e condiviso”.

Questa proposta ha però bisogno di un passo indietro sul metodo da seguire, che perciò diviene l’oggetto principale di questa nuova richiesta: “Dal momento che è stato dimostrato da parte delle stesse istituzioni un desiderio di ascoltare e di condividere, ci aspettiamo che questo approccio non resti un passaggio formale ma diventi un processo concreto. La nostra proposta è di ripartire da questa fase: ci candidiamo a co-progettare – con tanti altri, organizzazioni, enti, associazioni e cittadini che d’ora in avanti potranno ancora condividere il senso della proposta e partecipare – un piano di funzioni e attività culturali ad impatto sociale”.

“Noi siamo pronti a fare la nostra parte. Chiediamo nello specifico che si attivi in tempi stretti questo cantiere di welfare culturale, istituzionalizzato dalla presenza attiva e attenta dei decisori pubblici. Riguardo al contesto, siamo convinti che le destinazioni d’uso di quegli edifici debbano far parte di una strategia territoriale ampia, che possa entrare a far parte del Piano Regolatore Generale. Pertanto, operativamente, condividiamo anche la richiesta riguardo all’istituzione di una consulta permanente sul Prg, possibilmente suddivisa in tavoli tematici facilitati da esperti e coordinati tra di loro, aperta a chiunque voglia partecipare previa registrazione e non su inviti. La proposta è questa, la risposta è urgente e attesa”.

I firmatari della proposta

Il documento, trasmesso lunedì via Pec al sindaco Pogliese e al Governatore Musumeci, è firmato da Compagnia delle Opere Sicilia, Associazione Officine Culturali Impresa Sociale Ets, Aps Ingresso Libero, Archè impresa sociale, Associazione Acquedotte – arte, architettura, aree urbane, Associazione Culturale Darshan, Associazione Culturale Gammazita, Associazione Culturale Isola Quassùd, Associazione Culturale Mediterraneum Di Catania, Associazione Culturale Zona3, Associazione Guide Turistiche della provincia di Catania, Associazione kirart, Associazione Musicainsieme A Librino, Associazione Musicale Etnea, Badia Lost and Found Società Cooperativa, Basaltika Associazione Culturale, CittàInsieme, Clatù Associazione, Comitato cittadino Vulcania, Comitato Popolare Antico Corso, Compagnia Marionettistica F.lli Napoli, Cooperativa Sociale di Comunità Trame di Quartiere, Emanuela Minaldi, Farm Cultural Park, FITA Catania, Fondazione Lamberto Puggelli, Kids Trip, Lautari, Legambiente Catania, Liceo Artistico Emilio Greco, Mario Di Mauro – Comunità Terraeliberazione, Nino Bellia, Pop Up Market Sicily, rugby i briganti asd onlus – librino, TeatroImpulso, Whole Urban Regeneration.

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