Catania e provincia, nella morsa del fuoco e dell’indifferenza - QdS

Catania e provincia, nella morsa del fuoco e dell’indifferenza

redazione

Catania e provincia, nella morsa del fuoco e dell’indifferenza

Vittorio Sangiorgi  |
giovedì 27 Luglio 2023

L’emergenza incendi che ha colpito Catania e provincia mette di nuovo a nudo le criticità nella gestione del territorio e la totale assenza di un’adeguata prevenzione

CATANIA- L’emergenza incendi che ha colpito la Sicilia non ha risparmiato né il capoluogo etneo né la sua provincia, messi in ginocchio nella drammatica giornata di martedì. Dal centro città fino ai paesi della provincia i roghi hanno causato danni ingentissimi ed hanno messo a nudo tutte le criticità del sistema emergenziale, i mali endemici che esistono da tempo e che – lungi dall’essere risolti – spesso non sono nemmeno affrontati da chi di dovere. Basti pensare che, nelle fasi più drammatiche, erano oltre 100 gli interventi in coda con 18 squadre dei Vigili del fuoco impegnate sul campo e chiamate – in quell’occasione più che mai – ad un lavoro straordinario.

Tra le zone più colpite quella di Pedara, in particolare l’area della frazione Tarderia, dove gli abitanti delle case minacciate dalle fiamme sono stati costretti all’evacuazione. Stessa sorte per un resort tra Acireale e Riposto. Roghi di notevole entità si sono registrati anche a Valverde, Zafferana e Nicolosi, mentre nella zona del popoloso quartiere San Giovanni Galermo le fiamme hanno lambito le abitazioni.

Un evento catastrofico ma annunciato, che avrebbe potuto essere evitato con un’adeguata opera di prevenzione. Evento che non ha conosciuto esiti drammatici sopratutto grazie all’impegno e all’abnegazione dei Vigili del fuoco, che pure – come detto – devono fare i conti con gravissimi vuoti d’organico.

“La situazione attualmente è sotto controllo, i miei colleghi sono stremati. Abbiamo lavorato incessantemente per salvare il salvabile. Noi – spiega Carmelo Barbagallo, sindacalista dell’Usb dei vigili del fuoco – avevamo già denunciato in precedenza come la situazione poteva cambiare e precipitare con il cambiamento climatico. Così è stato – aggiunge – e se non capitano emergenze non si possono aggiungere squadre aggiuntive sul territorio. Questa è una pecca della normativa che dovrebbe essere cambiata perché quando ci sono allerte rosse già dovrebbero predisporsi squadre aggiuntive per garantire sicurezza e salvaguardia alla popolazione”.

“In questa ultima emergenza – conclude Barbagallo – ci sono state aggressioni ai nostri colleghi, altri hanno avuto malori per il caldo e per lo stress lavorativo. Dichiareremo lo sciopero che slitterà a settembre poiché attualmente siamo in un periodo di franchigia ma andremo in prefettura a protestare perché da anni ribadiamo le stesse problematiche ad oggi mai risolte”.

Tra i commenti “del giorno dopo” si registrano anche quelli dei sindaci dei territori colpiti dai roghi. Se il primo cittadino catanese Enrico Trantino – dopo aver dato notizia della telefonata di solidarietà ricevuta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella – evidenzia l’importanza della dichiarazione dello stato di emergegenza, quello di Adrano Fabio Mancuso accende i riflettori sul ruolo di “prima linea” ricoperto dagli amministratori locali in una lettera aperta.

“Nei momenti di grande emergenza come quella che stiamo vivendo in questi giorni in tutta la Sicilia – scrive – sono i sindaci ad esporsi in prima persona per affrontare i bisogni immediati dei cittadini. I soli frontman che a mani nude si sforzano di rappresentare le istituzioni non parolaie ma che agiscono, operano, si danno da fare. La Sicilia brucia. Le città sono soffocate dal fumo. Molte case con tutto il loro bagaglio di ricordi, affetti e beni, aggredite dalle fiamme. Famiglie intere evacuate che hanno perso tutto. E di fronte a tanta desolazione solamente i sindaci scendono per strada. Si sbracciano. Coordinano gli esigui interventi”.

Infine Mancuso ringrazia “I Vigili del fuoco, gli operatori della Protezione civile, il Corpo della guardia forestale, tutte le forze dell’ordine, i volontari che si stanno adoperando ad affrontare l’emergenza di questi giorni” e ribadisce che “i sindaci sono al loro posto con tutti i limiti provenienti dalla mancanza di risorse. A loro la totale vicinanza e solidarietà. Non è il momento di puntare il dito contro qualcuno. Per adesso al lavoro 24 ore su 24”.

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