Cellulari vietati, docenti tutor e classi con 10 alunni: le novità nella scuola

Cellulari vietati, docenti tutor e classi con 10 alunni: le novità nella scuola

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Cellulari vietati, docenti tutor e classi con 10 alunni: le novità nella scuola

lunedì 09 Gennaio 2023

Il ministro Valditara annuncia i cambiamenti in vista. Confermato con una circolare prima di Natale il divieto all'uso dei telefonini. Sul tema un sondaggio di QdS.it

Cellulari vietati in classe, no alle classi pollaio e adesso l’istituzione del tutor soprattutto per i ragazzi con maggiori difficoltà. La scuola italiana si prepara alle novità con il nuovo governo. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ne ha elencate alcune e una l’ha già messa in atto.

Scuola, cellulari vietati in classe

Con una circolare diffusa nelle scuole prima delle vacanze di Natale, Valditara ha fornito le indicazioni sull’utilizzo dei telefoni cellulari e di analoghi dispositivi elettronici nelle classi.

È confermato il divieto – che in realtà esiste già dal 2007 ed è applicabile sia agli alunni che ai professori, come testimoniato da diverse sentenze dei giudici – di utilizzare il cellulare durante le lezioni. Il motivo? Il ministro ha specificato che si tratta “di un elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti, a cui è prioritario restituire autorevolezza”. Inevitabili le polemiche, inevitabili le proteste su un tema che ha fatto molto discutere e sul quale adesso anche QdS.it lancia un sondaggio sulla propria pagina Facebook. CLICCA QUI PER PARTECIPARE

Scuola, la figura del tutor

Tra le novità annunciate dal ministro, anche se al momento è solo un progetto, l’istituzione della figura del docente tutor per ogni gruppo classe, che “dovrà avere una formazione particolare, ed anche essere pagato di più, e che dovrà in team con gli altri insegnanti seguire in particolare quei ragazzi con maggiori difficoltà di apprendimento ma anche quelli molto bravi che magari in classe si annoiano e che hanno bisogno di accelerare”.

Il tutor dovrebbe fare la sua comparsa nel mondo della scuola “dal prossimo anno scolastico, nel contempo avvieremo gradualmente una formazione specifica”. Ma fioccano già le polemiche. “Il ministro ha dimenticato i tagli alla scuola pubblica programmati in manovra? Per combattere la dispersione e sostenere gli studenti più difficili servono risorse, investimenti e un progetto serio per il futuro della scuola pubblica. Tutti elementi che questo governo non lascia neppure intravedere”, ha detto il deputato del Movimento 5 Stelle in commissione Istruzione, Gaetano Amato.

“Come si diventa tutor, chi lo decide, con quali compiti, quali criteri, quale retribuzione? Prima di dichiararci contrari o d’accordo – dice il segretario generale della Uil scuola, Giuseppe D’Aprile – sarebbe opportuno conoscere i dettagli del progetto che devono essere alla base di una programmazione non estemporanea ma che necessita necessariamente di un confronto serio e preventivo da riportare in sede contrattuale”

Scuola, classi di 10 alunni contro l’abbandono

Un altro obiettivo del ministro è la lotta all’abbandono scolastico. Valditara prende a modello il sistema francese dove nelle zone più a rischio dispersione il numero di alunni per aula viene ridotto. “Ho chiesto a Invalsi – ha detto il ministro al Messaggero – di individuare le 50 scuole italiane che hanno grandi difficoltà. Voglio partire con una sperimentazione come si è fatto in Francia. In queste realtà più difficili le classi dovrebbero essere molto ridotte, dieci studenti l’una. Ho incarico un gruppo di lavoro di alto profilo di individuare una serie di azioni importanti da realizzare in queste scuole”. 

Il progetto che prevede la lotta alle classi pollaio trova invece dei consensi: “Sicuramente l’idea del ministro è originale, ovviamente la discussione va portata nella sede del prossimo contratto, successivo a quello attualmente in chiusura. Occorrono innanzitutto notevoli stanziamenti, anche perché in questo momento i gruppi classe a cui si riferisce il ministro sono oltre 370mila”, dice in una nota Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Federazione Gilda-Unams.

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