Cenere Etna, dall'Ue poca attenzione, i Comuni: "Difficoltà immense" - QdS

Cenere Etna, dall’Ue poca attenzione, i Comuni: “Difficoltà immense”

Antonino Lo Re

Cenere Etna, dall’Ue poca attenzione, i Comuni: “Difficoltà immense”

lunedì 22 Novembre 2021

L'emissione di cenere vulcanica ha messo in ginocchio i comuni pedemontani e non solo. Ai microfoni di Qds.it intervengono il sindaco di Zafferana Etnea e l'eurodeputata Annalisa Tardino

I frequenti fenomeni parossistici dell’Etna e la conseguente emissione di cenere vulcanica, che vanno avanti dall’inizio del 2021, hanno messo in ginocchio i comuni pedemontani e quelli limitrofi all’area del Mongibello. I sindaci delle città più colpite, in questi lunghi mesi, hanno più volte chiesto interventi istituzionali per assicurare un adeguato supporto economico e, soprattutto, per ideare uno strumento che permetta rapidi ed efficaci interventi.

A spiegare le difficoltà per le cittadine colpite, al QdS.it è il sindaco di Zafferana Etnea Salvatore Russo. Fondamentale la battaglia politica da condurre sul campo continentale, tra Bruxelles e Strasburgo, tra Parlamento e Commissione Europea. Su questo fronte si segnala l’impegno dell’eurodeputata Annalisa Tardino, intervenuta anch’essa ai nostri microfoni per approfondire la questione.

Il sindaco di Zafferana Etnea: “Servono strumenti adeguati per amministrazioni, cittadini e imprese”

“Si tratta – esordisce il primo cittadino – di difficoltà immense, soprattutto per i comuni dell’area sud est dell’Etna, che hanno subito la costante caduta di lapilli sul loro territorio a partire da febbraio di quest’anno. Tra giugno e luglio si verificavano anche due volte a settimana. I più pesanti per Zafferana Etnea sono quelli del 28 febbraio, dove in una parte del territorio al confine con il comune di Milo (anch’esso tra i più colpiti) abbiamo raccolto circa 10 kg a metro quadro di cenere e lapilli, e dell’8-9 agosto. Ovviamente i lavori di rimozione e pulizia sono costati e costano tantissimo all’Ente, sia dal punto di vista operativo che dal punto di vista economico. Per rimuovere la quantità cui facevo riferimento prima, ad esempio, non basta la semplice spazzatrice utilizzata per pulire le strade, ma è necessario l’impiego di mezzi meccanici come pala e bobcat, che non sono in dotazione alle pubbliche amministrazioni. Considerato che, con i suoi 78 km² , il nostro è uno dei territori più vasti del parco dell’Etna, è facile immaginare il grande sacrificio che questo problema comporta. Ovviamente abbiamo sempre ripulito il centro urbanizzato, le strade che portano sul vulcano – che appartengono alla Città Metropolitana – per tanto tempo sono state ricoperte da questa coltre di polvere”.

Il sindaco di Zafferana, Salvatore Russo

“Le pubbliche amministrazioni – prosegue Russo – non hanno nei cavilli del loro bilancio fondi necessari per fronteggiare questa emergenza. Ovviamente questo è un fenomeno straordinario, ma condiziona la vita dei Comuni. Non è stato possibile predisporre, nei nostri confronti, lo stato di emergenza perché la normativa della Protezione Civile non lo consentiva. Ci è stato, quindi, riconosciuto lo stato di mobilitazione. Sono state previste delle somme a rendicontazione per tutti i fenomeni accaduti fino al 1 giugno 2021. Per il comune di Zafferana Etnea, in base alla rendicontazione da noi presentata, sono stati trasferiti circa 380.000 euro. Purtroppo, però, rimangono scoperti da qualsiasi forma di ristoro finanziario, tutti i fenomeni avvenuti dopo quella data. È vero che ultimamente il fenomeno è andato a diradarsi ma, l’evento dell’8-9 agosto in seguito al quale sono state ricoperte sia Zafferana centro che le frazioni, ha comportato l’esborso di 400.00 euro per i quali non abbiamo alcuna forma di ristoro”.

“La situazione è davvero complicata. Insieme ai sindaci dei Comuni più colpiti abbiamo portato avanti varie iniziative, siamo stati presso la Protezione Civile nazionale ed abbiamo incontrato il direttore Curcio che si è dimostrato disponibilissimo e ci ha ascoltato con attenzione. Ci rendiamo conto che, nel caso specifico, esiste un vulnus normativo, perché siamo di fronte ad un fenomeno certamente eccezionale ma che rientra nella vita normale di un vulcano. Magari, per altri cento anni, non ci saranno oltre sessanta fenomeni di ricaduta nel giro di 9-10 mesi, e me lo auguro davvero. Però, dal punto di vista normativo, questo non permette un intervento tempestivo all’interno del territorio. Per la vita delle stesse amministrazioni – aggiunge il sindaco – è fondamentale individuare uno strumento adeguato, che permetta un trasferimento economico al fine di fronteggiare l’emergenza. Per noi, infatti, questi diventano tutti debiti fuori bilancio, a fronte di interventi fondamentali visti i problemi per la salute e la viabilità. Abbiamo parlato soprattutto di strade, ma bisogna considerare anche gli interventi negli edifici pubblici. A settembre abbiamo pulito tutti le undici scuole di Zafferana, ed abbiamo fatto bene visti i fenomeni atmosferici di questi giorni. Abbiamo pulito anche la caditoie, ma sono operazioni particolarmente complicate. Inoltre, nonostante i numerosi interventi fatti, quando piove cadono i residui accumulati sui tetti con conseguenze immaginabili”

“Questa problematica, chiaramente, coinvolge in maniera forte anche i privati cittadini e le imprese. Penso alle aziende vitivinicole o a quelle florovivaistiche, che sono costrette a prendere provvedimenti seri. Qualcuno, addirittura, pensava di trasferirsi… Gli stessi cittadini sono in difficoltà per le spese straordinarie che devono fronteggiare. Prendo ad esempio la mia esperienza personale: ho dovuto far ripulire il tetto di casa mia 4 volte, chiamando operai specializzati. Un solo intervento di questo tipo costa tra i 400 ed i 500 euro, è impensabile spendere cifre simili ogni volta che si verificano fenomeni eruttivi. Ritengo – conclude il sindaco Russo – che sia giusto prevedere delle forme di ristoro anche per cittadini ed imprese”.

L’on. Tardino: “Risposta della Commissione irrispettosa e superficiale. Coinvolgerò i colleghi eletti nella mia circoscrizione”

Il primo passo mosso dall’onorevole è stata un’interrogazione presentata nel mese di agosto, in cui si chiedeva di intervenire tramite il Fondo di Solidarietà UE: “La Commissione europea ha risposto, e trovo la risposta irrispettosamente superficiale oltre che una negazione del diritto dei cittadini colpiti da questa calamità ad essere adeguatamente compensati. E per me non è accettabile”. La risposta, precisa Tardino, pervenuta tramite la Commissaria Elisa Ferreira non entra nel merito della questione, ovvero le richieste “modifiche dei massimali, che sono invero necessarie per poter estendere l’applicazione del Fondo di solidarietà UE anche ai casi di attività vulcaniche che si verificano in un’area geografica limitata, e pertanto producono danni inferiori alle soglie oggi previste, ma pur sempre ingenti per il territorio che li subisce”, ma “si limita a dire che non considera al momento di procedere con una revisione del Fondo di solidarietà UE”. Una scelta motivata con queste parole: “Alla luce di una dotazione finanziaria annuale limitata e a seguito della recente estensione dell’ambito di applicazione del FSUE alle emergenze sanitarie, al momento non prende in considerazione ulteriori modifiche in linea con quanto suggerito nell’interrogazione”.

L’eurodeputata Annalisa Tardino

Ma, come rileva l’on. Tardino: “Il Parlamento è stato molto chiaro nel chiedere un intervento legislativo di revisione del Fondo. In una risoluzione approvata lo scorso marzo ha, infatti, chiesto alla Commissione di concentrarsi il più possibile, nell’ambito di una futura revisione del FSUE, sulle regioni ultraperiferiche, le isole, le regioni montane, le regioni caratterizzate da una notevole attività sismica o vulcanica e le regioni esposte al rischio di future crisi di sanità pubblica”.

Tuttavia, anche qualora fosse superato questo primo ostacolo, osserva l’europarlamentare leghista, bisognerebbe fare i conti con tempistiche particolarmente lunghe: “Purtroppo non potrebbe essere un intervento rapido perché si dovrebbe procedere alla modifica del Regolamento che disciplina il funzionamento del Fondo, e quindi attraverso una procedura legislativa ordinaria”. Ragion per cui, conclude l’on. Tardino: “Il mio prossimo passo sarà quello di chiedere un incontro alla Commissaria, inviandole una lettera in cui spiegherò perché la riforma è necessaria, e non può attendere i tempi ordinari della prossima riforma del Fondo”.

Ma quali sarebbero, allora, le strade alternative per un intervento più rapido?: “Potremmo pensare a delle procedure legislative accelerate o urgenti, ma l’importante sarà prima assicurarsi il via libera della Commissione, e per fare ciò servirà il contributo di tutti.” A tal proposito chiediamo all’onorevole se sussistano i margini per una collaborazione di tutti i parlamentari eletti nella circoscrizione ‘isole’, che vada oltre le differenze politiche e partitiche: “Credo che questa debba essere una battaglia comune, e non di un singolo partito, sebbene sia stata io, rappresentante della Lega Salvini Premier a porre per prima questa richiesta. A tale fine, e per rendere il messaggio ancora più forte, coinvolgerò anche gli altri colleghi eletti nella mia circoscrizione, affinché si possano unire le forze nel confronto con la Commissione europea. E spero la risposta possa essere positiva, nell’esclusivo interesse dei cittadini. Il territorio si aspetta delle risposte e queste non possono essere evasive o tergiversanti: servono decisioni rapide ed efficaci, e non mi fermerò finché non le otterremo”.

Vittorio Sangiorgi

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