Cittadini disgustati partitici bocciati - QdS

Cittadini disgustati partitici bocciati

Carlo Alberto Tregua

Cittadini disgustati partitici bocciati

giovedì 21 Ottobre 2021

Disaffezione verso le istituzioni

Le elezioni locali del secondo turno hanno dimostrato ancora di più che i cittadini sono estremamente scontenti, per non dire altro, di questa classe dirigente partitica e burocratica che non ha presente il suo dovere, consistente nell’amministrare la Cosa pubblica con equità e giustizia.
Quanto precede è dimostrato dal fatto che sei elettori su dieci non sono andati a votare. Forse perché ritengono che sia inutile, forse perché pensano che l’amministrazione della Cosa pubblica non sia affare loro o anche per disinteresse.

In ogni caso, va sottolineato che chi non va a votare ha torto perché consente alle truppe cammellate, cioè agli elettori organizzati e catalizzati dai candidati, di eleggere le persone che preferiscono e non quelle migliori, cioé dotate di competenze oltre che di onestà.

Quanto precede è ormai acclamato e non si vede come si possa risalire la china di un sistema democratico vero e non ammalato, come quello che attualmente c’è nel nostro Paese.

Ridicoli sono quelli che si proclamano vincitori e altrettanto ridicoli i loro avversari, che mestamente si proclamano perdenti.
Questa tornata elettorale ha scritto una pagina scura nella democrazia italiana e cioé che non vi sono vincitori né perdenti relativamente alla votazione in quanto tale, ma sono tutti perdenti perché sconfessati dal sessanta percento degli elettori.

Questo è il dato che nessuno ha evidenziato né messo in luce. Quando la grande maggioranza dei cittadini non si esprime, vuol dire che il suo scontento e la sua esasperazione sono a livelli molto alti. Di questo dovrebbero tener conto i rappresentanti dei partiti, cioé del fatto che non rappresentano altro che una minoranza e cioé i quattro decimi dei cittadini.

Tutte le manifestazioni di gioia o di dolore che abbiamo visto in questi ultimi giorni sono finzioni che non tengono conto della realtà.

Per esempio, il neo sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, si è vantato di avere riportato nel secondo turno circa 565 mila voti di preferenza. Ma dobbiamo ricordargli che Virginia Raggi, cinque anni, prima, ne riportò circa 770. Quindi l’ex ministro dell’Economia e Finanze ha avuto un consenso di un terzo minore rispetto a quello della sindaca uscente.
Tanti commentatori sono rimasti sul fatto in sé, cioé quello delle elezioni, trascurando – o per incapacità o per ignavia – la questione di ordine generale e cioé il passato che si deve collegare al futuro. Hanno trascurato le possibili motivazioni di questa disaffezione palese ed evidente, che è sempre crescente.

Su tale disaffezione bisognava che si concentrassero i commentatori, per tentare di individuarne le cause e quindi porvi rimedio. Quale? Convincere i cittadini a ritornare a votare, a esercitare il loro diritto-dovere democratico di indicare i propri rappresentanti istituzionali ai livelli centrale, regionale e locale.

A proposito di istituzioni locali, evidenziamo che solo in Italia potrebbe verificarsi la circostanza secondo cui le Province, previste dall’articolo 114 della Costituzione, siano ancora viventi, ma senza gli organi politici che dovrebbero governarle.

Quanto precede indica il disordine che vi è nel sistema democratico italiano, il quale dovrebbe essere messo al primo punto dell’ordine del giorno per ristabilire l’osservanza delle regole.

Per fortuna, il Governo Draghi procede al di là di questo disordine, il che fa pensare che almeno fino al prossimo febbraio, quando si eleggerà il nuovo Presidente della Repubblica, le cose cammineranno.
Peraltro, la bozza di Legge di bilancio è in preparazione e, sembra, sia stata inviata già all’Unione Europea, seppure in ritardo rispetto al termine del 15 ottobre.

Quando la leggeremo ve ne daremo conto, rilevando quali risorse ordinarie saranno destinate agli investimenti (che fanno crescere occupazione, ricchezza e imposte) e quali altre, invece, per dar conto agli assatanati partitocrati da due soldi, che chiedono continuamente assistenzialismo, assistenzialismo e assistenzialismo.

Il nostro Paese continua ad andare indietro perché non è governato dai Talenti e dall’élite, cioé dai migliori italiani. Bisogna dare rimedio a questa grave anomalia.

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