Cola o gelato, questa piccola grande mela dell’Etna - QdS

Cola o gelato, questa piccola grande mela dell’Etna

redazione

Cola o gelato, questa piccola grande mela dell’Etna

Biagio Tinghino  |
mercoledì 16 Marzo 2022

Un frutto antico che grazie all’impegno della cooperativa Zaufanah dal 2016 è diventato presidio “Slow food”. In totale sono 19 le specie autoctone, vengono coltivate tra gli 800 e i 1.500 metri

ZAFFERANA ETNEA (CT) – Alle pendici dell’Etna, all’interno di quello che oggi è un Parco Naturale, un tempo erano coltivate le antiche varietà di melo che hanno rappresentato fino agli anni ‘70 la più importante biodiversità pomologica dell’Etna, con una ventina di varietà più o meno diffuse. Le più apprezzate erano quattro: la cola, la gelato, la gelato cola, la cirino. Nel marzo del 2016, le antiche mele dell’Etna sono diventate presidio Slow food portando così a 51 il numero dei prodotti con la chiocciolina in Sicilia. Un risultato fortemente voluto dalla cooperativa Agricola Zaufanah di Zafferana Etnea, grazie soprattutto all’impegno del compianto presidente Alfio Leonardi, come racconta la vicepresidente Matilde Riccioli.

“Il percorso per la creazione del presidio è iniziato nel 2013 – ha detto Riccioli -. Insieme al presidente Leonardi che mi piace ricordare per tutto il lavoro, la tenacia e l’amore che ha messo nel nostro progetto per valorizzare il nostro territorio a cui lui era molto legato, e insieme ai produttori ci siamo dati parecchio da fare per la tutela di queste specie. L’Ente Parco dell’Etna ha aiutato la Cooperativa sia economicamente che stipulando un protocollo di intesa per la stesura del disciplinare di produzione. Il rischio di estinzione, il forte legame con il territorio di appartenenza e le tradizionali lavorazioni tramandate per generazioni, oltre alla caparbietà dei piccoli produttori locali, hanno fatto sì che quelle che quasi affettuosamente vengono chiamate ‘meline’, a causa delle loro piccole dimensioni, siano adesso tutelate da Slow Food”.

Le mele, nel corso dei secoli, hanno trovato sull’Etna uno spazio naturale nel quale crescere e diffondersi. Il clima favorevole e la natura del terreno hanno assicurato a questi frutti un gusto ben definito che conquista il palato dei consumatori. Le specie autoctone sono 19, oggi solo pochi coltivatori continuano a preservarle, la maggior parte soci della cooperativa agricola Zaufanah.

“Le varietà antiche che hanno ottenuto il riconoscimento presidio slow food – ha continuato Riccioli – sono Auruduci, Barriatu, Bunnanza, Cardillo, Cirino, Cola, Donneddu, Gelata, Gelata Cola, Lappio, Lappione, Malideci, Medonna, Rotolo o Testa di re, Ruggia, Rumaneddu, San Giovanni, Turco e Zuccareddu. Di queste però le più importanti, quelle che ancora oggi è possibile trovare in commercio, sono la Gelata Cola, nata da un incrocio fra la Cola e la Gelata, e appunto, anche se in forma molto più limitata, queste due ultime varietà. L’albero è vigoroso ed ha portamento aperto, le foglie sono grandi, di forma ellittica a volte irregolare, con margine biserrato e picciolo lungo; i fiori di media dimensione, hanno petali di forma ovata, sovrapposti, bianchi con sfumature rosa. La fioritura avviene nella terza decade di aprile; i frutti sono piccoli, di forma conico allungata, asimmetrica per la presenza di un lobo rilevato, il peduncolo è corto e spesso, la buccia, che è di colore giallo verde alla raccolta, diventa giallo paglierino con punteggiatura rugginosa alla maturazione di consumo. La polpa che inizialmente è bianca, dolce, acidula, succosa e delicatamente profumata diventa poco succosa e farinosa col progredire della maturazione trasformandosi in zuccherina e aromatica. È ricca di carboidrati e zuccheri, fruttosio e glucosio, e da un buon contenuto di fibre. È un’ottima fonte di nutrimento, adatta in ogni dieta perché priva di grassi e ipocalorica. Ricca di vitamine A, B1, B2, B3 e di minerali quali potassio, sodio, magnesio, calcio e ferro, è anche antiossidante, rinfrescante e depurativa”.

Vengono coltivate tra gli 800 e i 1.500 metri di altitudine, in pieno Parco dell’Etna – ha aggiunto la vice presidente -. La mela Gelato e Cola, vengono prodotte in un ambiente incontaminato. Le condizioni pedoclimatiche uniche le conferiscono fragranza, sapore naturale e grande conservabilità. Gli impianti dei meleti etnei sono disposti per lo più sui tipici terrazzi delimitati da muratura di ‘conci lavici’”.

“Innestati su franco con tecniche tradizionali, subiscono lavorazioni rade secondo tecniche del ‘no tilling’ e scarsi trattamenti di difesa, come nel caso di quei produttori che praticano la permacoltura, per lo più secondo criteri della lotta integrata biologica. Le cultivar in uso, di tipo tradizionale sono frutto di innesti tra specie autoctone, sviluppatesi nei secoli secondo evoluzioni singolari. La raccolta avviene senza l’ausilio di mezzi meccanici in prossimità della maturazione del prodotto, il cui trasporto viene ancora effettuato a spalla con panieri intrecciati, chiamati in siciliano ‘i panara’. La raccolta, manuale, si fa tra settembre e ottobre e successivamente le mele vengono sistemate in depositi chiamati fruttai, costruiti dagli agricoltori locali nei loro terreni per accatastarle e portarle alla giusta maturazione. Si tratta di costruzioni rurali, spesso in pietra lavica, che oggi gli stessi produttori, raggruppati nella cooperativa agricola Zaufanah, vogliono recuperare e trasformare in piccole strutture ricettive”.

Le produzioni di mele non superano le poche centinaia di quintali, spesso vendute nei mercati locali, o presso le Fiere slow food. “Abbiamo potuto constatare che il prodotto è idoneo sia per la trasformazione in composte e confetture – ha precisato Riccioli -, sia per la realizzazione di dolci e gelati. In cucina per la realizzazione di ottimi risotti. La confettura accompagna benissimo come salsina i formaggi stagionati. Queste mele trovano applicazione anche nella cosmesi. La polpa della mela risulta ottima per la preparazione di creme, maschere rinfrescanti per il viso, oli da bagno e saponi. Mentre il succo di mela viene utilizzato per lozioni che attenuano le macchie cutanee. La mela ha sulla pelle un’azione idratante e addolcente, con un leggero effetto esfoliante”.

“L’obiettivo della cooperativa non è solo quello di coltivare, ma anche di sviluppare il turismo rurale della zona sud-orientale dell’Etna – ha concluso Matilde Riccioli -, che è la più bella ma purtroppo la più trascurata.  La nostra cooperativa sta elaborando progetti per sistemare e creare delle aree attrezzate in cui vendere direttamente i prodotti sia freschi sia trasformati. Ma l’obiettivo più importante è cercare di creare posti di lavoro per i nostri giovani, battaglia sempre portata avanti fino all’ultimo respiro del nostro presidente Alfio Leonardi, battaglia che stiamo continuando a sostenere insieme alla moglie, Nunzia Pappalardo, e con tutto il consiglio di amministrazione”.

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