Comuni e Fondi Ue, il modello Mantova per gli Enti siciliani - QdS

Comuni e Fondi Ue, il modello Mantova per gli Enti siciliani

Elettra Vitale

Comuni e Fondi Ue, il modello Mantova per gli Enti siciliani

martedì 13 Aprile 2021

Al Municipio padano finanziamenti per 110 mln in cinque anni. Nell’Isola scarse professionalità

Fondi europei, in Sicilia si procede a passo d’uomo, ma l’Ue ci chiede di correre. Mancano i tecnici specializzati in progettazione e la Pa segue i soliti tempi biblici

PALERMO – Infrastrutture, sostenibilità ambientale e inclusione sociale sono soltanto alcune delle aree di riferimento su cui poter elaborare progetti per la crescita del territorio grazie a fondi diretti e indiretti erogati dall’Unione europea. Una tematica quanto mai spinosa e delicata per la Sicilia che, a fronte di ingenti risorse potenzialmente disponibili, è costretta ad affrontare due grandi criticità: da un lato la mancanza di adeguate risorse professionali all’interno delle amministrazioni regionali e comunali, l’assenza di sufficienti competenze tecniche necessarie per la stesura dei progetti stessi; dall’altro la solita burocrazia elefantiaca, che anche quando si riesce ad aggiudicare tali fondi rimane impantanata in iter costretti a seguire procedure e tempistiche troppo distanti da quelle richieste dall’Ue.

L’Europa ci chiede di correre mentre l’Isola sembra muoversi a passo d’uomo, così come tante altre regioni italiane. Quest’ultima però non può essere un giustificazione, anche perché nel nostro Paese esistono delle realtà virtuose che proprio sull’utilizzo delle risorse europee hanno iniziato a costruire il loro futuro.

Tra queste c’è il Comune di Mantova che, a fronte di un alacre impegno, si è dimostrato una vera e propria eccellenza, riuscendo ad aggiudicarsi ingenti risorse non soltanto europee ma anche regionali e nazionali: programmazione e progettazione sono divenute un cavallo di battaglia per migliorare il territorio e supportare le finanze interne.

Adriana Nepote, assessore all’Università e alla Ricerca

Il QdS ha quindi intervistato in esclusiva Adriana Nepote, assessore all’Università e alla Ricerca e coordinatrice dell’innovativo Ufficio dedito alla progettazione al fundraising che, giunta al suo secondo mandato con l’Amministrazione capeggiata dal sindaco Mattia Palazzi, è riuscita a raggiungere una cifra record di 102 milioni di euro solo tra il 2016 e il 2020 e, nei primi quattro mesi della seconda legislatura, ha già ottenuto finanziamenti per 7 milioni e 412 mila euro.

Assessore Nepote, quali sono i passi fondamentali che avete compiuto per ottenere un risultato, a oggi, da oltre 109 milioni di euro?
“Questo risultato eccellente si spiega, innanzitutto, con la direzione illuminata del nostro sindaco che, sin dal suo primo insediamento, ha deciso di istituire un assessorato dedicato al fundraising e alla progettazione inerente i fondi comunitari, quale quello che rappresento. In precedenza vi erano delle risorse umane dedicate a questo compito ma, sicuramente, una buona parte del nostro successo si deve alla squadra di lavoro che è stata creata. Il nostro team, inoltre, ha una forte componente trasversale che collabora con tutti i settori dell’Amministrazione comunale per identificare le opportunità che il Governo regionale e l’Europa possono offrire per rispondere alle necessità del territorio. Sebbene il nostro ufficio sia composto da quattro persone, me e altre tre risorse, sin dal primo progetto abbiamo lavorato in piena sinergia con tutti gli altri settori. A tal proposito, infatti, abbiamo individuato in ogni settore amministrativo un referente per la progettazione con cui confrontarci proattivamente per individuare insieme le priorità per il nostro Comune”.

“Un altro aspetto strategico – aggiunge – è sicuramente rappresentato dall’importanza che abbiamo dato alla formazione del personale interno. Lavorare alla progettazione è un’operazione complessa, che richiede non solo impegno ma diverse competenze tecniche. Nel caso di bandi europei lo è ancor di più, basti pensare alla necessità di conoscere la lingua inglese a livello avanzato il che, già di per sé, può rappresentare un primo ostacolo. Oltre a corsi di formazione specifici, ci siamo concentrati quindi sulla formazione attiva delle nostre risorse interne, permettendo loro di imparare sul campo, grazie alla collaborazione anche con società di consulting con alle spalle anni di esperienza nel settore, da cui i nostri dipendenti hanno potuto apprendere dal punto di vista tecnico”.

Quali sono le aree di progetto in cui avete deciso di investire le risorse provenienti dall’Ue?
“I progetti realizzati e in corso d’opera sono tantissimi e la componente fondamentale di tutti quelli che abbiamo realizzato tramite risorse europee abbraccia tematiche trasversali e non singole aree specifiche. Proprio recentemente ci siamo aggiudicati ben 5 milioni di finanziamenti europei per i prossimi sette anni che permetteranno ogni anno a 250 studenti e neodiplomati mantovani di svolgere tirocini professionali all’estero tramite il programma Erasumus+. Una grande opportunità, soprattutto in un momento così difficile, in cui è essenziale offrire delle prospettive di futuro ai nostri giovani.

Per riportare qualche altro caso, possiamo parlare del progetto Europeo C-Change, finanziato dal programma Urbact III, al quale la città di Mantova ha partecipato in partenariato con altre cinque città: Manchester (capofila), Breslavia, Gelsenkirchen, Sibenik e Àugueda. L’iniziativa ha avuto come obiettivo lo sviluppo e l’implementazione di buone pratiche volte a mobilitare e sensibilizzare il settore dell’arte e della cultura sul tema del cambiamento climatico. Il progetto ha avuto molto successo, soprattutto se si considera che a Mantova la tematica della sostenibilità è di priorità assoluta, poiché il territorio della Pianura padana è, purtroppo, segnato da preoccupanti livelli di qualità dell’aria. Inoltre, la cultura è certamente un aspetto rilevante per la nostra città in quanto il turismo culturale è proprio uno dei capisaldi della nostra economia locale”.

“Questo – ha sottolineato – è solo un esempio ma abbiamo investito molto anche nel settore dell’edilizia pubblica, come le scuole, per prevedere tramite sistemi tecnologici gli interventi necessari da fare e i tempi entro i quali attuarli, così come negli immobili privati per la loro riqualificazione energetica. Si tratta di tematiche cruciali sulle quali tutte le Amministrazioni comunali italiane devono scommettere per adeguarsi agli standard europei e per rimanere al passo con un futuro che corre su binari ultraveloci e all’avanguardia”.

In Sicilia la tematica della progettazione connessa a fondi europei è un tema delicato. Secondo Lei su cosa dovrebbero concentrarsi i Comuni italiani per ottenere numeri da record come i vostri, soprattutto in vista dei fondi in arrivo tramite il Recovery Plan?
“Il primo passo è stabilire sin da subito delle priorità. Il Sud è in possesso di consistenti fondi indiretti per le infrastrutture, le scuole, le smart cities, ecc… e ne sono in arrivo altrettanti con il Recovery Plan. Serve sin da subito, ancor prima di progettare, capire quali sono le criticità del proprio territorio per comprendere dove serve investire. In tutti i Comuni c’è parecchio da fare, da innumerevoli punti di vista, ma ogni città è diversa e ha le sue esigenze. Parlando di progettazione, soprattutto nel caso di Fondi europei, è impossibile pensare di lavorare, come anticipavo in precedenza, senza disporre di adeguate risorse umane formate ad hoc. I comuni devono investire sulla formazione del personale e farlo da subito, perché l’Europa si aspetta da noi uno sguardo rivolto al futuro. Va poi, su scala nazionale, rivisto tutto il tema delle tempistiche della Pubblica amministrazione. Basti pensare ai bandi di gara che richiedono tempi e procedure troppo distanti dalla visione europea. Bisogna immediatamente snellire il nostro sistema e accorciare i tempi per restare al passo con quanto si aspetta da noi l’Ue”.

L’emergenza sanitaria ha avuto delle ripercussioni sulla vostra attività?
“Sicuramente abbiamo, come tutti i Comuni, incontrato delle difficoltà. La pandemia ha cambiato le carte in tavola e riscritto le priorità delle amministrazioni comunali perché i cittadini avevano, e continuano ad avere, tantissimi problemi per i quali serviva una risposta immediata. Servono soluzioni efficaci per dare supporto alle famiglie e alle aziende del nostro territorio e non è impresa da poco, soprattutto se si considerano le conseguenze economiche del periodo sulle finanze del nostro Comune. Il turismo, che è una delle nostre principali ricchezze, si è completamente fermato e il Comune ha perso tantissime entrate. Abbiamo lavorato sulle esigenze immediate dei nostri cittadini ma, tranne un piccolo rallentamento iniziale, continuiamo a lavorare e progettare, come testimoniano le cifre dei fondi raccolti in questi primi quattro mesi di Amministrazione”.

“La nostra più grande forza – conclude – è la coesione interna, siamo un gruppo di assessori giovani e abbiamo la fortuna di avere a capo un sindaco proattivo che ha come obiettivo principale la totale collaborazione di tutti i settori amministrativi per offrire ai mantovani il miglior servizio possibile. Abbiamo avuto l’occasione, e continuiamo ad averla, di lavorare uniti in modo trasversale, focalizzandoci sui problemi con uno sguardo a 360 gradi, che è proprio quello che l’Ue si aspetta da noi”.


Leoluca Orlando

Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando evidenzia l’urgenza di semplificare le procedure amministrative

PALERMO – Il sindaco Leoluca Orlando ha scattato una fotografia interessante e dettagliata della gestione dei fondi comunitari da parte dell’Amministrazione del capoluogo siciliano, raccontandoci alcuni esempi di successo e spiegandoci alcune delle best pratice innovative promosse negli ultimi anni. Ha anche sottolineato, però, le difficoltà connesse alla carenza di personale tecnico da dedicare esclusivamente alla progettazione di risorse Ue e ha evidenziato la necessità di attivare immediatamente una semplificazione e una velocizzazione delle procedure burocratiche che, secondo le modalità attuali, rischiano di mettere l’Isola all’angolo e di rendere il Recovery Plan l’ennesima occasione persa.

All’interno dell’Amministrazione del Comune di Palermo esiste già una struttura adibita alla progettazione relativa ai fondi Ue e un relativo team di professionisti?
“Noi abbiamo una struttura che è incardinata presso la Direzione generale denominata ‘Servizio Fondi extracomunali’, che coordina e gestisce la fase programmatoria relativa ai Fondi di programmi complessi e di natura trasversale rispetto ai vari settori dell’Amministrazione. Si tratta di una struttura che abbraccia tutte le aree di competenza dei vari assessorati e che si occupa di Pon metro, Agenda urbana, ecc… In particolare il Comune di Palermo, per alcuni di questi progetti, funge da organismo intermedio il che costituisce un’innovazione nella gestione dei Fondi europei in quanto, di norma, questo compito è di competenza della Regione. Questo per certi versi rappresenta sicuramente un vantaggio in quanto per alcuni settori, come per esempio il Pon Metro, la nostra Città metropolitana di Palermo ha raggiunto il 100 per cento di somme spese e rendicontate”.

“Per quanto concerne la progettazione europea, invece – aggiunge Orlando – essa viene gestita dai singoli uffici beneficiari degli investimenti in base alla tipologia di progetto quali Infrastrutture, Inclusione sociale, Innovazione e tanti altri ancora, con la collaborazione e il supporto di qualificati professionisti che fanno capo alle assistenze tecniche attivate sui vari programmi. La regola fondamentale che seguiamo, però, è che l’Amministrazione lavori in house e noi lavoriamo con nostri tecnici interni e, solo laddove questo non fosse possibile, facciamo ricorso a risorse esterne”.

Sindaco Orlando, potrebbe citarci qualche esempio di progetto di successo?
“Potremmo riportare diversi esempi di iniziative di successo sul nostro territorio. Giusto per riportare qualche caso specifico potremmo citare, nell’ambito del Pon metro 2014/2020, il progetto ‘Dimora’, tramite cui sono stati attivato quattro poli di accoglienza diurni e notturni per la categoria dei cittadini senza fissa dimora e che, in una realtà come quella palermitana, riguarda soggetti che non soltanto non possono avere una casa ma neanche la vogliono per scelta di vita. Il luogo di recupero, in tre anni, ha fornito l’accoglienza a 450 soggetti per i quali è previsto un percorso di reinserimento sociale grazie a servizi di presa in carico della persona come supporto psicologico, percorsi di recupero, tutela legale e tanto altro ancora. L’obiettivo è permettere ai nostri cittadini di raggiungere al meglio la propria autonomia personale e uscire dal disagio abitativo che vivono. Si tratta di un intervento pienamente in linea con la filosofia dell’Amministrazione comunale di Palermo: ‘Io sono persona, noi siamo comunità’. Lo scopo è rendere visibili tutti coloro che vivono nella nostra città”.

Quali sono le difficoltà che incontrate durante la vostra attività e cosa si dovrebbe fare per gestire al meglio queste criticità? Soprattutto, cosa occorrerebbe per gestire al meglio le risorse che verranno a breve dal Recovery Plan?
“Il Recovey Plan è un momento di straordinaria importanza per tutto il sistema Italia e, dunque, anche per la Sicilia. Il tema delicato è come si progetteranno e si gestiranno queste risorse, perché vi è il rischio che di fronte a una quantità così considerevole di fondi non saremo poi in grado di metterli in opera, con la conseguenza che quella che è un’opportunità diventi poi, invece, un boomerang rispetto alle prospettive di sviluppo. Credo che la difficoltà più evidente riguardi le tempistiche del sistema burocratico, come nel caso dei bandi di gara e dell’aggiudicazione degli appalti che, non soltanto a livello siciliano ma anche su scala italiana, seguono tempi completamente distanti e troppo lunghi rispetto a quelli richiesti dall’Europa”.

“È evidente – sottolinea – anche una carenza di tecnici interni per la progettazione, che speriamo possa essere in parte colmato dalla prossima assunzione di 2.800 funzionari tecnici nel Mezzogiorno per i progetti connessi al Recovery Plan. Nello specifico, il Comune di Palermo ha espressamente richiesto all’Agenzia di Coesione territoriale la possibilità di istituire all’interno delle risorse del programma Pon complementare un corpo destinato alla sola attività di progettazione, ricorrendo a professionalità esterne per potenziare la struttura interna”.

Quali sono le tempistiche medie che intercorrono tra la progettazione e la realizzazione?
“Il dato ufficiale fornito dall’Agenzia di Coesione territoriale, a livello nazionale per la realizzazione di un opera per cui esiste già un progetto esecutivo è intorno a cinque anni. Diventa dunque evidente come sia complesso allineare i nostri processi con le scadenze Ue. Come Anci Sicilia (Leoluca Orlando è anche presidente dell’Associazione che riunisce i Comuni siciliani, nda) abbiamo chiesto, sia al Governo precedente che a quello attuale, la creazione di un decreto Semplificazione dedicato alle procedure mirate ai soli Fondi europei. Il decreto Semplificazioni 2020 ha sicuramente velocizzato il sistema ma, nonostante ciò, le nostre tempistiche non sono assolutamente allineate a quelle che vengono richieste dall’Europa. Mentre in Italia abbiamo un sistema amministrativo spesso fondato sul continuo rinvio delle scadenze prefissate, nel vocabolario dell’Ue non esiste le parola ‘proroga’. L’Europa si aspetta da tutta l’Italia un passo in avanti possibile soltanto tramite procedure più snelle e all’avanguardia”.


Salvo Pogliese

Per Catania fanno il punto il sindaco Salvo Pogliese e l’assessore alle Politiche comunitarie Sergio Parisi

CATANIA – Per l’Amministrazione comunale catanese abbiamo sentito il sindaco Salvo Pogliese e l’assessore alle Politiche comunitarie Sergio Parisi, i quali hanno rimarcato l’importanza dei Fondi Ue per lo sviluppo e la crescita del capoluogo etneo. Le più importanti linee di intervento hanno coinvolto e riguardano tutt’ora il settore sociale e la riqualificazione urbana delle zone più disagiate, ma anche l’ambiente e la complicata questione climatica connessa, così come l’innovazione tecnologica e digitale. In tutti questi ambiti il Comune è positivamente attivo per reperire tutte le occasioni offerte dall’Ue, rintracciando più fondi possibili.

La volontà, però, si scontra spesso con una falla strutturale dovuta alla mancanza di personale dipendente adeguatamente professionalizzato, tecnici con competenze specifiche. Tale criticità rappresenta da anni una vera e propria emergenza per tutto il sistema amministrativo italiano e, soprattutto, per gli Enti locali, che sono sempre più chiamati a salire sul palco in qualità di attori nella gestione dei Fondi comunitari e ai quali l’Europa attribuisce le responsabilità tanto dei successi quanto dei fallimenti.

Il Comune di Catania ha uffici preposti al fundraising dei fondi comunitari? Esistono dei team specifici con professionisti competenti in materia di progettazione?
“Siamo ben consapevoli della rilevanza strategica dei Fondi Ue per un territorio, come quello etneo, che intende crescere in termini di sviluppo sostenibile, innovazione tecnologica e digitale, mobilità e transizione ecologica, rigenerazione e riqualificazione urbana, occupazione e inclusione sociale.Questa consapevolezza ci ha guidato nel riorganizzare ancor più funzionalmente la Macrostruttura del Comune di Catania, assegnando alla Direzione Politiche comunitarie Fondi strutturali – Politiche Energetiche – Sport la missione di intercettare tutte le opportunità offerte dalla Programmazione comunitaria. La Direzione e il team che la costituisce garantisce propedeutiche informazioni e assistenza specialistica alle direzioni competenti per materia, coordina le procedure per la presentazione delle candidature progettuali nonché le successive fasi di monitoraggio e controllo per la rendicontazione dei finanziamenti”.

“Questi ultimi – hanno aggiunto sindaco e assessore – sono, per buona parte, riconducibili al Pon Metro 2014/2020 al Poc Metro 2014/2020, al Patto per lo Sviluppo della Città di Catania, al Po Fesr Regione siciliana 2014/2020 e alla correlata Strategia Urbana per lo Sviluppo sostenibile ‘Agenda Urbana’ città di Catania in Iti con la città di Acireale. Significativi inoltre i progetti finanziati nell’ambito del PonLegalità e Sicurezza 2014/2020, ed ancora quelli ascritti al programma Horizon 2020 e al programma Miur per la ricerca scientifica applicata agli eventi climatici e/ o sismici con partnership di livello internazionale”.

Un esempio di progetto di successo? Come è stato recepito dal territorio?
“Tra i progetti che si possono annoverare quale esempio di buone prassi, credo sia significativo segnalare quelli legati alla riqualificazione di alcuni importanti impianti sportivi localizzati in quartieri periferici e particolarmente disagiati della Città. Ci riferiamo alla riqualificazione dell’impianto sportivo PalaCatania, dello storico CampoScuola di atletica, e dei campi di calcio ‘Nesima’. Per questi impianti sono stati avviati i lavori in tempi molto ristretti, applicando le procedure semplificate per l’aggiudicazione dei lavori e la successiva fase di realizzazione.Anche grazie a tali progetti si è contribuito a dare risposte concrete ai fabbisogni della cittadinanza che ha ben accolto tali iniziative, rinsaldando il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni pubbliche locali.

In media quali sono le tempistiche per concretizzare un progetto, dalla sua progettazione fino alla realizzazione dell’opera?
“Applicando le procedure semplificate per la progettazione, l’aggiudicazione dei lavori è realistico impegnare circa 6 mesi. In tal modo è possibile rispettare anche le scadenze temporali e di monitoraggio assegnate ad ogni progetto che, occorre evidenziare, deve essere concluso comunque entro i termini del ciclo della programmazione nazionale e europea”.

Quali sono le difficoltà più consistenti nella gestione di tali progetti dal punto di vista amministrativo? In vista dell’arrivo dei fondi derivanti dal Recovery Fund come vi state attivando per risolverli?
“Le difficoltà credo siano rappresentate dalla complessità delle procedure amministrative insieme alla parziale adeguatezza delle normative nazionali rispetto alle disposizioni comunitarie. Questo produce uno sforzo non indifferente per definire atti amministrativi e procedure gestionali in linea con la legislazione di riferimento”.

“Non bisogna sottacere – hanno aggiunto i due amministratori – anche la carenza sempre più accentuata della dotazione di personale dipendente, soprattutto per funzioni tecniche (Ingegneri, architetti, geologi) e dirigenziali. In assenza di un fisiologico turnover, questo rappresenta una vera e propria emergenza (peraltro evidenziata sin dal gennaio 2017, dal Comitato Europeo delle Regioni) che, se non risolta in tempi rapidi, potrà condizionare la capacità amministrativa degli enti locali, per l’attuazione delle riforme e degli i investimenti necessari al conseguimento degli obiettivi strategici a lungo termine dell’Unione”.

“In tal senso – hanno concluso – riteniamo importante quanto posto in essere dalla Regione Siciliana e dal Ministero della Funzione Pubblica per l’assunzione di personale qualificato per l’attuazione dei progetti del Recovery Plan. Da parte nostra, abbiamo elaborato e inviato per tempo specifiche proposte per l’utilizzo dei fondi derivanti dal Recovery Fund, ponendo in sinergia le competenze professionali delle varie Direzioni del Comune di Catania, strutturando team di progetto che dovranno, però, essere sempre più affiancati da nuovo personale tecnico e amministrativo.Gli enti locali e regionali sono e saranno sempre più attori di rilievo nello scacchiere europeo e su essi ricade la responsabilità di più della metà degli investimenti pubblici nell’Unione europea, con effetti moltiplicatori sugli investimenti privati.

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