Contratti di sviluppo, contributo anche della Regione - QdS

Contratti di sviluppo, contributo anche della Regione

Michele Giuliano

Contratti di sviluppo, contributo anche della Regione

giovedì 28 Luglio 2022

Il cofinanziamento regionale potrà arrivare fino al 10% in presenza di determinate condizioni come investimenti in aree di crisi. Tra i requisiti la creazione di nuova occupazione, la realizzazione di sistemi di filiera, l’attrazione di capitali esteri

PALERMO – Prendono quota i contratti di sviluppo alla Regione siciliana, nati per programmi d’investimento produttivi, strategici ed innovativi di grandi dimensioni nel settore industriale, turistico e di tutela ambientale attraverso l’erogazione di agevolazioni che permettano alle imprese e alle reti di imprese di attivarsi sul territorio. I numeri sono importanti: per i progetti che rispondono ai requisiti, la Regione corrisponderà il 5% del totale dell’importo, su un totale minimo di 20 milioni di euro. Invece, per le attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, per progetti localizzati nelle aree interne del Paese e per progetti che prevedono il recupero di strutture edilizie dismesse l’investimento complessivo minimo richiesto è di 7,5 milioni di euro.

L’accordo di sviluppo può essere sottoscritto se il programma di sviluppo soddisfa almeno tre di questi requisiti: deve avere un impatto occupazionale positivo, permettere la realizzazione o il consolidamento di sistemi di filiera diretta ed allargata, avere la capacità di rafforzare la propria posizione sui mercati esteri o capacità di attrazione di investimenti esteri, contribuire allo sviluppo tecnologico e alla sostenibilità ambientale. Le imprese che sottoscrivono gli accordi di sviluppo devono impegnarsi ad assumere lavoratori che risultino percettori di interventi a sostegno del reddito, disoccupati a seguito di procedure di licenziamento collettivo, lavoratori delle aziende del territorio di riferimento coinvolte da tavoli di crisi attivi presso il ministero dello Sviluppo economico. Se l’accordo di sviluppo risponde ai requisiti richiesti, la Regione Siciliana può prevedere un cofinanziamento in presenza di almeno uno di ulteriori specifici requisiti: la coerenza con le aree prioritarie di intervento individuate nell’accordo sottoscritto tra Regione e Ministero dello Sviluppo economico il 20 marzo 2020, come gli investimenti per favorire la transizione dell’economia e delle produzioni siciliane verso un elevato livello di sostenibilità ambientale, o investimenti, anche di filiera, nei settori dell’agro-industria, della moda e abbigliamento, della microelettronica, di scienze della vita e dell’automotive; o ancora, la creazione di eco-sistemi di innovazione e ad alto contenuto di conoscenza, in particolare attraverso nuovi investimenti in ricerca applicata e sviluppo sperimentale e la nascita e lo sviluppo di start-up innovative.

Non viene dimenticato il settore turistico, con interventi di dimensione strategica, tali da generare un significativo impatto in termini di crescita economica e occupazionale. Ancora, l’accordo deve essere coerente con gli ambiti di specializzazione previsti dalla Strategia regionale dell’Innovazione/S3 Sicilia (Economia del mare, Agroalimentare, Smart cities & communities, Energia, Ambiente e sviluppo sostenibile, Scienza della vita), e deve prevedere la presenza, tra le imprese proponenti il contratto di sviluppo, di almeno una Pmi siciliana, e la realizzazione del progetto di investimento in Sicilia in un’area delimitata Zes (Zes Sicilia occidentale e Sicilia orientale).

Se il progetto di investimento realizzato in Sicilia presenta almeno due degli ulteriori requisiti il cofinanziamento regionale sale al 10%, così come nel caso di progetto di investimento realizzato in un’area di crisi industriale. Gli accordi di sviluppo, per la propria natura, hanno priorità nell’accesso ai fondi e devono essere valutati entro 90 giorni.

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