Contrordine sulla luce blu degli schermi, al crepuscolo non danneggia il sonno - QdS

Contrordine sulla luce blu degli schermi, al crepuscolo non danneggia il sonno

redazione

Contrordine sulla luce blu degli schermi, al crepuscolo non danneggia il sonno

giovedì 19 Dicembre 2019

Studio dell’Università di Manchester su Current Biology. Il ritmo sonno-veglia è più soft rispetto alla luce bianca o gialla

ROMA – Buone notizie per i nativi digitali. Contrariamente a quanto si riteneva, la luce blu – quella emessa ad esempio da tablet e telefonini – potrebbe non essere dannosa per il nostro sonno, anzi. Il contrordine arriva da uno studio dell’Università di Manchester, pubblicato su ‘Current Biology’. Secondo il team, l’uso di luci tenui e fredde di sera e di luci più calde di giorno può addirittura essere più utile per la nostra salute.

Quella del crepuscolo è una luce allo stesso tempo più scura e più blu di quella diurna, dicono i ricercatori. E il nostro orologio biologico utilizza entrambe queste caratteristiche per individuare i momenti più appropriati per dormire e svegliarsi. Le attuali tecnologie progettate per limitare la nostra esposizione serale alla luce blu, ad esempio modificando il colore dello schermo sui dispositivi mobili, potrebbero quindi inviarci messaggi contrastanti, sostengono gli studiosi. Questo perché i piccoli cambiamenti di luminosità prodotti dagli schermi sono accompagnati da colori più simili a quelli del giorno.

La ricerca, condotta sui topi, ha utilizzato un’illuminazione progettata ad hoc, che ha permesso al team di regolare il colore senza cambiare la luminosità. Ciò ha mostrato agli scienziati che la luce blu produceva effetti più deboli sull’orologio biologico del topo rispetto a quella gialla (a parità di luminosità). I risultati, affermano i ricercatori, hanno importanti implicazioni per la progettazione di sistemi di illuminazione e schermi ‘amici’ del sonno.

L’orologio biologico utilizza una proteina nell’occhio sensibile alla luce per misurare la luminosità, chiamata melanopsina, che è più abile nel rilevare fotoni a lunghezza d’onda più corta. Ecco perché, secondo il team, i ricercatori hanno inizialmente suggerito che la luce blu potesse avere un effetto maggiore. Tuttavia la nostra capacità di percepire il colore proviene dalle cellule del cono retinico, e la nuova ricerca mostra che il blu riduce l’impatto sull’orologio biologico.

Insomma, come spiega Tim Brown dell’Università di Manchester, in questo lavoro “mostriamo che l’opinione comune secondo cui la luce blu ha un effetto più forte sull’orologio biologico è sbagliata. In effetti, i colori blu associati al crepuscolo hanno un effetto più debole rispetto alla luce bianca o gialla di luminosità equivalente. I nostri risultati suggeriscono dunque che l’uso di luci tenui, più fredde, di sera e di luci più intense e calde di giorno potrebbe essere più utile” per il nostro organismo.

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