Coronavirus, Catania sempre in testa ai contagi - QdS

Coronavirus, Catania sempre in testa ai contagi

redazione web

Coronavirus, Catania sempre in testa ai contagi

mercoledì 18 Marzo 2020

Sono 131 contro i 47 della seconda città, Palermo. In tutta la Sicilia ci sono 282 positivi, 45 più di ieri. Come si attrezza la Regione. Il Governatore Musumeci autorizza il rientro di siciliani da Malta. E polemizza sulle mascherine

Catania sempre in testa ai contagi del coronavirus: 131 contro i 47 della seconda città, Palermo. In tutta la Sicilia i positivi sono 282, 45 più di ieri, secondo quanto comunicato dalla Presidenza della Regione.
Dall’inizio dei controlli, i tamponi validati dai laboratori regionali di riferimento (Policlinici di Palermo e Catania) sono 3.294, sono stati trasmessi all’Istituto superiore di sanità, invece, 282 campioni (45 più di ieri). Risultano ricoverati 129 pazienti (23 a Palermo, 58 a Catania, 13 a Messina, 2 ad Agrigento, 4 a Caltanissetta, 6 a Enna, 3 a Ragusa, 12 a Siracusa e 8 a Trapani) di cui 29 in terapia intensiva, mentre 138 sono in isolamento domiciliare, dodici sono guariti (sei a Palermo, due ad Agrigento e Messina, uno a Enna e Ragusa) e tre deceduti.

Musumeci, ok al rientro da Malta di trecento siciliani

Potranno rientrare in Sicilia i cittadini residenti o domiciliati nell’isola che attualmente si trovano a Malta.

Il presidente della Regione, Nello Musumeci, dopo un colloquio telefonico con l’ambasciatore italiano a La Valletta, ha autorizzato il trasporto di massimo trecento persone che arriveranno su un catamarano merci nel porto di Pozzallo.
Qui i passeggeri saranno sottoposti a controllo sanitario, dovranno compilare l’autocertificazione e recarsi in quarantena obbligatoria.

Ieri, il permesso era stato negato perché il decreto del ministro dei Trasporti, che stabilisce limitazioni anche nei collegamenti marittimi da e verso la Sicilia, prevede eventuali deroghe solo per chi viaggia su navi che portano merci.
L’ambasciata maltese ha chiarito stamane che sul catamarano, in partenza nelle prossime ore, ci sono anche derrate e quindi è stato possibile concedere l’autorizzazione.

Regione, pronti mille medici e infermieri
Intanto hanno risposto in mille, tra medici e infermieri, ai due avvisi emanati dall’Asp di Palermo e dal Policlinico di Messina, su disposizione della Regione per incrementare il numero del personale sanitario per fronteggiare al meglio l’emergenza coronavirus. Si tratta di quattrocento medici, in parte già distribuiti nei territori, e di seicento infermieri.

Trentacinquemila rientri in Sicilia, Covid-hospital in ogni provincia
In Sicilia saranno effettuati i tamponi anche ai familiari delle persone rientrate nell’isola, e che si sono registrate nella piattaforma della Regione, che sta predisponendo nuove linee guide per l’isolamento domiciliare di queste persone. Nella piattaforma le registrazioni sono 35 mila.
Covid-hospital, strutture mirate agli affetti dal virus, saranno allestita in ogni provincia della Sicilia. La fase di riconversione è stata definita dal governo regionale una scelta profondamente necessaria.

Mascherine, polemica Musumeci-Protezione civile

Il Governatore, dopo aver annunciato che, sulla produzione di mascherine e altri presidi in Sicilia “ci stiamo attrezzando per conto nostro” invitando aziende siciliane a convertire la produzione, ha commentato: “E’ assurdo che siamo tornati all’autarchia e ciascuno debba organizzarsi con i propri mezzi”.
Poi ha attaccato: da Roma, inviate dalla Protezione civile come mascherine, sono arrivati dei panni che di solito si usano con un poco di detersivo per pulire un tavolo.

“Non si può andare in guerra con le fionde” ha concluso Musumeci, affermando che si sarebbero dovute riconvertire a forza delle aziende in ragione dell’emergenza.

La risposta della Protezione civile a Musumeci

Le mascherine “due veli in tessuto non tessuto”, ha specificato con una nota la Protezione civile, “possono essere impiegate per le esigenze di enti ed amministrazioni nell’ambito locale, ad esclusione del personale ospedaliero”.

“Il Dipartimento – prosegue la nota – è da tempo e costantemente impegnato nella difficile ricerca di mascherine e dispositivi di protezione individuale. Azione, quest’ultima, che sin dall’inizio dell’emergenza è consentita anche alle stesse Regioni”.

Tutto quello che viene acquistato dal Dipartimento “è prontamente trasferito ai territori cercando di soddisfare gli importanti fabbisogni rappresentati.

Spetta poi alle autorità regionali – conclude il Dipartimento – distribuire quanto ricevuto in base alla tipologia del materiale e alle proprie necessità”.

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