Coronavirus, la provincia di Catania a quota 405 positivi - QdS

Coronavirus, la provincia di Catania a quota 405 positivi

redazione web

Coronavirus, la provincia di Catania a quota 405 positivi

lunedì 30 Marzo 2020

In Sicilia sono in tutto 1408 e tra questi 71 già guariti. Dieci soltanto nell'ospedale etneo Garibaldi-Nesima e cinque a Partinico. In Sicilia segnali di speranza mentre sale a 76 il numero delle vittime, undici più di ieri

Coronavirus: la provincia etnea a quota 405 positivi, ma si cominciano a insinuare importanti segnali di speranza, visto che è salito a dieci il numero di persone guarite dal Covid-19 nel reparto di Malattie infettive nell’ospedale Garibaldi-Nesima diretto dal prof. Bruno Cacopardo.

E gli ultimi due sono uomini di 58 e di 62 anni, anche loro curati con una terapia combinata di Idrossiclorichina, Lopinar e Azitromicina.

L’azienda ospedaliera ha sottolineato come “le guarigioni registrate al Garibaldi lasciano ben sperare sul buon decorso della malattia anche per gli altri ricoverati sottoposti attualmente allo stesso trattamento farmaceutico” e che “continua intanto, per i casi più complessi, la sperimentazione del Tolicizumab”.

Oltre ai 405 positivi – nel quadro riepilogativo comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale – Catania fa segnare oggi 142 ricoverati, sedici guariti e 27 morti.

Seguono, nell’ordine, Messina (280 positivi 128 ricoverati, otto guariti, 17 morti), Palermo, (229, 81, 17, sette), Enna (183, centoventi, uno, undici), Agrigento (86, uno, due, uno), Trapani (settanta, 26, zero, uno), Caltanissetta (63, 19, tre, quattro), Siracusa (62, 34, 21, sei) e Ragusa (trenta, otto, tre, due).

I contagiati salgono a quota 1.408

In Sicilia salgono così a 1.408 i positivi al coronavirus, 78 in più di ieri mentre salgono a 71 i pazienti già guariti.

Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 14.758. Di questi sono risultati positivi 1.555 (+95 rispetto a ieri), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 1.408 persone (+78).

Sono ricoverati 559 pazienti (+37 rispetto a ieri), di cui 75 in terapia intensiva (+4), mentre 849 (+41) sono in isolamento domiciliare, 71 guariti (+6) e 76 deceduti (+11).

Dati confortanti anche chi esce dalle rianimazioni

Insomma, l’emergenza Coronavirus che ha portato e sta portando negli ospedali siciliani centinaia di pazienti regala importanti segnali di speranza.

Innanzitutto per i diversi casi di persone guarite e di degenti che escono dai reparti di terapia intensiva.

Oltre al caso del Garibaldi-Nesima di Catania, sono pronti per le dimissioni dal “Covid hospital” di Partinico, nel Palermitano, altri cinque pazienti, tra i quali un’anziana di 92 anni, che si trovava nella residenza sanitaria assistita di Villafrati (dichiarata zona rossa), dove si è registrato un focolaio.

Hanno inoltre ripreso la respirazione autonoma altri due pazienti positivi ricoverati nell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani. I degenti di 83 e 58 anni, provenienti rispettivamente da Paceco e Salemi, hanno lasciato il reparto di rianimazione per essere trasferiti in quello di pneumologia del per proseguire le terapie previste fino alla completa guarigione clinica e conseguente negatività dei tamponi.

Nel Trapanese sale a tre il numero complessivo dei ricoverati che hanno abbandonato la ventilazione meccanica.

Due estubati ad Acireale, nel Catanese

Primi due pazienti estubati anche nell’unità di anestesia e rianimazione dell’ospedale Santa Marta e Santa Venera di Acireale, nel Catanese: sono un 64enne, di Catania, e un 86enne, residente a Zafferana Etnea che respirano autonomamente.

“Nell’ultima settimana – ha reso noto il comitato tecnico scientifico emergenza coronavirus dell’assessorato della Salute e presidenza Regione Siciliana – la rete delle terapie intensive attivate in Sicilia per i pazienti con infezione da Covid-19, che sono andati incontro a grave insufficienza respiratoria e ventilazione controllata con intubazione, registra la funzione della respirazione autonoma in una percentuale tra il 20 al 40%, percentuale variabile in rapporto alla severità del quadro di esordio e alla fragilità dei pazienti, legata all’età e a eventuali altre patologie concomitanti e/o pregresse”.

“Il dato – sottolineano gli esperti – fa ben sperare perché è in linea con i migliori dati nazionali di recupero di tali gravissime forme di insufficienza respiratoria e conferma che un trattamento nei tempi giusti e con risorse disponibili, che in queste ore si sta registrando grazie al contenimento e all’isolamento messo in atto sul territorio regionale, può permettere risultati in termini di salute pubblica altrimenti non raggiungibili”.

Il Comitato specifica inoltre che “i pazienti dimessi dalle terapie intensive, ovviamente non rientrano ancora nel novero dei guariti, ma le loro condizioni di salute, seppur ancora precarie, fanno ben sperare. Il contenimento della pandemia e lo ‘stare a casa’ stanno permettendo una adeguata e corretta assistenza nelle nostre terapie intensive, ma invitiamo tutti a non abbassare la guardia e a continuare a rispettare le regole”.

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