Coronavirus, Sicilia, nuovi positivi scendono a quota 1.258 - QdS

Coronavirus, Sicilia, nuovi positivi scendono a quota 1.258

redazione web

Coronavirus, Sicilia, nuovi positivi scendono a quota 1.258

lunedì 23 Novembre 2020

Dopo il picco di 1.838 del bollettino di sabato. Scesa la pressione sugli ospedali. A Palermo focolai in due case di riposo. Solo sette positivi su 1.759 tamponi tra Enna e Nicosia. Polemiche sulla riconversione dell'ospedale di Petralia Sottana

In attesa dell’arrivo degli ispettori del Ministero per accertare il numero reale dei posti letto per i malati covid in Sicilia, nel bollettino di ieri il numero dei nuovi positivi è crollato di colpo: “solo” 1.258 i casi registrati nell’ultimo bollettino, quasi 600 in meno rispetto a ieri, ma un numero di morti stabile, 45.

Vero è che, come ogni fine settimana, diminuisce anche il numero dei tamponi (6.447 contro i 9.386 del giorno precedente) ma anche i dati dei ricoveri sembrano indicare un sostanziale rallentamento: 1.838 pazienti, 28 in più rispetto a ieri, ma con le terapie intensive ferme a 241, addirittura con il calo di un’unità.

Costa, meno pressione sui reparti a Palermo

Una circostanza sottolineata anche dal commissario per l’emergenza Covid a Palermo, Renato Costa: “Da cinque, sei giorni la pressione sui reparti ospedalieri va diminuendo e abbiamo ragione di sperare che sia per l’andamento naturale della curva epidemiologica, che per le restrizioni, per il grande numero di screening che stiamo portando avanti”.

“Riusciamo a intravedere – ha detto – un miglioramento della situazione generale, ma ciò non significa che abbassiamo la tensione. Credo che è questo il momento in cui tutti dovremmo essere spinti da un comune desiderio, cioè quello di superare assieme questo momento difficile e di posticipare le polemiche e le lotte politiche”.

A Palermo focolai in due Rsa

A Palermo, comunque, sono stati registrati numerosi contagiati e tre morti in due case di riposo per anziani.

Il primo cluster, con tre degenti morti e altri dodici positivi, è stato segnalato in un centro Alzemeheir. Il focolaio è divampato tre settimane fa, un dipendente è risultato positivo e dai tamponi effettuati sugli ospiti ne sono stati trovati altri quindici.

Il secondo focolaio nella casa di riposo Santissimo Salvatore, con dodici anziani e sei dipendenti positivi.

Bassa incidenza di positivi tra Enna e Nicosia

Intanto sono stati soltanto sette i positivi asintomatici su 1.759 tamponi eseguiti tra sabato e domenica tra Enna e Nicosa, dall’azienda sanitaria in collaborazione con i comuni ennesi, al termine della campagna screening di questo week-end tramite somministrazione di tamponi rapidi.

A Nicosia, due soggetti positivi su 655 tamponi e a Enna, su 1.104 tamponi, trovati sette contagiati.

Sul fronte dei ricoveri il quadro resta stabile: nell’ospedale Umberto I di Enna, ci sono a oggi 55 pazienti in malattie infettive, dieci in semintensiva e cinque in terapia intensiva.

Polemiche sulla riconversione dell’ospedale di Petralia

Va infine registrato un botta e risposta sulla situazione dell’ospedale di Petralia Sottana, definito “inadeguato ad accogliere pazienti in terapia intensiva” da Angelo Collodoro, vice segretario regionale del Cimo, il sindacato dei dirigenti medici, mentre secondo il commissario regionale per l’emergenza covid a Palermo Renato Costa sarebbe “idoneo al ricovero di pazienti affetti da coronavirus”, parlando di “polemiche stucchevoli”.

“In quel presidio – sostiene Collodoro – manca tutto: arredi, letti, persino i gorgogliatori per l’ossigenoterapia, indispensabili per l’assistenza di malati covid. Sono introvabili in tutta Italia e forse anche all’estero. Gli impianti di ossigenazione presenti a Petralia, inoltre, possono erogare fino a un massimo di sei litri al minuto e quindi non possono sostenere il flusso di ossigeno che serve a un paziente affetto da coronavirus il quale ha bisogno, a seconda dello stato di salute, tra i 15 e i 40 litri minuto di ossigeno”.

Il medico denuncia inoltre che mancano i filtri di aerazione e la pressione negativa, che servono a espellere l’aria carica di virus e afferma: “si vuol chiudere la sala operatoria per inventarsi un’improbabile rianimazione con quattro posti”.

Botta e risposta tra Cimo e Regione

“Non è, invece, chiaro – conclude – perché si possa trasformare l’Ingrassia di Palermo in Covid hospital. Il paradosso è che i medici dell’Ingrassia dovrebbero essere trasferiti a Petralia a fare i tutor ai giovani neolaureati”.

Costa replica affermando che “Petralia Sottana ha un ospedale dove esistono sale operatorie e medici anestesisti rianimatori, inoltre si avvale del supporto di una elipista e, secondo le valutazioni già fatte dai tecnici, potrà avere fino a cinquanta posti letto con un’unità critica con quattro postazioni. Per quanto riguarda l’Ingrassia, c’è bisogno a Palermo di un pronto soccorso aperto a tutti, con un ospedale che ha una cardiologia e una emodinamica di eccellenza e altri importanti reparti che servono una grossa fetta di città, ma anche i Comuni limitrofi, come Monreale”.

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