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Covid, l’industria del divertimento riparte, senza le discoteche

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Covid, l’industria del divertimento riparte, senza le discoteche

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domenica 02 Maggio 2021

Il vice presidente di Assointrattenimento: "Nessuna notizia al momento. E’ un’attività che crea assembramento. Siamo legati al piano di vaccinazione che ancora non riguarda i giovani"

Musica, danza, allegria. La normalità è un lusso in tempo di coronavirus. Ma sulla riapertura delle discoteche si apre uno spiraglio. L’industria del divertimento si rimetterà in moto senza il ballo, in attesa che la campagna dei vaccini apra ai giovani. 

È questo l’impegno del ministro del Turismo Massimo Garavaglia.

“Ieri abbiamo esposto al ministro il problema delle chiusure per decreto dei locali da ballo – dice Gabriele D’Ambra, vice presidente nazionale di Assointrattenimento,  con delega Sicilia -. Abbiamo parlato anche di ristori e di abusivi.  Abbiamo chiesto di inserire le discoteche tra i locali che possono riaprire nelle zone gialle, vietando inizialmente il ballo. C’è l’impegno del ministero nel chiarire che le discoteche possano riaprire senza la partecipazione attiva del pubblico”. 

Sulla riapertura dei locali in modalità pre-covid, invece, non ci sono novità.

“Nessuna notizia al momento – dichiara il vice dell’associazione dell’industria italiana del divertimento – . Sicuramente è un’attività che crea assembramento, perché c’è un pubblico attivo che balla. Siamo legati al piano di vaccinazione che ancora non riguarda i giovani”.  

Intanto i giovani non ballano perché le misure anticovid impongono il distanziamento. E i lavoratori non mangiano perché dall’inizio della pandemia non hanno visto un euro in aiuti. Come resistere al disastro di uno stop che dura da un anno?

Gabriele D’Ambra, vice presidente nazionale di Assointrattenimento

“In Sicilia il settore codice Ateco discoteche conta 319 locali attivi al 2020 – afferma D’Ambra -. A questi sommiamo attività di stabilimenti balneari e ristorazione che hanno altri codici Ateco e sono autorizzati anche come discoteche, ma non rientrano nel nostro conteggio di locali attivi. Quindi se pensiamo ai lavoratori in generale, si tratta di 20-25 mila persone. Dal 2020, inizio pandemia, non abbiamo avuto ristori economici“.  

L’imprenditoria del divertimento è in ginocchio e rischia di non rialzarsi per l’assenza di risposte nazionali e locali specifiche per il settore.

La Regione siciliana ha inserito le discoteche dentro un calderone con le imprese che organizzano fiere ed eventi e ha destinato con la Legge di stabilità un milione di euro a fondo perduto.

“Il nostro settore di riferimento è il turismo e spettacolo, tutto questo almeno secondo 19 regioni, un governo nazionale e due province autonome – osserva il vicepresidente nazionale di Assointrattenimento  -. E invece soltanto la Sicilia non ci considera in quel settore. Siamo stati esclusi senza una logica. La nostra classe politica ha deciso di escluderci dalla voce ‘spettacolo’ e collocarci in un fondo risibile da condividere con un altro settore che poco o nulla c’entra con noi – commenta -. Allo spettacolo sono stati destinati da maggio 2020 a oggi più di 22 milioni di euro a fondo perduto, oltre ad agevolazioni e sgravi, mentre al nostro comparto è stato destinato con l’ultima Legge di Bilancio 1 milione di euro, da spartire con gli organizzatori di fiere ed eventi quali congressi e conferenze”.

Assointrattenimento  ha la Certificazione Uni delle norme anti covid per discoteche e locali similari.

“Un traguardo unico in Europa – dichiara D’Ambra – Siamo consapevoli che saremo gli ultimi ad aprire perché è difficile garantire il distanziamento e l’utilizzo di una mascherina in pista, ma almeno ci diano un sostegno per il settore”.

Per la riapertura bisogna organizzarsi in tempo, perché non si tratta di fare una tinteggiatura e mettere due tavolini e due sedie.

“Per riaprire una discoteca occorrono circa due mesi perché ci sono attrezzature di decine di migliaia di euro da rimettere in funzione,  c’è l’alta tensione, l’antincendio, l’impianto audio. Ricordiamo che già una discoteca di 200 posti è di circa 500-600 metri quadri – dice D’Ambra – Occorrono risposte immediate dalle istituzioni – . Il nostro problema non è la riapertura subito con il ballo, ma la risposta al disastro economico, altrimenti ce ne saranno solo due: i nostri locali verranno sostituiti da strutture abusive, oppure come capita di leggere nella cronaca giudiziaria, arriverà il malavitoso  di turno che con pochi euro comprerà il locale per il riciclaggio.

Lo Stato e la Regione non ci possono lasciare senza aiuti perché almeno il 32-35% su un comparto di oltre 3mila aziende in Italia non riaprirà più. E anche in Sicilia molte imprese chiuderanno”.

A Barcellona è riuscito l’esperimento del concerto di massa con mascherina e test antigenico al pubblico la mattina dell’evento.  In Italia, con la campagna vaccinale che avanza, si potrebbe ipotizzare la riapertura delle discoteche con un pass.

“E’ giusto che si possa pensare anche a un pass sanitario – commenta Gabriele D’Ambra – l’importante è che al più presto si aprano i vaccini pure ai giovani”.

Giovanna Naccari

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